Michele Uva

Orgoglio nazionale

di Marco Oddino

Già Direttore Generale della FIGC, è stato eletto poche settimane fa Vice Presidente della UEFA, un incarico prestigioso anche per tutto il calcio italiano che attraverso la sua nomina si ritaglia sempre più una posizione di rilievo a livello mondiale.
Lucano, classe 1964 e con lo sport da sempre nel suo DNA, Michele Uva è uno dei dirigenti italiani per cui andiamo fieri e che da sempre si è contraddistinto per la sua preparazione e professionalità.  Tante le esperienze significative e manageriali nella sua “ valigia”…passando dalla pallavolo al basket (Volley Bologna, Volley Treviso, Volley Matera e Pallacanestro Virtus Roma) e dal calcio a ruoli istituzionali (Calcio Parma, SS Lazio e CONI SERVIZI) per poi approdare nel 2014 alla FIGC come Direttore Generale, ruolo che ricopre attualmente.
Ecco cosa ha raccontato a SPORT CLUB...

Complimenti per la sua recente nomina a vice presidente della UEFA, immagino sia molto soddisfatto…
“E’ per me un grande riconoscimento professionale essere stato nominato, ricoprire questa carica vuol dire avere un impegno delicato che affronterò lavorando sapendo che l'obiettivo primario è la crescita sportiva e sociale del calcio in Europa. Ringrazio Ceferin e Tavecchio per aver creduto in me e tutti i rappresentanti del calcio italiano che, fin dall’elezione a membro del Comitato della UEFA, hanno sostenuto con convinzione il mio percorso europeo”.
  Su quali progetti si sta muovendo in ambito europeo?
“Già dalla mia elezione nell’Esecutivo, ho concentrato la mia attenzione sui due ambiti cui mi è stata conferita delega, quindi sul Finance Committee e sul gruppo di lavoro UEFA/Club per lo sviluppo delle competizioni. In qualità di Direttore della Federcalcio con tutti i dirigenti invece stiamo lavorando a tre progetti internazionali tanto affascinanti quanto delicati come l’organizzazione in Italia del Congresso Uefa, del Campionato Europeo Under 21 del 2019 e delle 4 gare dell’Europeo del 2020”.
  C’è l’idea di partecipare ad un Bid per l’assegnazione dei successivi Campionati Europei? E quali chance avremmo in concreto?
“Per il 2024 le candidature sono chiuse. Sarà in Germania o Turchia, decideremo nel settembre 2018. Per il futuro, dobbiamo continuare a lavorare come stiamo facendo, sia in campo internazionale che all’interno dei nostri confini, soprattutto con l’ammodernamento degli stadi, previsto da norme FIGC entro il 2020 e facilitato dalla nuova legge fatta dal Ministro Lotti. Siamo in imbarazzante ritardo sull'impiantistica e se non dovesse esserci inversione di tendenza sarà sempre difficile studiare l’ipotesi 2028”. 
  Quanto impatta negativamente nella valutazione dell’assegnazione di un grande evento non avere un parco impianti di livello?
“Per un Paese di calcio dalle grandi potenzialità come l’Italia è il vero elemento penalizzante. Il livello infrastrutturale qualifica il Bid in maniera determinante perché il tifoso deve essere messo nelle migliori condizioni per fruire dello spettacolo. Se pensiamo che in Europa sono stati costruiti negli ultimi 10 anni 162 nuovi stadi e di questi solo 3 in Italia, onestamente si tratta di una percentuale imbarazzante. Questo è un filone importante per ridare stabilità al nostro calcio, senza il quale non c'è futuro. Oggi non ci sono più alibi, c'è una legge e tempi contingentati che permettono alle società di guardare ad una nuova impiantistica; inoltre la FIGC ha approvato norme graduali, all’interno del Sistema delle Licenze Nazionali, per stimolare un cambio di strategia, ma sono i Club che devono capire l’importanza dell’investimento”.
  Dall’osservatorio privilegiato della FIGC, alla luce del ReportCalcio, qual è lo stato di salute del calcio italiano?
“E’ stato un anno che ha registrato miglioramenti sotto diversi indicatori, dall’aumento del valore della produzione all’alleggerimento del risultato netto negativo, che conferma come il calcio italiano sia avviato verso un percorso da un lato di stabilità e dall’altro di investimento che dovrebbe produrre risultati strutturali nell’arco di un quinquennio. Per quanto riguarda la FIGC siamo più che soddisfatti perché abbiamo registrato numeri e risultati davvero molto positivi: ogni giorno in Italia si disputano in media quasi 1.600 partite ufficiali con arbitro federale, all’interno dei 17.932 campi sportivi omologati per l’attività agonistica, la FIGC continua a rappresentare per distacco la Federazione Sportiva Italiana di maggiori dimensioni, tanto per fare un esempio nella fascia 5/16 anni 1 atleta su 5 è tesserato con noi”.
