
I 14 Ristoranti del 2024 con 3 stelle Michelin
Si ringrazia la Guida Michelin
La Guida Michelin Italia arriva quest’anno ad un traguardo importante: 70 edizioni!
La pubblicazione del 2025 si rivela ricca come la precedente, con l’iscrizione di 130 nuovi ristoranti, sui 393 totali, segno che il paese mantiene tutto il suo dinamismo in termini di gastronomia. Questo dinamismo si traduce anche in una crescente attenzione alla sostenibilità. La maggior parte degli chef si concentra su una cucina locale, ricorrendo il più possibile a piccoli produttori del territorio. Per quanto riguarda le nuove Stelle, la nostra selezione racconta di una ristorazione che eccelle in talento e savoir-faire. A Verona, Giancarlo Perbellini è lo chef che maggiormente ci ha entusiasmati e che vede brillare la terza Stella sul suo ristorante Casa Perbellini 12 Apostoli. Ma scopriamo tutte i ristoranti che possono vantare le 3 stelle tanto ambite.
PIAZZA DUOMO - ALBA
È l'ormai celebre porta rossa ad anticipare l'ingresso in questo tempio della cucina italiana. Una volta varcata la soglia, si sale al primo piano, dove i muri rosa e l'affresco di Francesco Clemente vi salutano insieme al cordiale personale di sala. Da qui in poi, protagonista è la personale cucina dello chef Enrico Crippa, che si presenta con tre menù degustazione (un quarto, più breve, è disponibile solo a pranzo): uno strettamente legato agli orti e alle stagioni, l'altro in estrema intimità con il territorio e l'ultimo propenso ad un viaggio lungo l'Italia e oltre confine. Ciò che emerge da ogni singolo, delizioso assaggio è l'amore appassionato dello chef per il mondo vegetale: verdure, fiori, erbe aromatiche, coltivate e spontanee, sono raccolte quotidianamente, a firma di piatti memorabili ed esteticamente perfetti. L'iconico inizio pasto, con le mille e più delizie che formano l'appetizer, continua ad appagare anche gli occhi degli Ispettori. Non servirebbe ricordarlo, ma siamo in terra di amore passionale per il vino e infatti sono addirittura tre i tomi ad esso dedicati: Solopiemonte è uno stupendo omaggio al territorio, mentre Tuttoilresto (diviso in bianchi e rossi) celebra la Francia. Il servizio, non solo competente su ogni aspetto ma ugualmente appassionato, sa intrattenere l'ospite senza eccessivi formalismi; le tre ore (grosso modo necessarie per il pasto) passano quasi senza accorgersene e anche lo chef porge i propri saluti - alla fine - con discrezione e simpatia.
ATELIER MOESSMER NORBERT NIEDERKOFLER - BRUNICO
Nel vasto parco storico vicino al centro di Brunico, il ristorante è ospitato all'interno della villa padronale della fabbrica tessile Moessmer e la sua sala conviviale custodisce sul grande tavolo centrale un libro dei tessuti dei primi ‘900 di grande valore simbolico. Qui la filosofia di "Cook the Mountain" raggiunge la sua massima espressione grazie ai migliori ingredienti delle montagne circostanti e al rispetto dei loro cicli naturali per preservarne sapori e nutrienti. La cena si apre con deliziosi appetizer serviti nel salottino che, a piacimento, possono essere accompagnati dall'aperitivo. Quindi, al termine di questo delizioso preludio, ci si trasferisce in sala oppure al bancone con sgabelli direttamente in cucina. In ogni caso si continua con l'unico menù degustazione proposto, a cui possono essere aggiunti – à la carte - alcuni dei piatti che hanno fatto la storia di questo locale, come la tartare di coregone o gli gnocchi di rapa rossa: una sequenza di leccornie che confermano lo chef della Valle Aurina come uno dei maestri della cucina italiana contemporanea. E, infine, una nota sul talentuoso sommelier Lukas Gerges: lasciatevi tranquillamente consigliare da lui, sia per un grande vino internazionale, ma soprattutto per le piccole rarità dell’Alto Adige.
