UNA MACCHINA PER AMICA

Denny Cattaneo ci racconta la sua micidiale “sparapalla” dalla forma equivoca con cui si allena da solo quando non trova nessuno con cui giocare. Come usarla e come non farsi usare dalla mania del colpo perfetto.

Andre Agassi l’aveva soprannominata “il drago”, un animale che non potevi mai battere, un’ossessione al punto da fargli odiare il tennis. Il Padre Mike, ex pugile iraniano, l’aveva montata sul campetto di cemento nel retro della casa di Las Vegas e l’aveva anche modificata per renderla ancora più performante. Andre Agassi racconta quei momenti ancora con terrore nel libro autobiografico “Open”: … “mio padre dice che se colpisco 2500 palle al giorno, ne colpirò 17.500 alla settimana e quasi un milione in un anno. I numeri, dice, non mentono. Un bambino che colpisce un milione di palle all’anno sarà imbattibile”. Non sappiamo se mamma Renata e lo zio Tomas – una famiglia che vive per il tennis - abbiano mai fatto simili ragionamenti per il loro adorato Denny ma un giorno l’infernale macchina era nel loro garage a fianco del campo da padel con la scusa che sarebbe servita a tutta la famiglia Cattaneo compreso lo zio, uno che non molla un colpo ancora protagonista nei tornei veterani Itf over. 

Denny quindi non è stata una tua idea..

“Mia mamma Renata mi chiese cosa ne pensassi. La stava studiando da parecchio tempo su internet ma cercava il coinvolgimento di tutti noi. All’inizio io non ero molto convinto che fosse utile per il Padel ma poi mi sono convinto. Così l’abbiamo acquistata (in verità l’ha fatto mia mamma), la curiosità di provarla era fortissima e il mio primo commento è stato: “Che figata!”. Ora la uso soltanto io.”

Quanto tempo hai impiegato per imparare a usarla?

“Nulla. Subito. L’ho accesa, impostata e ho giocato. E’ facilissimo. Spari le prima palline e capisci subito come calibrare traiettoria e intervallo cioè il tempo di lancio della pallina. Il minimo è un secondo e 2 tra una pallina e l’altra, poi c’è la rotazione della pallina (backspin e top spin), l’elevazione (ovvero quanto alto o basso sparare la pallina), la regolazione della velocità della palla che credo sia al massimo di circa 130 km/orari. Poi ci sono dei programmi preimpostati per mettere una pallina a destra, una s sinistra e via dicendo con le altre combinazioni tipiche di una lezione di tennis.” 

Cosa le manca?

“Le rotazioni esterne della pallina sull’asse parallelo al campo tipiche del Padel e dei rimbalzi sul vetro quando si effettua un colpo tipo Vibora per capirci. E poi l’intervallo di tempo con cui lancia le palline. Per allenare il gioco a rete bisognerebbe scendere sotto il secondo, la macchina arriva a 1,2 sec. Troppo lenta. Quindi bisogna inserire altri movimenti tra un colpo e l’altro. Faccio una volee, tocco la rete e faccio volee….

Dove la tieni?

“Nel garage della casa di Mojacar, in Spagna Almeria, dove vive mia madre e dove spesso sono anche io.”

Con quante palle la carichi?

“100 palle, circa 3 minuti di allenamento intenso. Tecnico e fisico, di gran ritmo. La batteria è ricaricabile e dura circa 6 ore ma puoi metterla sul campo e attaccarla a una presa elettrica. In genere faccio 70 minuti di allenamento ma credimi è un lavoro molto intenso.”

Denny la forma però non è il massimo….

“No. Sembra un bidet ma è molto funzionale. Non si può pensare a una macchina sparapalle senza il tradizionale cesto. Anzi, a dir la verità esteticamente si presenta molto meglio dei carrelli rimediati dai supermercati che vengono utilizzati ovunque in Italia e all’estero. Almeno qui c’è una certa cura del look.”

Sei geloso della tua Spinfire?

“Assolutamente no. Ho intenzione di organizzare degli stage da me per sfruttare al massimo le potenzialità della macchina.”