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DENNY BOY

Ha vinto gli Open del Foro Italico in coppia con Simone Cremona confermando di essere il top-player italiano più emergente. Si allena in Spagna e viene in Italia per i tornei.

E’ nato a Vimercate, a settembre compirà 28 anni ma garantisce di sentirsi ancora più giovane. Fisico bestiale, cura del corpo maniacale. Campo, corsa, palestra e pesi per modellare i punti più difficili e alimentare nella giusta misura il mito di Narciso, divinità greca dal corpo perfetto. Daniele “Denny” Cattaneo gioca a sinistra perché ama essere protagonista. Al Foro ha battuto in finale Tinti-Fanti e in semifinale Capitani/Verginelli. Residenza, amici e cadenza di Genova. Movida e allenamenti a Madrid, Almeria e Milano. Nel campo di Padel Denny si muove con eleganza classica. Sembra non faticare mai. I suoi maestri spagnoli lo invitano a essere più cattivo e concreto ma per lui l’estetica del gioco è qualcosa da cui non si prescindere. Vederlo giocare è uno spettacolo. Con questa flemma ha scalato in breve tempo la classifica italiana ma non se ne cura più di tanto.

“Mi ritengo fortunato. Mangio di tutto e non ho mai faticato a mantenermi in forma. Forse è una questione di geni. MI piace lavorare in palestra, ci vado quasi tutti i giorni. In questo periodo sto facendo una preparazione specifica senza racchetta. Movimenti laterali e spostamenti sul campo in tutte le direzioni senza fine. Mi piace la fatica e adoro spingere con i pesi. Sulla panca faccio ripetizioni con 80 kg.. Il pettorale con presa larga del bilanciere è il mio preferito. Essendo longilineo soffro invece quando faccio le gambe.”

Denny sei un ragazzo con la mentalità internazionale.
“Ho viaggiato tanto, mia madre è della repubblica Ceca. Ho vissuto nove anni lì sino alla quarta elementare poi sono venuto in Italia. Ho iniziato a giocare a tennis tardi, avevo 14 anni. Ho raggiunto la classifica di 2.6. e ho cercato di fare tornei “future” ma con poco successo. Non sono mai riuscito a conquistare un punto Atp. Grandi mezzi ma poca testa. Adesso invece c’è il Padel e il tennis l’ho messo un po’ da parte. Almeno per il momento.”
Puoi essere definito un professionista?
“Dipende cosa intendi. Mi sento professionista per l’impegno. Faccio la vita che fa un professionista di alto livello con la differenza che il mio livello di gioco non è ancora paragonabile”
Cos’è il Padel per te?
“Innanzi tutto io dico Padel, con una sola “d”. Tre anni fa mi ha cambiato la vita. Facevo il maestro di tennis, d’estate sono andato a trovare mia madre in Spagna e così ho conosciuto questo sport meraviglioso. Non l’ho più mollato. Ho iniziato ad allenarmi seriamente spostandomi continuamente da Genova a Madrid. Durante l’inverno mi stabilisco per tre mesi lì e vengo in Italia solo per fare tornei. E’ uno sport super-divertente, mi piace un sacco. È una specie di “pittino” - come noi tennisti chiamiamo una partita su campo ridotto giocando di tocco . E’ un pittino in grande, nel senso che puoi inventare cose anche molto spettacolari e questa è la parte che mi piace di più.”
Quando incontri una persona come gli spieghi il Padel
“Mi succede spesso perché in italia non è conosciutissimo. Dico sempre che è molto simile al tennis però ci sono le pareti e che c’è una certa vicinanza con lo squash. Si gioca sempre e solo in doppio ed è molto più facile da apprendere-almeno all’inizio - rispetto al tennis. La prima volta che ci giochi riesci a divertirti anche se non sai giocare anche la dimensione ridotta della racchetta aiuta.”
Nel futuro del giocatore italiano più promettente cosa c’è?
“Il mio primo obiettivo era arrivare in nazionale riuscire a giocare il campionato del mondo. Non mi aspettavo di bruciare le tappe così in fretta. Sono molto orgoglioso di far parte della nazionale italiana e vorrei cercare di rimanerci. Dopo l’estate proverò qualche qualificazione ai tornei del World Padel Tour. Il mio livello sta crescendo ma devo migliorare ancora molto. Non ho punti e quindi devo fare le pre-qualifiche”.
Tu fai anche il maestro di Padel? dai lezioni? Ho la sensazione che ci sarebbe la fila…
“Sono maestro di secondo livello ma ancora non avuto occasione di insegnare. Comunque, se riesci a fare solo il giocatore è meglio. Trascorrere 5-6 ore sul campo a fare lezioni e poi presentarsi ad un torneo non è facile”.

Mentre finivamo l’intervista passa davanti a noi Enrico Sellan che gli dice: ”E’ tutto uno scherzo, non ha registrato nulla!!”. Denny mi guarda e dice: “Noooo, Come sarebbe? Sono venti minuti che parliamo..”. Tranquillo Denny, Enrico scherza sempre.