LA NOSTRA BATTAGLIA AI PIRATI

L’AD della Lega Serie A, Luigi De Siervo, in prima linea da anni contro il famigerato “pezzotto”

di Marco Oddino

na vita da Manager. Dalla multinazionale di giocattoli Toy’s “R” Us, ai 17 anni in Rai prima come Direttore Commerciale e poi come AD di Rai Com, fino a diventare uno dei massimi esperti di diritti televisivi sportivi come Presidente ed Amministratore Delegato di Infront Italia. Luigi De Siervo, fiorentino, classe 1969, da Febbraio 2019 è al vertice del calcio italiano riuscendo a portarlo ad una crescita tale da diventare attrattivo ed interessante per nuovi palcoscenici internazionali. Anche grazie alla sua visione, il brand Italia è tornato a essere ambito sui mercati di tutto il mondo.

Dott. De Siervo, Lei è stato il primo, anni fa, a prendere posizione in pubblico contro la pirateria, mettendo la lotta a tale crimine tra le priorità del suo incarico.

Cinque anni fa, con la nostra campagna di sensibilizzazione ‘#STOPIRACY – LA PIRATERIA UCCIDE IL CALCIO’, siamo stati capaci di attivare l’attenzione delle Istituzioni e dell’opinione pubblica su questa battaglia cruciale per l’esistenza del sistema calcio e dell’intero settore audiovisivo italiano. Il nostro Paese è tristemente noto per essere quello con il maggior numero di atti di pirateria, di consumo di calcio illegale sul famoso ‘pezzotto’ e sulle IPTV, che consentono la visione pirata delle nostre immagini. Eravamo il Paese più forte nel mondo del calcio qualche anno fa, ma abbiamo perso forza competitiva nel momento di crescita della pirateria digitale. Da qui la necessità di iniziare una lotta contro questa piaga gestita dalla criminalità organizzata, che danneggia pesantemente i nostri Club, sottraendo risorse vitali al calcio italiano.

Ci può dare la dimensione di un fenomeno criminale che si è sviluppato in tutto il mondo, ma che in Italia ha trovato un terreno particolarmente fertile?

I numeri registrati sono impressionanti e mostrano che il calcio, per la sua natura di evento live, risulta il più danneggiato dalla pirateria. Con il lockdown ci fu un boom delle IPTV: in base ai dati Ipsos, il 42% degli utenti in Italia ha commesso almeno un atto di pirateria in un anno, per un totale, stando agli ultimi dati disponibili del 2022, di 345 milioni di violazioni, +26% rispetto all'anno precedente. Inoltre, a causa della pirateria, è stata stimata, sempre con riferimento al 2022, una perdita di circa 10mila posti di lavoro, soprattutto tra i giovani.

Quali danni ha subito il calcio italiano dalla trasmissione illegale delle proprie partite?

Vedere illegalmente una gara di calcio significa privare la Serie A di risorse essenziali per sopravvivere. Per le nostre squadre i numeri si traducono nell’impossibilità di ingaggiare uno o due campioni all’anno, danneggiando pesantemente la competitività dei Club a livello internazionale. Al netto poi dell’aspetto sportivo e romantico, il calcio resta un business, si tratta di una vera e propria industria che perde soldi che finiscono nelle casse della criminalità organizzata. Questa piaga ha causato e continua a causare oltre 300milioni di euro all’anno di danni al calcio italiano, ai Club, agli operatori televisivi e a tutti i lavoratori del comparto.

Il Governo ha capito il problema e dopo un lungo dibattito ha emanato una legge per contrastare concretamente la pirateria online.

Finalmente nel corso di questa legislatura è stata approvata all’unanimità da Camera e Senato una Legge contro la pirateria, fortemente voluta dal mondo dell’audiovisivo e dello sport, che contrasta la diffusione illecita di contenuti tutelati dal diritto di autore in rete. È stato il primo passo che ha delineato molto chiaramente il percorso da seguire, al fine di condannare la trasmissione illegale delle partite di Campionato, ma anche dei film appena usciti nelle sale o degli show trasmessi dalle pay-tv. Si tratta di una Legge ritenuta da tutti estremamente all’avanguardia, che prevede il blocco in modo tempestivo dei segnali illegali entro 30 minuti dalla segnalazione, grazie all’utilizzo della piattaforma digitale Piracy Shield messa a disposizione dell’AgCom dalla Lega Serie A. Stiamo combattendo una battaglia epocale, la lotta alla pirateria è un dovere e un passo fondamentale da compiere tutti insieme e per questo ringrazio il Governo, le Autorità di regolamentazione, le forze dell’ordine e le procure della Repubblica.

Questa nuova piattaforma rappresenta un salto in avanti, ci spiega come funziona?

La Piattaforma digitale Piracy Shield è attiva da quasi due mesi dopo una lunga fase di test e sta dando ottimi risultati, sono già stati bloccati più di diecimila siti illegali. Funziona così: i titolari dei diritti, una volta acquisite le prove dell’illecito, provvedono immediatamente a segnalarlo e validarlo in piattaforma, dopodichè l’Autorità ordina agli Isp di bloccare gli indirizzi individuati entro 30 minuti. Le prove degli illeciti vengono messe a disposizione dell’Agcom per ogni verifica necessaria e sono inclusi nelle verifiche anche i fornitori di servizi VPN e Alternative DNS. Si tratta di una svolta, la lotta alla pirateria informatica si è finalmente concretizzata, grazie anche al lavoro svolto da Agcom e alla prontezza di intervento degli Isp. Sono stati interrotti diversi segnali e il tempo di intervento è stato più breve del periodo ipotizzato, siamo sui 3 minuti di media per bloccare i segnali. Alcuni Paesi esteri ci hanno chiesto informazioni, a dimostrazione del fatto che la nostra Piattaforma viene presa come modello di riferimento. È una battaglia che si combatte a livello nazionale e internazionale, tutti insieme, e in questo senso un fronte comune in Europa non può che far bene.

In questa infinita battaglia a guardie e ladri qual è il prossimo passaggio?

Sappiamo che la strada è ancora lunga, ma i dati dimostrano che ogni azione di contrasto e deterrenza è fondamentale. Inizialmente gli sforzi si sono concentrati a colpire chi organizzava l’attività illecita, ma ora l’attività delle forze dell’ordine si è estesa per sanzionare anche gli utenti finali con pesanti multe fino a 5000 euro. Purtroppo c’è ancora la percezione che vedere le partite rubando le immagini sia una cosa furba e non pericolosa, ma in realtà si sta commettendo un reato che danneggia la propria squadra del cuore, tutto il calcio italiano e l’intero sistema Paese. Se vogliano restare competitivi dobbiamo essere onesti con noi stessi, comportandoci tutti in maniera rigorosa e rispettando le regole, seguendo il modello anglosassone. Alla base c’è un problema culturale, occorre quindi fare un passo avanti e spiegare alle nuove generazioni quanto sia un atto stupido vedere le partite sui siti non autorizzati, oltre che pericoloso e da incoscienti, rischiando di essere sanzionati con multe di diverse migliaia di euro. Questo è il prossimo livello, chi seguita nell’illecito sarà sanzionato.