Impiantistica sportiva…criticità per tutto il Paese, a partire dagli stadi italiani.

di Marcel Vulpis

L'Italia si sta scoprendo un Paese "vecchio" sotto il profilo della popolazione, ma anche dell'impiantistica sportiva. Strutture, nella stragrande maggioranza dei casi, di proprietà pubblica. Un elemento che non aiuta particolarmente, vista la scarsità di risorse di questo comparto, spesso sottoposto a vincoli stringenti di bilancio. Se si parte per esempio dal calcio, l'età media degli stadi dei club professionistici (dati Figc/Arel "Report Calcio" 2018) è superiore ai 60 anni. Tutte strutture di natura pubblica nel 95% dei casi (con una percentuale dei posti coperti pari al 54%). 

Negli ultimi 10 anni, in Serie A, sono stati costruiti e/o riammodernati appena 4 stadi: Allianz stadium a Torino, Mapei stadium a Reggio Emilia, Dacia Arena a Udine e il "Benedetto Stirpe" a Frosinone, da quest'anno nella "cadetteria" (nel medio periodo sono in dirittura d'arrivo però la nuova casa dell'Atalanta o del Cagliari calcio).

 

Il confronto con il mercato europeo

 

Se si guarda all'Europa, dal 2007 al 2017, sono stati inaugurati 139 nuovi stadi, con investimenti complessivi pari a 13,7 miliardi di euro. Numeri che hanno generato economia e sviluppo anche per altri settori collaterali, oltre a presentare un'immagine moderna e hi-tech non solo dei club coinvolti, ma anche delle città e delle comunità territoriali di riferimento. Ma se il dorato mondo del pallone riesce, alla fine, comunque, a rigenerarsi e ad attrarre investimenti privati importanti, fuori da questo "sistema" lo stato di salute del Paese, se ci concentriamo sull'impiantistica, non è assolutamente positivo. 

Molte delle risorse disponibili vengono destinate alla manutenzione del parco impianti esistente, ma gli impianti sportivi "nuovi" sono ormai un'assoluta rarità e, nella stragrande maggioranza dei casi, è stato necessario sposare formule miste (pubblico-privato) per arrivare all'inaugurazione di strutture dedicate allo sport.  

 

Impiantistica sportiva in grave crisi

 

Se il calcio, sport nazional-popolare per eccellenza, non sorride, la situazione è molto più grave quando l'analisi interessa i territori del nostro Paese, dove la pratica sportiva avviene principalmente in strutture poco moderne e per nulla rispondenti alla crescente "domanda" di attività motoria da parte dei cittadini. 

Il grido di dolore dello sport tricolore, oltre che degli enti locali, è iniziato già alcuni anni fa. La spesa dei comuni per l’impiantistica sportiva, in questi ultimi anni, è calata drasticamente, non soltanto per il patto di stabilità, ma anche per il vincolo della possibilità di indebitamento solo sui primi tre "titoli" delle entrate (queste ultime, se si analizza il bilancio di un ente locale, si suddividono in sei tipologie denominate appunto “titoli”). 

 

La difficoltà di intercettare nuove risorse

 

Nello specifico si è passati da investimenti (a favore dello sport) vicini al 25% (negli anni ’90) al 12%, nel migliore dei casi (negli anni successivi). Oltre a ciò comuni che avevano superato il tetto del 16% sono stati obbligati a rientrare, privilegiando investimenti infrastrutturali, ritenuti più importanti, come quelli per le scuole (solo in parte ricadono sulla ristrutturazione di palestre), senza considerare gli interventi su dissesti idrogeologici o per la manutenzione delle reti stradali. Ulteriori entrate da destinare allo sport, per molti anni, sono arrivate dagli "oneri di urbanizzazione", ma anche questi si sono ridotti nell'ultimo decennio. 

Diventa pertanto indifferibile individuare nuovi progetti e politiche pubbliche per rispondere alla domanda di sport dei cittadini, puntando sulle caratteristiche climatiche e sulle opportunità outdoor offerte dai diversi territori, soprattutto in alcune regioni italiane del Sud. Proprio perchè le risorse, a disposizione del settore pubblico per lo sport, sono sempre più limitate. 

