ASTINENZA DA PADEL
di Paolo Cecinelli
E’ una sindrome che dovrebbe essere esaminata e catalogata tra le nuove malattie del millennio. Colpisce un po’ tutti gli appassionati di Padel. Giocatori di qualunque livello che quando per qualche motivo non giocano più (infortuni, viaggi, non sono contemplate le fidanzate perché anche loro possono essere coinvolte) entrano in crisi. Questo caso però è ancora più grave (in senso buono) perché chi lo denuncia non è un giocatore ma un appassionato che ammette di aver passato quest’estate interi pomeriggi a guardare con piacere chi giocava e non sempre si trattava di partite di livello. L’attrazione che esercita il gioco del Padel con i suoi movimenti in campo a volte scomposti, i rimbalzi irregolari della pallina che sbatte con periodicità disarmonica sul vetro evidentemente può essere fatale. Riceviamo da Angelo Croce queste foto del campo deserto dello stabilimento “Capri” di Fregene, in quanto l’impianto riapre ad aprile. Conosco bene Angelo e la sua cultura sportiva, una colonna del rugby e della lotta, un tipo che si commuove solo per la nipotina ma evidentemente la poesia di un campo vuoto ha suscitato in lui del sentimento. Ecco quindi la sua preghiera a Francesco Milleri, il titolare del “Capri”, un imprenditore che si è convinto a investire sul Padel - e ne è rimasto soddisfatto - ma che ancora non l’ha giocato. Il nostro invito è quello di raddoppiare e montare un secondo campo e poi magari trovare una formula per rimanere aperto anche i weekend d’inverno organizzando qualche evento. La storia di Angelo è quella di tanti altri appassionati sparsi in tutta Italia.