DA VITTORIO - BRUSAPORTO
C'è una scelta alla carta, ma assecondando la gestione da sempre piacevolmente familiare del ristorante, anche quattro percorsi degustazione di grande spessore: “Gli esordi di papà Vittorio” (tante ricette di carne ispirate alla tradizione), “Dalla nostra campagna” (le verdure nate e cresciute nell’orto di proprietà e nella Planet Farm), “Carta Bianca” (16 portate per un’esperienza insolita dettata dal guizzo creativo degli chef), “Nella tradizione di Vittorio" (8 portate a base di pesci e crostacei preparate con i freschi arrivi dal mercato e dove non manca il celebre pacchero). Se alla base vi è un’accurata selezione dei migliori ingredienti, le preparazioni si caratterizzano per il loro forte impatto scenico e per una costante ricerca di sapori ricchi ed intensi, tradizione e materia prima. Da Vittorio si è coccolati fino alle battute finali, con lo strepitoso carrello dei formaggi e delle sucrerie.
REALE - CASTEL DI SANGRO
Sulle prime pendici collinari che circondano il paese, tra vigneti e giardini, la sobria essenzialità dell'ex monastero cinquecentesco preannuncia lo stile di una delle cucine più riconoscibili e identitarie fra i cuochi italiani. Da anni caratterizzata da uno stile minimalista, con pochi ingredienti nel piatto, salse reinventate con un carattere più italiano rispetto a quelle classiche d'Oltralpe, Niko Romito non cessa tuttavia di fare ricerca ed evolversi. È l'ora di una maggiore attenzione ai prodotti e alle ricette del suo Abruzzo, ma soprattutto di dare più spazio al mondo vegetale, con tanti piatti che vi stupiranno per intensità di sapori. Come sempre, proposte solo apparentemente semplici, ma che nascondono un lavoro complesso e straordinario, che lascia spesso incantati.
ENOTECA PINCHIORRI - FIRENZE
Nel mondo gourmet via Ghibellina vuol dire Enoteca Pinchiorri: lo splendido palazzo seicentesco ospita uno dei ristoranti italiani che sono diventati leggenda. Aperto nel 1972 da Annie Féolde e Giorgio Pinchiorri, quella che sembrava essere una semplice enoteca con cucina è diventato il grande ristorante per eccellenza. Fra quadri ed affreschi, nei suoi spazi coniuga la storia e l'eleganza fiorentina, mentre ai fornelli Riccardo Monco delizia con una cucina che si sottrae al desiderio di stupire ad ogni costo o seguire mode effimere, puntando su sapori intensi che si ricordano a lungo. Ma la lista di chi fa grande questo ristorante non finisce qui: a Francesco Federici il merito di sfornare dolci straordinari, mentre in sala l'elegantissimo personale è diretto da un altro pezzo di storia dell'Enoteca, Alessandro Tomberli.
ENRICO BARTOLINI AL MUDEC - MILANO
Raggiunte le tre Stelle nella sede milanese, il ristorante di punta della galassia Bartolini, lungi dal prendere fiato il grande chef, coadiuvato dal resident Davide Boglioli, continua ad elaborare piatti nuovi, sempre all'insegna della pienezza e dell’intensità dei sapori, per nulla cerebrali, anche se volendo ci si può addentrare nel gioco delle stratificazioni, delle citazioni e dei rimandi, oppure semplicemente godersi l’equilibrio perfetto del risultato. Mudec Experience è il menu degustazione proposto, ma i piatti possono essere estrapolati e serviti anche alla carta. Se, infine, gli spaghetti freddi sono un must, l'ideale sarebbe conservare un po' di appetito per assaggiare una delle cinque proposte in carta di "formaggi creativi", con rarità e accostamenti molto interessanti. Il tutto al terzo piano del Mudec, il Museo delle Culture, in uno spazio-salotto di raffinata e contemporanea eleganza.
