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Antonio Allegra

Il volto della Panini S.p.A.

Di Fabio Sieni

Sei il frontman della Panini S.p.A., è stata dura arrivare dove sei ora?
Innanzitutto la definizione “frontman” mi fa un po’ sorridere, ma in effetti è vero che in Italia ho avuto più occasioni di apparire pubblicamente rispetto ad altri colleghi. Rispondendo alla domanda: è dura per definizione anche se in verità sono stato molto fortunato ad entrare in questa azienda in un momento in cui stavano accadendo tante cose e quindi c’era la possibilità di seguire progetti in una dimensione totalmente innovativa. Ho dato tutto il possibile ma ho avuto indietro tantissimo. Lo sforzo è stato ampiamente ripagato dai risultati e dalle sensazioni che sono riuscito a vivere in questi anni.
Che ambiente è la Panini? Cosa succede dietro le quinte della storica azienda italiana?
La Panini è un’azienda direi strana, perché anche avendo cinquantacinque anni di storia è ancora modernissima. Se si gira per le sedi si ha l’impressione di una realtà vintage: questo impianto è stato edificato negli anni sessanta ed è una realtà molto tradizionale. Molti dei macchinari sono stati progettati proprio da Umberto Panini. L’ho conosciuto di persona e posso dire che era una persona unica. Parlava o in dialetto modenese o in spagnolo, avendo vissuto anni in Sudamerica, ed era un vero genio della meccanica. Molte delle macchine che ancora usiamo le ha progettate lui. Mi sono interfacciato in passato anche con Franco, altra persona speciale, che aveva studiato, e si occupava invece di tutta la parte amministrativa, già necessaria per un’azienda che dopo poco tempo dalla sua nascita si stava già evolvendo. Non ho avuto invece la fortuna di confrontarmi a fondo con Giuseppe, che rappresentava lo spirito imprenditoriale - ed insieme a Benito aveva avviato l’attività nei primi anni ‘60 - e che ho incontrato solo un paio di volte, essendo mancato nel 1996. Oggi la Panini è una multinazionale, con un fatturato superiore ai cinquecento milioni di euro annuali, ma lo spirito dei fratelli Panini è ancora vivo in noi. Se si gira tra i corridoi si vede come i rapporti tra operai e impiegati siano molto familiari, ci si da sempre del tu. E’ un posto dove è bello lavorare. Io sono entrato più di vent’anni fa pensando di restare un paio d’anni, e invece sono ancora qui.
Progetti futuri della Panini S.p.A.?
Da un lato c’è la corazzata ”Calciatori”, l’edizione 2016/2017 è la cinquantaseiesima edizione, è la serie storica più lunga al mondo. Per quel che riguarda ancora il calcio, abbiamo lanciato già dallo scorso anno un nuovo filone editoriale che si chiama FIFA 365, e quindi il calcio mondiale tutti i giorni dell’anno. Ha riscosso un grandissimo successo e nei prossimi anni sarà ancora uno dei nostri progetti di punta.. Parlando degli altri sport, abbiamo una collaborazione con NBA, per cui facciamo una collezione sul basket americano che funziona molto bene anche in Europa ed in Italia. Nell’area entertainment abbiamo un accordo con Disney oramai da decine di anni e quindi usciremo con tutte le collezioni legate a film o personaggi di successo. In tutto escono ogni anno in Italia una trentina di collezioni diverse con l’obiettivo di coprire tutti i target possibili. Noi vogliamo che i ragazzini di ogni età possano andare in edicola e trovare quello che cercano. Questi sistemi tradizionali saranno integrati da nuove linee di business su cui stiamo lavorando anche nel digitale. In tal senso molto bene stanno andando le carte “Calciatori Adrenalyn”, che nascono come un card game ma uniscono fisico e virtuale, grazie a codici unici stampati su ogni carta la quale viene anche riprodotta digitalmente, online e dentro la App del gioco E non è finita, ma posso anticipare solo che nei prossimi anni ci saranno altre evoluzioni.