People

Intervista a Davide Bonora

Sci. Snowboard. Ce n’è abbastanza per divertirsi e anche per allenarsi. Ma con il ghiaccio non si scherza: è bene avere con sé l’equipaggiamento migliore, per partire alla grande.

“Ce la vogliamo giocare fino alla fine”. Con queste parole, Davide Bonora, allenatore dell’Eurobasket Roma, si dimostra carico e determinato nel continuare il percorso di crescita della sua squadra, dopo l’emozionante cavalcata della stagione scorsa. Un’avventura nata per caso ma il destino sta riservando molte gioie al tecnico della formazione di Serie B, pronto a togliersi belle soddisfazioni insieme ai suoi ragazzi, portando di nuovo entusiasmo intorno all’ambiente della pallacanestro romana. Dopo una carriera ricca di successi come uno dei migliori giocatori italiani, Davide Bonora si confessa così a Sport Club Magazine, tra la sua nuova vita da coach e il suo passatempo da “imprenditore”, con l’apertura di quattro nuovi campi di Padel, la moda sportiva che ha letteralmente conquistato tutta la Capitale.

Ciao Davide, iniziamo partendo dalla tua nuova esperienza da allenatore, cominciata un anno fa all’Eurobasket Roma e subito impreziosita da ottimi risultati, sia a livello personale che di squadra. Ti aspettavi questo successo?
“Onestamente no, nel senso che è stata una sorpresa un po’ per tutti. Da una chiacchiera informale con il Presidente Armando Buonamici e con il figlio Cristiano è iniziata quest’avventura di allenare l’Eurobasket. Loro stavano ridiscutendo tutto lo staff tecnico e mi è stata offerta questa possibilità di allenare la Serie B e l’Under 19 con obiettivi che erano quelli di far crescere i giovani e di farli maturare in un campionato importante come la Serie B. Poi cammin facendo, soprattutto grazie all’abnegazione dei ragazzi e all’aiuto dei giocatori senior - come Alex Righetti che è stato l’allenatore in campo - abbiamo costruito prima la consapevolezza di potercela giocare con tutti poi con gli innesti che sono arrivati a metà campionato è cresciuto il valore tecnico della squadra. E’ stata quindi una piacevole sorpresa grazie all’ottimo lavoro da parte di tutte le componenti, staff, giocatori e società, con quest’ultima che mattone dopo mattone ha costruito una struttura che ambisce ad obiettivi molto importanti”.

La stagione iniziata quest’anno sembra un proseguimento del cammino di crescita e di risultati conquistati l’anno scorso. Qual è l’obiettivo dell’Eurobasket Roma per il 2015-16?
“Non ci nascondiamo, ce la vogliamo giocare fino alla fine. Ci stiamo impegnando per arrivare in fondo e giocarcela con tutti, come abbiamo fatto l’anno scorso. Non è mai facile iniziare una stagione dichiarando ‘vogliamo vincere’ perché ciò dipende da mille variabili che nel corso dell’annata possono influire sul rendimento del singolo e sulle sorti della squadra. Ma vogliamo arrivare a competere fino alla fine. Abbiamo vissuto un’estate particolare, abbiamo perso un mese dietro a questa possibile collaborazione con la Virtus Roma che poi non si è concretizzata. Siamo quindi ritornati sul mercato per cercare di costruire la squadra per la Serie B, comprando giocatori importanti e mantenendo lo zoccolo duro della rosa come Casale, Fanti e Staffieri oltre a Righetti e Romeo. La squadra è competitiva e soprattutto c’è grandissima disponibilità a lavorare in palestra; questa è la cosa più importante per me”.

Hai parlato del mancato accordo con la Virtus Roma. Come mai non si è riusciti a chiudere?
“Inizialmente abbiamo pensato che potesse essere il giusto step per crescere. Penso che la proposta che era stata fatta alla Virtus potesse essere un giusto compromesso per entrambi e ciò avrebbe ridato slancio ed entusiasmo all’ambiente intorno alla Virtus. Armando Buonamici in questo è maestro, nel senso di come caricare di entusiasmo l’ambiente e credo che ciò avrebbe fatto bene alla Virtus. Detto questo, nel momento in cui sono venute a mancare le premesse di “fusione”, Armando è partito in quarta ed è ritornato sul mercato della Serie B spendendo un budget importante, acquistando giocatori da fuori che non è così semplice come sembra, soprattutto in una città come Roma. Dopo l’amarezza iniziale, siamo ripartiti per cercare il meglio per l’Eurobasket”.