 

Parola d'ordine: sport outdoor e spazi a cielo aperto

 

"Qual è la domanda sportiva potenziale"? Al quesito in oggetto ha risposto il gruppo di lavoro di Asset (agenzia regionale strategica per lo sviluppo ecosostenibile del territorio), che sta esaminando, da diversi mesi, i dati demografici e socio-economici della Regione Puglia, le attività sportive praticate e la domanda sportiva, tra praticanti e tesserati, all'interno del "Documento per la programmazione dell'impiantistica sportiva". Il primo dato interessante è il generale invecchiamento della popolazione (a livello regionale), con una fascia di età intermedia (quella compresa tra i 44 e i 54 anni) particolarmente numerosa. Diventa pertanto importante investire risorse per offrire maggiori spazi e occasioni per la pratica sportiva. 

Più in generale, secondo Nielsen Sports (in una recente indagine sulle attività sportive più praticate), sta crescendo nel Paese la domanda di sport quali il "camminare" (37%), il "nuoto" (32%), il "jogging" (27%), il "fitness" e la "ginnastica" (entrambe al 22%) e le "passeggiate in bicicletta" (21%). Nella top ten vi sono 5 sport (praticabili in spazi aperti), che non necessitano di strutture sportive o impianti specifici. Proprio i cosiddetti "active/wellness" sport, come il running e il ciclismo, sono quelli che hanno registrato la maggiore crescita (rispettivamente +3,2% e 1,7% negli ultimi 12 mesi) in Italia. Un elemento da prendere assolutamente in considerazione nelle prossime strategie di politica sportiva degli enti locali.  La Puglia è attualmente al 16° posto, secondo le elaborazioni del Centro Studi di Coni Servizi (oggi "Sport e Salute"), con un 20,3% di praticanti (rispetto alla popolazione residente) in modo continuativo. Il 7,4% invece svolge attività sportive in "modo saltuario", il 23,3% del campione è caratterizzato da "solo qualche attività fisica", mentre il 48,5% "non pratica nè sport, ne attività".  Sul podio nazionale il Trentino Alto-Adige (1° con il 36,1% di praticanti in modo continuativo), la Lombardia (2a al 28,8%) e la Liguria (3a anch'essa al 28,8%). Il Piemonte è solo 11° con una percentuale pari al 25,8% di praticanti "in modo continuativo" e un 34% che "non pratica sport". Più in generale, in Italia, la media dei praticanti (in modo continuativo) è del 24,8%, mentre il 38,1% è totalmente sedentario. 

 

