Pino Insegno e le sue sfumature

di Marina Piazzi


Doppiatore, attore, presentatore, comico, conduttore radiofonico, titolare di una società di comunicazione e direttore di un’accademia di spettacolo , Pino Insegno è questo e molto altro.
Lo scorso dicembre abbiamo avuto il piacere di intervistarlo con il suo amico e collega Roberto Ciufoli per conoscere qualcosa del loro spettacolo Full Monday , che sarà in scena al Salone Margherita fino alla fine di aprile.

Pino Insegno raddoppia e quindi eccolo sempre sul palco del Salone Margherita dove con la sua bravura, simpatia, la sua voce inconfondibile ci terrà compagnia dal 6 a 24 marzo con il suo nuovo spettacolo, 58 sfumature di Pino.

Che spettacolo sarà?
E’ uno show in cui si parla di tutto il mondo dello spettacolo. E’ una carrellata su cosa sia il cinema, il doppiaggio,la televisione, il teatro e i sogni legati a questo splendido mestiere che è quello dell’artista. E’ uno spettacolo interessante perché attraverso degli scketch, monologhi, musica e con il mio modo di fare spettacolo conduco il pubblico che non lo conosce a scoprire ciò che sta dietro a questo mondo, facendone quasi una sorta di radiografia. Potrebbe sembrare auto celebrativo e autobiografico in quanto descrivo tutto questo raccontando in parallelo la mia carriera che dura da tanti anni, ma vi assicuro che non lo è, è solo un modo per celebrare l’arte dello spettacolo in tutti i suoi aspetti.

Chi sarà con te sul palco?
Con me ci sarà Federico Perrotta, un amico e un bravissimo attore comico che mi accompagnerà per tutto lo show e sarà importante per il colpo di scena finale che però non posso svelarvi. Siamo in due sul palco e come si dice “abbastiamo e avanziamo”. E’ uno spettacolo intrigante, pieno, interessante ma è complicato raccontarlo a voce dovete venire a teatro a vederlo; vi assicuro che non vi deluderemo nemmeno questa volta.

La tua più grande passione è il teatro, quali sono le altre?
Il teatro e il doppiaggio camminano paralleli; sono due mondi meritocratici dove devi dimostrare quello che vali, non puoi bleffare devi raccontare veramente ciò che sei, diciamo che sei nudo davanti al pubblico che, magari, appena entri in scena ti riconosce e ti applaude, ma poi vuole da te un’emozione altrimenti… Poi c’è anche la televisione che mi ha concesso di diventare popolare e questo mi ha anche permesso di poter investire qualcosa nel teatro, perché il teatro è come il delitto non paga e se lo fai, lo fai proprio per il piacere di dimostrare realmente quello che vali.

Lo sport è importante per te?
Io sono diplomato all’Isef, sono un professore di educazione fisica e ho una laurea breve in medicina sportiva quindi potete immaginare quanto sia importante per me lo sport. Mi diverte e amo seguire la ginnastica artistica, la pallacanestro e il football americano e ovviamente il calcio. Lo sport se fatto bene e non c’è ingerenza di altri elementi è un continuo insegnamento, dove si capisce cosa sia il lavoro di squadra, come si realizza un sogno e come si possa avere la possibilità di vincere.

Cosa rappresenta per te il calcio?
Il calcio può essere visto come metafora della vita se resta lontano da elementi che possono corromperlo. Lo spogliatoio, la squadra, l’allenatore, il presidente, il gruppo rappresentano un po’ quello che potresti trovare fuori nella vita reale. Lo spogliatoio e la squadra ti insegnano a pensare che uniti si può vincere anche contro dei campioni più forti di te e del tuo gruppo, ma meno uniti. L’allenatore è colui che crede in te e ti sprona a fare sempre meglio, ti protegge è come se fosse un padre; poi il campo, il gol, gli obiettivi. Insomma se il calcio lo estrapoli dai soldi e da tutti gli elementi nocivi per me può rappresentare la metafora della vita stessa.

Sei stato presidente della Lazio Woman C5 femminile che esperienza è stata?
E’ stata un’esperienza molto bella nella quale ho investito soldi, tempo e fatica e che mi ha dato soddisfazioni vincendo tanto sia in Italia sia in Europa. Sono riuscito a movimentare il calcio femminile, a farlo diventare importante. Ho creduto in un movimento femminile nello sport quando ancora nessuna squadra importante investiva sulle squadre femminili; in realtà ho inseguito un progetto che mi piaceva molto, ma purtroppo ho trovato molti muri davanti a me e all’inizio li ho combattuti, ma quando ho capito che ci stavo rimettendo solamente ho abbandonato.

La tua più grande soddisfazione artistica?
Svegliarmi e sapere che sono segnato all’Enpas come attore…ovviamente scherzo, mai perché una sola? Io ne ho diverse: quella di sapere di essere riuscito a fare questo mestiere che era quello che sognavo di fare fin da piccolo; quella di fare questo mestiere declinato in tutte le sue possibilità quindi il teatro, il doppiaggio, la scrittura degli spettacoli, l’insegnamento in accademia; il piacere di essere fermato dalla gente non solo perché ti riconosce, ma perché apprezza quello che fai e il sorriso con cui ti saluta.

Un tuo pregio e un tuo difetto?
I miei pregi e i miei difetti sono gli stessi sono puntuale,preciso, organizzato e lavoro tanto e pretendo tutto questo da chi mi circonda, senza rendermi conto che non è detto che la persona con la quale mi rapporto abbia le mie stesse caratteristiche.

Quali sono le sfumature di Pino?
Sono tante e nello spettacolo provo a raccontarle. Vi posso dire le più importanti essere un padre, un attore, un sognatore, un bambino, amare profondamente la famiglia e impegnarmi costantemente per riuscire a metterle tutte in pratica.
Questo artista ama profondamente quello che fa e gli altri, mi ha confidato orgoglioso a fine intervista di essere stato nominato Commendatore della Repubblica per importanti meriti sociali che svolge da tanti anni, ma non mi ha voluto svelare quali siano questi meriti. Il bene si fa senza fare pubblicità, è vero, ma ho ritenuto giusto e interessante mettere in risalto anche questa sfumatura di Pino Insegno.