  Casi come il fallimento del Parma Calcio sono scongiurati o il pericolo è comunque dietro l’angolo?
“La Federcalcio ha varato norme di controllo sui parametri economico-finanziari severi e strutturali, entreranno a regime insieme al pareggio di bilancio dal 2018-2019. Poi anche altre norme a garanzia di tutto il sistema per controllare chi intende acquisire quote azionarie di un club professionistico. Senza dimenticarci che le società di calcio sono società con scopo di lucro e come tali sono soggette anche e soprattutto alle leggi e ai controlli previsti dallo Stato, come tutte le aziende private in Italia”.
  La Juventus ha da alcuni anni lo stadio di proprietà. Sassuolo e Udinese hanno puntato sul riammodernamento. Perché in Italia non è possibile vedere 20-30 nuovi progetti presentati nello stesso periodo?
“Quelli di Juventus, Sassuolo e Udinese rappresentano delle eccellenze, purtroppo in Italia si è pensato troppo in passato a spendere per l’allestimento delle squadre e quasi nulla ad investire in infrastrutture. Per fortuna adesso segnali in controtendenza ci sono, basti pensare ad Atalanta e Bologna con progetti di ammodernamento già approvati, oltre a Empoli, Fiorentina e Roma che pensano alla costruzione di nuovi stadi”. 
  La conferma di Ventura alla guida della Nazionale è un segnale forte della FIGC che ha scelto una strada ben precisa con obiettivi importanti. Ci può dire quali sono?
“La parola d’ordine è programmazione. Lo stiamo facendo nella gestione della Federazione, nello sviluppo dei Centri Federali Territoriali e anche nel lavoro delle Nazionali di cui siamo particolarmente orgogliosi. Negli ultimi due anni abbiamo centrato un 2° posto nell’Europeo Under 19 e un 3° posto al Mondiale Under 20, oltre alla semifinale raggiunta nell’Europeo Under 21, che confermano la crescita dei giovani italiani a livello internazionale. Ventura ha lavorato bene puntando proprio sui giovani, avviando un ricambio generazionale e valorizzando i calciatori cresciuti nelle giovanili azzurre, attraverso gli stage avviati lo scorso anno e confermati anche in questa stagione, così come attraverso l’esordio di 12 calciatori in Nazionale maggiore in un anno. Ora però serve andare al Mondiale in Russia, la pressione sale ma è giusto così”.
  Alla luce di ciò che è avvenuto con il trasferimento di Neymar al PSG, qual è il suo commento in merito?
“La UEFA ha appena iniziato la sua indagine poiché prima non era possibile essendo la sessione di mercato ancora aperta. Verificherà se tutto è avvenuto secondo le regole, ma  è necessario avviare, come ha già affermato il presidente Ceferin, un aggiornamento del Financial Fair Play. La prima versione ha avuto il merito di ridurre il debito tra i Club che partecipano alle coppe europee, adesso bisogna studiare una formula che incida maggiormente sull’equilibrio competitivo del sistema”.
  Al termine della prossima stagione partirà la nuova Champions league, con l'Italia tra i paesi "storici" come maggiore beneficiario. E' una scelta strategica per valorizzare i Big Five europei (come appunto la serie A)?
“Anche questo è stato un grande traguardo politico raggiunto grazie a Agnelli e Gandini e sul quale la Federazione ha fatto da blocco e volano affinché passasse nel Comitato Esecutivo della Uefa. Ora tocchera mantenere il ranking per non perdere le quattro squadre di diritto”. 
  Ogni anno la Uefa ridistribuisce importanti risorse tra i 32 club che partecipano all'evento? E ogni anno il prime-money è in crescita. Questo trend continuerà anche nei prossimi anni o anche i ricavi tv/commerciali sono destinati a stabilizzarsi in considerazione dei trend economici del momento?
“Il prossimo triennio sarà ancora più ricco. Il calcio europeo cresce e il suo appeal internazionale è straordinario. Bene, ma altrettanta strada c'è da fare per arrivare alla cima dei ricavi”.
  Ogni tot anni si parla di Super League al di fuori del tracciato della Champions league Uefa, poi ad un certo punto la Uefa interviene proponendo ai club iscritti al torneo maggiori ricavi. E' una coincidenza o fa parte del gioco tra le parti?
“La Super League esiste già, è la Champions League. Campionato dallo straordinario appeal mondiale. Perché uscire allora dalle regole Fifa, Uefa e delle Federazioni nazionali?”
  Una domanda più a carattere sportivo: cosa manca alla Juve per vincere nuovamente una finale di Champions?
“Adoro il calcio così come tutti gli altri sport, ma per modesta competenza e per opportunità mi tengo fuori dai giudizi e dalle previsioni tecnico-sportive. In Italia siamo un popolo di allenatori di calcio, tutti tranne uno...”