Regione Puglia incrementa l’impegno per lo sviluppo dell'impiantistica sportiva

Investimenti e progetti mirati al Sud per sviluppare nuovi spazi destinati alla pratica sportiva, valorizzando nel contempo i territori di riferimento. Nei giorni scorsi a Bari è stato ufficializzato il rinnovo della convenzione tra Regione Puglia, Istituto per il Credito Sportivo (ICS) e Puglia Sviluppo, per dare ulteriore impulso alla crescita degli impianti sportivi a livello regionale. Importanti gli incentivi sia come contributi in conto capitale, sia come riduzione dei tassi di interesse dei mutui ICS. L'ente locale pugliese intende anche ottimizzare gli interventi attraverso un lavoro di programmazione e razionalizzazione. Infatti sono state illustrate le nuove strategie operative contenute nel “Documento di programmazione per l’impiantistica sportiva” redatto da Asset (Agenzia regionale strategica per lo sviluppo ecosostenibile del territorio).  Due le principali direttive: da un lato il miglioramento degli impianti esistenti attraverso le "linee guida per la gestione degli impianti sportivi pubblici"; dall'altro la promozione di sport ambientali praticabili in "luoghi di sport a cielo aperto", con elevato valore anche per la salute, la tutela dell'ambiente e la promozione turistica. Queste nuove modalità consentiranno di utilizzare meglio e valorizzare il patrimonio esistente sul territorio, aiutando i comuni delle sei province pugliesi a creare sinergie con le società sportive ed i soggetti che abbiano una mission sportiva e sociale. L’obiettivo primario è l’incentivazione della fruizione collettiva delle strutture,  garantendone una gestione efficiente e soprattutto un’ampia accessibilità. In totale, attualmente, la Puglia dispone di 3.750 impianti (con una pressione demografica di 92,6 strutture per 100mila abitanti) e di 6.890 spazi sportivi fisici (pressione demografica pari a 170,2). Lecce infine la provincia con il maggior numero di impianti (1.000) e spazi sportivi (ben 1.800, così come la provincia di Bari). “Da diversi anni la Regione Puglia è impegnata nella valorizzazione dell’attività sportiva, sia come strumento di socializzazione, integrazione e aggregazione, sia come fattore di promozione della tutela della salute e del benessere psicofisico dei suoi cittadini" ha sottolineato Elio Sannicandro (direttore generale Asset e regista del Documento). "Partendo da queste premesse, la Regione ha avviato un lavoro di analisi della domanda di sport esistente e dell'offerta di impianti sportivi, sviluppando riflessioni e studi scientifici che possano consentire di pianificare e programmare lo sviluppo dell'impiantistica sportiva, razionalizzando le risorse economiche, umane e ambientali. L'analisi in esame (verrà presentata nei primi mesi del prossimo anno, nda) costituisce una base fondamentale per programmare azioni ed interventi." Analizzate nel documento anche le cause principali di disuso degli impianti sportivi (in Puglia questa percentuale non supera il 13,3%): stato di conservazione insufficiente, mancanza di agibilità, esigenze di manutenzione, difficoltà gestionali e mancato adeguamento delle norme di sicurezza/igiene. Per queste motivazioni la Regione Puglia ha investito 17 milioni di euro per l'impiantistica ed ulteriori 5 milioni per la promozione di azioni che potranno favorire e promuovere la pratica motoria e sportiva ad ogni livello. La Puglia quindi si presenta come una regione all'avanguardia (nel confronto nazionale) nell'utilizzo delle risorse disponibili ed estremamente ricettiva nella sperimentazione di nuovi modelli di sviluppo dello sport. L’Istituto del Credito sportivo inoltre offrirà nuove possibilità di interventi e finanziamenti per migliorare il patrimonio sportivo. Previsti 50 milioni di euro per i prossimi 3 anni a sostegno dello sport pugliese. L’accordo è finalizzato ad ottimizzare gli interventi finanziari utilizzando il Fondo regionale per l’impiantistica, compresa la realizzazione di spazi sportivi all'aperto e playground. 

Gli impianti sportivi a "cielo aperto"

Il futuro è negli impianti sportivi a cielo aperto, riuscendo a coniugare turismo sport. L'evoluzione della domanda di servizi turistici in Italia ha portato all'affermarsi di "prodotti" progettati per specifici interessi o passioni degli utenti finali. Nel tempo si è arrivati alla diffusione del cosiddetto turismo esperienziale, vera e propria concettualizzazione dell'attività turistica "personalizzata" sul territorio. Da questo punto di vista, per esempio, la Puglia dispone di percorsi pedonali, percorsi misti (come i Sentieri di Puglia e il Parco delle Dune Costiere), Ciclovie (quella Adriatica, o ancora dei Borboni o dell'Acquedotto pugliese) o impianti per lo sport a cielo aperto (sia per gli sport di mare, sia per quelle di terra). 

FARE BOX

DATI DELLA REGIONE PUGLIA

3.750: numero di impianti sportivi presenti in Puglia;

6.890: numero spazi fisici sportivi in Puglia;

92.6 impianti sportivi: pressione demografica Puglia (per 100mila abitanti);

170.2 spazi sportivi: pressione demografica Puglia (per 100mila abitanti);

50 milioni*: per i prossimi 3 anni a sostegno dello sport pugliese (stanziati dal Credito Sportivo);

17 milioni*:per lo sviluppo dell'impiantistica (stanziati da Regione Puglia);

5 milioni*: per la promozione di azioni che promuovono la pratica motoria/sportiva (stanziati da Regione Puglia);

20,3%: praticanti sport in modo continuativo sul territorio della Puglia;

207.743: numero atleti tesserati alle FSN (Federazioni sportive nazionali) in Puglia;

5: sport più diffusi sul territorio pugliese (calcio, tennis, pallavolo, pallacanestro e atletica);

1.888: spazi esclusivi e condivisi in Puglia destinati ad attività ginnico motoria;

3.113: spazi fisici pubblici dedicati alle attività di atleti diversamente abili (in Puglia).

Elaborazione agenzia Sporteconomy su dati ASSET - "Documento per la programmazione dell'impiantistica sportiva" 

* valori in Euro