OSTERIA FRANCESCANA - MODENA
Arrivati in via Stella, di tanti orpelli e medaglie il ristorante sembra liberarsi volentieri in favore di una sobria eleganza contemporanea, messa in risalto dalle notevoli opere d'arte di cui Massimo Bottura è appassionato. Una cifra di understatement che si ritrova anche nella cucina, dove la grandezza si traduce in misura, controllo e padronanza di ogni mezzo, oltre ad una grande visione che partendo da Modena e dall'Emilia - parmigiano, aceto balsamico, tagliatelle e tortellini tra gli elementi imprescindibili - arriva a classici internazionali, che lo chef cita e rilegge con giocosa leggerezza, per ricordarvi che il cibo non è una noiosa liturgia, ma divertimento, memoria e cultura. Il menù attualmente in voga si chiama Globale, ricordando le tante suggestioni raccolte da Bottura in giro per il mondo, in seguito riportate ed elaborate – qui - nello storico locale; in alternativa, c'è la scelta alla carta con alcuni dei suoi piatti classici più legati alla territorialità da cui è partito. Noi da quest'ultimo passaggio ricorderemo – soprattutto - Un'anguilla che risale il fiume Po: golosità e leggerezza! Se nella lista dei vini ci sono molte eccellenze, non mancano tuttavia anche etichette meno famose, frutto della ricerca di piccoli produttori che riescono a raccontare una storia a molti sconosciuta.
QUATTRO PASSI - NERANO
Quarant’anni di storia. A cominciare dal nonno di Fabrizio Mellino, l’attuale chef-patron, che aveva una piccola rivendita di uova autoprodotte da un allevamento di galline. Poi si decise di aprire una pizzeria ”A Quattro Passi” dal mare; nel tempo Antonio ed ora il figlio Fabrizio hanno creato questo tempio della cucina mediterranea, dove gusti, tecniche e prodotti si fondono per dare vita ad una danza del palato che termina con una serie di piccole uova di cioccolato dai gusti molto particolari, dal roquefort alla rucola, dal peperoncino al limone. In mezzo ci sono il mare, il Sannio, la Francia, il Giappone, il San Marzano, lo sfusato Amalfitano… ecco alcuni degli elementi che fanno della cucina di Fabrizio un viaggio all’insegna della semplicità, del gusto, del piacere. Un viaggio un po’ impegnativo fino a Marina del Cantone, ma una volta arrivati, abbandonatevi all'emozionante accoglienza di Raffaele e del suo staff, per passare un momento indimenticabile di vera cucina.
VILLA CRESPI - ORTA SAN GIULIO
Ad una passeggiata dal fiabesco borgo e dal suo affaccio da cartolina sul lago e sull'isola San Giulio, la sede di questo tre stelle non è meno sfolgorante: una villa di fine Ottocento in stile moresco, tanto nell'imponente aspetto esterno, quanto nelle sale interne, un'aristocratica dimora dove si svolgeva la vita della famiglia Crespi. Oggi la star della villa è Antonino Cannavacciuolo, ormai a capo di un piccolo impero di ristoranti stellati, che qui a Orta San Giulio ha l'ammiraglia, il locale più premiato e celebrato. Campano, di Vico Equense, benché i suoi piatti prendano ispirazione da tante parti d'Italia e non solo, in tutte le sue proposte troverete la passione, i colori e l'intensità di sapori della sua regione d'origine. Nei due menù degustazione così come nella sintetica alternativa alla carta, un fil rouge di raffinatezza e bontà ininterrotto, in ricette soprattutto a base di mare ma non solo. La sublimazione della cucina mediterranea in chiave contemporanea mai forzata: la cifra prevalente nello stile di Cannavacciuolo & C., al suo punto massimo di espressione.
LA PERGOLA - ROMA
La nuova Pergola, dopo un completo restauro, omaggia i colori e i materiali di Roma, dal travertino alle sfumature di rosso. Rinnovata anche la terrazza, ma fortunatamente la vista non cambia: per quante volte possiate essere stati qui, ad ogni cena il ricordo non riesce a rievocare un panorama tanto vasto e meraviglioso. Sotto la collina di Monte Mario, Roma si estende nella sua interezza, circondata dai colli; da qui appare silenziosa e fatata, quasi sonnecchiasse. Heinz Beck ai fornelli dal 1994, eppure conserva stimoli per rinnovare i suoi piatti, percorrere nuove strade, all'insegna di una cucina creativa, di impronta fortemente italiana e mediterranea. Oltre alle spettacolari carte dei vini, gli appassionati d'acqua e caffè ne troveranno un'ampia e rimarchevole selezione.
