VOGLIO TORNARE IN NAZIONALE

Mi sveglio alle 6,00 di mattina e il mio primo pensiero è rivolto al Padel. Per me è uno stimolo, è vita.” Saverio Palmieri e il suo club di amici. Tutti intorno a lui per aiutarlo a conquistare la convocazione ai mondiali in Paraguay

“Saverio Palmieri, un passato da giovane promessa del tennis, è uno dei giocatori più tecnici e talentuosi che abbiamo in Italia. Attualmente è al terzo posto del ranking nazionale, preceduto soltanto da Simone Cremona e dal suo amico e infaticabile partner di gioco GianMarco Toccini. Due anni fa Saverio è stato convocato per il Mondiale di Cascais ma quest’anno non è stato chiamato per l’Europeo. E’ una delle persone più amate nel mondo del Padel. Mai una discussione in campo con gli avversari, un signore. E’ un vero sportivo, un modello. Intorno a lui c’è grande affetto e noi abbiamo voluto dedicargli la copertina di PadelClub per i suoi meriti sportivi ma soprattutto quelli umani. Il suo bar “The Save” situato in corso Francia a Roma è diventato un punto di ritrovo per discutere di Padel e a giudicare dai discorsi che vengono affrontati (la mattina davanti a un caffè o all’ora di pranzo, in verità senza sosta) la passione è fortissima. Qui si discute di colpi sbagliati nella stessa maniera che si discute di calcio il lunedì mattina. Ed a proposito di pallone da Saverio sono clienti abituali anche alcuni ex calciatori e personaggi dello spettacolo. Tutti appassionati pazzi di questo gioco. Grazie al suo amico Iwan Palombi, grande fotografo professionista che gioca anche a Padel con discreto successo, abbiamo convinto Saverio a farsi riprendere sul set come mai nessun giocatore ha avuto l’occasione.
“E’ stato molto divertente – ci ha raccontato – è stata una bellissima esperienza ma non è stato facile per niente perché Iwan mi stressava continuamente chiedendomi a ripetizione di assumere alcune espressioni che non sono certo naturali, ma ci tenevo a non deluderlo. Mi chiedeva di mettermi in posa, di sorridere, di fare la faccia seria, di spostare un piede. Non finiva mai. Iwan è un maestro riconosciuto a livello internazionale, un grande professionista ma per me è soprattutto un amico. A volte lo prendo in giro – forse troppo spesso - gli dico che a lui basta fare un click per vivere ma ora prometto di non farlo più perché ho visto di persona quanto tempo, quanta professionalità e quanta creatività ci vuole per fare uno scatto”.
Stamattina il Bar è stato letteralmente invaso dai tuoi amici. Sembrava una festa…
“Avevo avvisato che oggi avremmo fatto le foto e sono arrivati tutti. Il bar è un vero Covo. Ci sono alcuni personaggi che animano e alimentano questa nostra passione. E’ nato tutto per caso con Serf e Robertone che venivano a fare colazione la mattina e mi provocavano. Io non potevo mai rispondere come avrei voluto perché stavo lavorando alla cassa e dovevo tenere sempre un comportamento adatto alla situazione. Poi è cominciato a venire anche Potito Starace e Valentina Tofani. Così si è creato un gruppo fantastico. Un grande trascinatore è Giuliano Giannichedda che arriva la mattina presto dopo aver accompagnato i figli a scuola. Per lui spremuta e toast. Un vero sportivo. Insieme a lui arriva anche Viki Giordano che non ha un grande talento con la racchetta ma tanto cuore. Mi diverto perché si parla di sfide passate e future. La famiglia Tofani non può mancare. La “Tofanova” è la mia compagna preferita di doppio misto. E’ stata lei a convincermi di giocare anche il misto. Io non mi sentivo portato e invece abbiamo ottenuto bei risultati. Quando gioco con i due Tofani esprimo il mio miglior Padel, perché loro sono nel mio cuore. Sono persone meravigliose.”
Ma c’è un gruppo storico del “Covo”?
