Barche d’epoca: ecco le 8 più belle del mondo

di Elena Oddino

Il sogno di tutti? Veleggiare su una splendida barca a vela. Meglio se d’epoca. E per chi non lo sapesse, esiste un’associazione che cura e coccola questi gioielli del mare, l’AIVE, (Associazione Italiana Vele d’Epoca) che oggi compie 40 anni. Fu fondata a Milano nel 1982 per preservare il patrimonio storico e tecnico costituito dagli yacht d’epoca varati prima del 1950 e classici varati fino al 1975, diffondere la cultura della manutenzione e del restauro per conservare l’originalità delle imbarcazioni, e creare una biblioteca con i piani costruttivi e velici di tutte le imbarcazioni con notizie sulla loro storia. L’Associazione ha sede a Genova, presso lo Yacht Club Italiano, è riconosciuta dalla F.I.V. (Federazione Italiana Vela) e promuove i principali Raduni velici da quello di Vele d’Epoca di Imperia, al Veteran Boat Rally di Porto Cervo, l’ Argentario Sailing Week, le Vele d’Epoca di Porto Rotondo e di Napoli, il Raduno Città di Trieste, la Barcolana Classic, le Grandi Vele di Gaeta, le Vele Storiche di Viareggio e il Trofeo CSSN di La Spezia. Gli yacht d’epoca devono conservare le loro caratteristiche e attitudini funzionali, prima di tutto quella di navigare, per non finire relegate solo in esposizione a secco. Sul sito www.aive-yachts.it troverete l’elenco delle regate 2022 dove ammirare da vicino alcune delle splendide barche che l’Aive rappresenta. Come queste che vi presentiamo.

PATIENCE – 1931 - Il cutter Patience è uno splendido veliero d’epoca in legno, arrivato dall’Inghilterra nel 1935, per anni gioia della famiglia del Principe Alvaro Borbon De Orleans e Carla Parodi Delfino. Rilevato nel 2002 dai cantieri Beconcini della Spezia, fu poi acquistato dall’imprenditore lodigiano Antonio Falchetti e sottoposto a un restauro integrale durato 5 anni. “Patience è un ottimo esempio di yacht d’altomare”, hanno detto  i progettisti Uffa Fox e Carlo Sciarrelli. Vanta una vittoria al Fastnet del 1931 e navigazioni tra Panama e le Seychelles. Il restauro si è basato sul progetto originale, recuperando il 60 per cento del fasciame originale in teak e ricostruendo l’albero in silver spruce, lungo quasi 28 metri. Il 2 giugno 2007 Patience (ex Delfino tra il 1935 e il 1963) è tornata in mare.

RONDETTO – 1965 - Lo sloop bermudiano Rondetto è un Folkboat (barca del popolo) su progetto svedese di Jac Iversen e Tord Sundén costruito in oltre 3.500 esemplari. La barca, lunga 7,60 metri, è stata costruita in fasciame di mogano su ossatura in quercia nel 1965 presso il cantiere inglese J.G. Parnham & Sons di Emsworth, nell’Hampshire. A bordo di Rondetto nel 1969 il navigatore torinese Erik Pascoli (1942-2013) fu il primo italiano ad attraversare l’Oceano Atlantico in solitario. Dopo Erik Pascoli la barca fu acquistata da Bruno Pietrangeli (fratello del tennista Nicola) che farà due volte la traversata dell’Atlantico, e poi passò al comandante di uno yacht del Principe Filippo di Edimburgo, e poi quindi a Piero Biaggini, imprenditore del settore dentale, che lo terrà per 20 anni. Il 29 ottobre 2018 lo sloop è affondato per la mareggiata che distrusse il porto di Rapallo dove era ormeggiato. Ma recuperato e trasferito a Pisa, è stato restaurato dalla Maritime Safety Advice.

ILDA – 1946 - Ilda fu costruita a Recco e varata col nome di Ciumbin dall’allora proprietario del cantiere La Ligure di Carpenteria, Mario Traverso, su commissione dell’amico Paolo Dufour. Lo scafo ha fasciame e ordinate di pitch pine e ponte in teak. La poppa si ispira a quelle disegnate da Colin Archer, con timone a barra esterno, incernierato sul dritto subito sotto il galleggiamento che arriva fino alla chiglia. Il pescaggio è di 2 m per un dislocamento di 14 tonnellate. Albero e boma sono in legno di larice. Era il febbraio del 1976 quando Giancarlo Cioni acquistò per 7.500.000 di lire dall’ armatore Antonio Galeazzi la vela, che diventò la barca di famiglia e per nonni, figli e nipoti la compagna di indimenticabili crociere. Tre generazioni che in 40 anni con amore hanno mantenuto Ilda navigante e in buone condizioni, sempre alla ricerca di notizie per ricostruirne il progettista e la storia.

