Gabriele Ciampi

Scalare la vita

Di Valeria Barbarossa

Giovanissimo, 41 anni. Una passione sfrenata per la musica da quando è piccolo. Cinque anni fa parte per Los Angeles, studia, compone. Michelle Obama si innamora della sua musica. Per riposare la mente, sfida in solitudine le pareti rocciose.
Il suo viaggio comincia cinque anni fa. Quando decide di partire per gli Stati Uniti per realizzare il suo sogno: comporre musica. Dopo studio, sacrifici e coraggio, incide il primo album. Michelle Obama viene catturata dalla sua musica e lo invita alla Casa Bianca. La scalata ha inizio. Gira il mondo con i suoi concerti. Per cinque anni di seguito suona all’Auditorium di Roma, incontra Papa Francesco. Il sogno si è avverato. Di ritorno dai Grammy, incontriamo Gabriele per rivolgergli qualche domanda.

Iniziamo col dire che sei stato l’unico giudice italiano invitato ad esprimere un giudizio sugli artisti in gara. Che esperienza è stata?
I Grammy sono considerati gli Oscar della musica quindi per me è stato un grande onore portare l’Italia a questo concorso. È stato molto emozionante ed ho apprezzato i criteri con cui sono stati valutati gli artisti. La giuria si è espressa giudicando le qualità tecniche dal punto di vista melodico e armonico dei brani e non dalla popolarità della canzone o dell’artista. Infatti Despacito non ha vinto.
Chi hai votato?
Bruno Mars e sono stato contentissimo che abbia stravinto. È un musicista vero. Quando ho confrontato la sua partitura con quella degli altri non ho avuto dubbi. Produce musica di grande qualità.
Altri artisti che ti hanno colpito?
Sicuramente Lady Gaga. Sentirle suonare il pianoforte in quel modo è stato davvero esaltante. È un’artista brava e innovativa.
Che cosa pensi di Sanremo?
Sanremo è un grande patrimonio italiano che va tutelato. Apprezzo molto il lavoro che sta facendo Baglioni ma la strada credo sia lunga. Ancora si tende a lanciare il personaggio più che la canzone che dovrebbe essere giudicata per il 50% da una giuria tecnica.
Hai la passione per il climbing, sei diventato anche istruttore. Come è nato questo amore?
Anni fa ho provato e mi sono appassionato. L’arrampicata per me è qualcosa che mi porta in un’altra dimensione. Quando voglio staccare con tutto me ne vado su una parete.
Anche da solo?
Sì spesso. Guardare un tramonto da una vetta e aspettare che cali il buio ti porta in totale contemplazione con te stesso.
Ma non hai paura?
No. Mi piace sentirmi “costretto” nei miei pensieri. E poi è in quei momenti che riesco a comporre. Sono in totale contatto percettivo con ciò che mi sta attorno.
Che cosa ti produce adrenalina? La sfida con te stesso o con la montagna?
Mi entusiasma la continua concentrazione che devi avere quando ti stai arrampicando. L’errore più comune che si possa commettere è quello di dire: ok sono arrivato manca solo un metro. La disattenzione può giocare brutti scherzi. È necessario rimanere al massimo della concentrazione in ogni momento.

In Dreams Awake è l’ultimo album del Maestro Ciampi pubblicato da Universal Music