“Si certo, Aurelio, Iwan, Federico Coccia, Franck e Marco Bianchi. Loro ci sono sempre stati. Hanno cominciato a giocare a Padel da poco, ma trascinati dagli altri sono diventati più “malati” di me. Incredibile. All’inizio ci prendevano come dei matti. Ma dove andate? – ci chiedevano – ma cos’è questo Padel? Se ero fuori a giocare si arrabbiavano perché volevano stare con me. Poi un giorno li ho portati sul campo a provare e da allora non fanno altro che giocare e parlare di racchette e colpi. Sono “malatissimi”.
Ti sei reso conto di cosa ha fatto Iwan per te?
“Si, ma sinceramente non pensavo a tanto. Iwan è una delle persone più belle che ho potuto incontrare nella mia attività. Insieme ad Aurelio Centonze, Franck LaBianca, Federico Coccia e Beppe Favalli sono un gruppo unico. Sono lo zoccolo duro del locale. Comunque mi ha detto che per il suo impegno gli devo fare cinque lezioni gratis.”
Gianmarco Toccini, il tuo partner di gioco. Quante volte viene in un giorno?
“Tutti i giorni almeno una volta ma ci vediamo soprattutto sul campo. Robertone invece è ospite fisso con il grande Faustino e Fabrizio Anticoli, il grande maestro. C’è anche Francesco Giampaoli che ha promosso il torneo “The Save Cup”. Ha fatto anche il sorteggio… Si cazzeggia e si parla di sfide impossibili. Io con quello e tu con questo. Secondo te chi vince? … Così si lanciano sfide impossibili.”
La sparata più grossa?
“Che Serf mi batte. Impossibile perché lui mi soffre.”
Adesso lo stai provocando tu però…. che tipo è Maurizio Serafino?
“Eccezionale. Unico. Ancora mi ricordo la prima volta che l’ho conosciuto. Era il 2013, Bologna. Eravamo io Gianmarco e Fabrizio Anticoli. Alla stazione ci venne a prendere proprio Serf e Anticoli ci fece notare la cosa. Uno dei giocatori più importanti del Padel italiano viene a prendere noi? Siamo rimasti per tanta disponibilità. Con la sua proverbiale simpatia ci mise subito a nostro agio. Sapevamo che era molto forte mentre io e Gianmarco eravamo parecchio scarsi. Giochiamo e dopo il primo set lui e Albertini ci dicono di mischiarci con loro. Erano fortissimi ma la prima volta che ci abbiamo giocato in torneo li abbiamo battuti anche se il polpaccio di Serf era fuori uso. Quando Serf si è trasferito a Roma il nostro rapporto è cresciuto ancora perché ha cominciato a frequentare il bar. Lui è un personaggio unico. Grandissima competenza, conosce tutti i giocatori. Io lo chiamo il “vecchio brontolone” perché non gli sta mai bene nulla però ha sempre ragione. O quasi.”
A bar viene anche Viki Giordano?
“Si ma vuole giocare sempre insieme a quelli più bravi di lui e mai con quelli più scarsi. Bisogna rispettare le categorie…”
Quest’anno hai cambiato club e sei passato all’Aniene
“Il circolo con più storia di Roma e non solo. Tre volte campione d’Italia. Nel Padel è un riferimento assoluto. Per me è stata una grande gioia dopo un anno da dimenticare. Far parte della squadra dell’Aniene è un onore. Mi piace l’organizzazione e la serietà. Ho avuto subito un grande feeling con Alessandro Di Bella. I titoli che hanno vinto non sono un caso ma il frutto di un’attenta programmazione. Mi trovo molto bene. Per il momento non so con chi giocherò ma qui ho imparato a fare il giocatore. Loro mi diranno se, con chi e quando giocherò.”
Insieme a Gianmarco hai intrapreso un percorso tecnico spagnolo con Marcela Ferrari. Che obiettivo hai?
“Voglio tornare in nazionale. La sera del giorno in cui mi hanno comunicato che non ero stato convocato agli Europei – seppur accettando la decisione- ero molto deluso. A casa mia moglie Laura mi ha detto che aveva parlato con Andrea Balducci a Barcellona per farmi allenare in Spagna. Per è stato bellissimo.”
Adesso ti chiedo un piccolo calcolo: quante partite di Padel hai giocato in vita tua?
“Sono cinque anni che gioco, ho giocato quasi tutti i giorni. Penso circa 1.400-1.500 partite.”