BARBARA – 1923 - Barbara è uno yawl bermudiano (detto così perché usato per la prima volta nelle isole Bermuda nel XVII secolo) realizzato dal cantiere navale Camper & Nicholsons di Gosport nel 1923. Costruita in fasciame di teak e pitch pine su ossatura in quercia ha avuto tra i suoi ex armatori Harold Francis Edwards, noto yachtsman inglese e regatante di successo, il Barone Amaury de la Grange, che dal 1928 le ha fatto fare base a Cannes, e il Conte Robert-Jean de Vogue, General Manager di Moët & Chandon e creatore del marchio Dom Pérignon, proprietario della barca fino agli anni ’60. Nel 1982 Barbara è stata lo scafo appoggio per la traversata atlantica in windsurf compiuta in 24 giorni. Nel 1998 è stato avviato il restauro in Spagna e a Viareggio nel cantiere navale Francesco Del Carlo, e dopo un lungo restauro, a quasi 100 anni di vita, ora è di nuovo in mare.

CHAPLIN – 1974 – E’ lo yacht della Marina Militare ad uso del Presidente della Repubblica. Chaplin, varato il 23 agosto 1974 presso il cantiere ligure Sangermani di Lavagna, è un Prima Classe IOR lungo 16,75 metri disegnato da Carlo Sciarrelli, architetto triestino autodidatta che faceva delle sue ‘poppe a cuore’, come quella di Chaplin, il suo “marchio di fabbrica”. Chaplin fu commissionato dai coniugi genovesi Giovanni Novi e Nucci Ceppellini, lui classe 1935, presidente dello Yacht Club Italiano dal 1987 al 1997. Chaplin ha ospitato a bordo personaggi famosi, come il mito della vela francese Eric Tabarly o l’industriale velista Giorgio Falck, che a bordo “vietava” l’accensione del motore preferendo sempre la propulsione velica, anche durante gli accosti. Nel gennaio 2008 è stata ufficializzata la donazione alla Marina di Chaplin, che diventa la barca di rappresentanza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che è stato qui a bordo nel 2019 in Sardegna durante le vacanze estive.

PANDORA – 1994 - Pandora, lunga quasi 30 metri è un raro esemplare di replica in legno di un postale dell’Ottocento. La barca, realizzata in pino di Carelia nel 1994, è una goletta a vele auriche con gabbiola e gabbia sull’albero di trinchetto. Nel 1995 arriva in Mediterraneo e dopo un sequestro e un affondamento, viene acquistata all’asta a Genova dal milanese Marco De Amici, che la restaura e la usa per crociere scuola per gli allievi della Sail Training Association Italia. Dal 2007 al 2013 vince alla Mediterranean Tall Ships Race, Garibaldi Tall Ships Race e Lycamobile Mediterranean, e Tall Ships Regatta, le regate internazionali di velieri organizzate dalla Sti (Sail Training International). Pandora è stata set galleggiante per i film, “Elisa di Rivombrosa”, “Hornblower”, e “N (Io e Napoleone)”, di Paolo Virzì.

OENONE – 1935 - Oenone, dopo il varo in Inghilterra, tra il 1948 e il 1953 fa base a Buenos Aires sotto la proprietà di Jean Combescot. Dal 1960 è a New York, con l’armatore James C. Ray. Nel 1962 entra in Italia e dal 1977 naviga con i nuovi proprietari palermitani. Negli anni ‘80, con il nome di Union, fa il suo ingresso nel mondo delle barche d’epoca. Dal 2004 il nuovo armatore fiorentino, l’esperto di barche d’epoca Enrico Zaccagni, avvia il restauro nel cantiere Francesco Del Carlo di Viareggio. Nel 2014, la barca vince il titolo di Miglior Restauro indetto dal Premio Italia per la Vela. Oenone è costruita in fasciame di pitch pine avvitato con viti in bronzo, su ossatura in quercia bianca. L’albero in silver spruce è stato realizzato nel 1989 dal cantiere Sangermani. I suoi eleganti interni e il mobilio sono tutti originali, come la tuga e l’osteriggio, restaurati con cura.

OJALÀ II - Ojalà II è uno sloop Marconi lungo 11,54 metri, costruito in alluminio nel 1973 dal cantiere olandese Royal Huisman. La barca è sempre appartenuta alla famiglia inglese Holland, proprietaria dal 1950 del colosso Amplifon. Molte le competizioni a cui ha partecipato tra cui il Fastnet e la One Ton Cup del 1973, 4 Middle Sea Race (1979-2013-2015-2017), molte edizioni della Giraglia, Campionati del Mediterraneo e Settimana delle Bocche. Nel 1977 ha attraversato l’Oceano Atlantico ed è rientrata in Europa l’anno dopo. Dalla fine degli anni ’80 la barca è gestita dal velista milanese Michele Frova, amico della famiglia Holland e negli ultimi 12 anni ha partecipato almeno a 150 regate.