Eurobasket che vanta una forte tradizione nel settore giovanile. Quali sono i progetti futuri?
“Fare pallacanestro ad alto livello a Roma non è semplice per una questione logistica e anche il settore giovanile risente di questo. Tutta l’organizzazione sta cercando di strutturare il centro sportivo per lavorare ancora meglio per il settore giovanile. Il fatto di poter costruire, spero presto, un nuovo Palazzetto, il fatto di poter avere degli uffici e forse una foresteria, questo potrebbe risultare un vero salto di qualità per programmare il lavoro di tutto il settore. È vero che a Roma c’è un bacino di utenza enorme per il reclutamento del settore giovanile ma è anche vero che andare da Roma Nord a Roma Sud è un viaggio. Le società ad alto livello si devono quindi strutturare per dare possibilità ai giovani e alle famiglie di poter far allenare i propri ragazzi nelle migliori condizioni possibili”.

A livello personale, quali sono state le differenze più rilevanti che hai trovato tra essere allenatore ed essere giocatore?
“Qualche volta è difficile trasmettere a parole o con l’esempio dei concetti che io da giocatore davo per scontato. Questa è la difficoltà maggiore. Devo anche dire che allenare questo gruppo mi ha reso le cose estremamente facili, questi ragazzi conoscono le dinamiche di campo e hanno grande predisposizione ad ascoltare e mettere in pratica ciò che gli chiedo. Loro apprezzano di me che sono molto vicino ai giocatori, spesso io mi immedesimo nei loro momenti e nei loro stati d’animo. Non riesco ad avere un approccio distaccato ma loro lo apprezzano e riescono a capire quale sia il limite e la confidenza che possiamo avere perché resta poi il rispetto per la figura dell’allenatore”.

Passiamo al Bonora “imprenditore”. Hai aperto da qualche mese, insieme ad Alex Righetti, quattro campi di padel (circolo Eur Paddle Club in via dei Georgofili ndr). Come è nata questa idea?
“Il padel l’ho scoperto un anno e mezzo fa grazie a un amico, Matteo Melandri. Io avevo solo sentito parlare di questo gioco a Bologna. Quando ho provato la prima volta, mi sono subito innamorato del padel ed è diventato immediatamente il mio passatempo preferito. Ho cercato anche di migliorarmi e confrontarmi con altre persone, è la spinta più divertente per chi inizia. Sempre legato al discorso Eurobasket, quando l’anno scorso sono venuto in questo Circolo, c’era un campo di calcetto lasciato in disuso e parlandone con Alex Righetti e con i responsabili dell’Eurobasket e di Città Futura è uscita fuori questa idea di realizzare campi da padel. E’ diventata oltre che una passione anche un lavoro, ma un lavoro super divertente, siamo a contatto sempre con tantissime persone che provano questo sport stimolante e frizzante”.

Oakley Airwave
La maschera del futuro: è equipaggiata con un visore a sovrimpressione, che integra Gps, Bluetooth, barometro, accelerometro e sensori giroscopici. Consente di accedere a tutte le informazioni necessarie sulle proprie prestazioni in tempo reale.

Come Eur Paddle Club state organizzando tantissimi eventi, ricordiamo di recente il Torneo di Halloween e il Circuito Amatoriale MSP. Ti vedremo anche come giocatore, parallelamente ai tuoi impegni da allenatore?
“Organizziamo in continuazione eventi, perché il bello di questo sport è anche l’adrenalina quando c’è un torneo in palio. Stiamo cercando quindi di organizzarne sempre di più, grazie al MSP e a Daniele Scopece (Responsabile tecnico Eur Paddle Club e Responsabile Padel MSP Italia ndr). Io gioco più volte durante l’arco della giornata, nei tornei che si svolgono nel fine settimana faccio fatica ad organizzarmi per via dell’attività con l’Eurobasket. Ma è un giochino che mi prende comunque molto, tanto che cerco di fare almeno una partita al giorno!”