LE CALANDRE - RUBANO
Lasciata la strada provinciale e la zona commerciale, si entra nel favoloso mondo delle Calandre della famiglia Alajmo: le luci soffuse - effetto realizzato anche di giorno - son quasi un complemento d'arredo della sala essenziale, disegnata dai fratelli Massimiliano e Raffaele, così come la maggior parte delle porcellane utilizzate per il servizio. La proposta viene presentata attraverso 3 menù degustazione: Classico, Max e Raf, con la generosa possibilità di incrociarli a piacimento così come di optare per una scelta come fosse à la carte. Sospesa tra sapori confortevoli e giochi fantasiosi, la cucina di Max a volte cita se stessa attraverso i classici del ristorante come il celebre cappuccino di seppie al nero, più spesso presenta creazioni al passo con le stagioni. L'ispettore consiglia: Suono N'uovo, una tagliatella nel cui impasto è presente, opportunamente trattato, anche il guscio dell'uovo che aggiunge una insolita e piacevolissima croccantezza.
DAL PESCATORE - RUNATE
Tristellato dal 1996 - è il record italiano - nonché prossimo a festeggiare un secolo di vita: per conoscere la storia della ristorazione italiana bisogna venire a Runate, poche decine di abitanti nella campagna tra Cremona e Mantova, dove una straordinaria coppia ha trasformato l'antica osteria familiare in un tempio di eleganza e accoglienza. Parliamo di Antonio Santini, in sala, e di sua moglie Nadia, ai fornelli, con i figli Giovanni e Alberto. In un raffinatissimo mix di antico e moderno, dove spazio, luce e colori lasciano rapiti, vi verranno serviti piatti memorabili che hanno attraversato i decenni, con sottili evoluzioni e miglioramenti anno dopo anno, senza tuttavia mai piegarsi a mode effimere, privilegiando sempre il gusto e il piacere di stare a tavola. Un pasto Dal Pescatore ha il sapore di una fiaba, ambientata nel mondo incantato di una splendida casa di campagna nel parco del fiume Oglio.
ULIASSI - SENIGALLIA
Da perfetta protagonista di vacanziere cartoline estive, la Riviera Adriatica diventa quadro o, se preferite, film d'autore grazie all'interpretazione avvincente di Mauro Uliassi. Il ristorante pare quasi nascosto e confuso tra gli stabilimenti balneari che affollano il litorale di Senigallia: mai ci si aspetterebbe un 3 Stelle MICHELIN mimetizzato tra ombrelloni e onde del mare. La forza e l'originalità di questa cucina sta proprio nella coerenza di saper offrire il massimo partendo da ciò che la circonda, con il coraggio di attingere e confrontarsi con le tradizioni gastronomiche più conosciute e familiari, quelle stesse che hanno decretato il successo di pubblico di questa costa, ma dandone un'interpretazione creativa e personale. Il mare, naturalmente, coi suoi sapori e profumi, ma anche l'entroterra, con la passione mai spenta verso la tradizione marchigiana della selvaggina: ottimo il colombaccio - servito in spiedino - cottura perfetta! Un'esperienza colorata e scaldata dal sorriso dei titolari, oltre a Mauro, la sorella Catia a far gli onori di casa e Filippo, figlio dello chef. Senza scordare che, nel rispetto del territorio, hanno ormai bandito la plastica e si prodigano nel convincere i marinai a non usare il polistirolo per il trasporto del pesce.
CASA PERBELLINI 12 APOSTOLI - VERONA
Giancarlo Perbellini ritorna alle origini, nel locale storico della sua città, dove ogni cuoco veronese, e non solo, ambirebbe lavorare. E ne rinnova i fasti con un restyling attualizzato ma, soprattutto, perfezionando ancora il suo stile e la sua filosofia di cucina, presentata attraverso tre formule degustazione −"Io e Silvia", dedicato alla moglie e che include piatti decisamente fantasiosi come il cotto e crudo di crostacei, con una pennellata di soia e peperoni; "Io e Giorgio" dedicato al suo mentore ovvero all'ex proprietario dell'attuale location con ricette più classiche; ultimo ma non ultimo, "L'Essenza" totalmente vegetariano. Un elogio va riservato alla carta dei vini, caratterizzata da una vasta scelta di bottiglie d'Oltralpe: passione sia del sommelier sia di Giancarlo. Imperdibile, infine, una visita alle rovine romane conservate al piano interrato. Un consiglio: prenotate lo chef's table dove si può cenare in coppia, ma – al tempo stesso - in compagnia dei bravissimi chef che eseguono i piatti come in un’orchestra ben affiatata. Lo spettacolo è garantito!