La resilienza di Gianluca


Volontà e passione. La storia di Gianluca Palazzi


Dopo un intervento sbagliato alla colonna vertebrale, da maggio 2016 Gianluca Palazzi si è ritrovato - all'improvviso - a osservare la vita da un prospettiva diversa e, giorno dopo giorno è riuscito a «trasformare il veleno in medicina». Ex dipendente per 25 anni nella Direzione Sanità e Igiene del Vaticano, Gianluca all'inizio trascorreva i giorni «pensando a ciò che avevo perso, cioè le gambe. Un pensiero fisso che mi tormentava in ogni momento». Poi la passione per lo sport «mi ha aiutato a concentrarmi su altro: l'attività sportiva è fondamentale perché ti rende attivo, ti dona qualcosa in più rispetto a ciò di cui sei stato privato». Un tipico caso di resilienza - principio ereditato dall'ingegneria* - che in ámbito psicologico si riferisce alla capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltá, traendone un potenziamento. 
 


 Gianluca, quando e come hai conosciuto il Padel?  

 Due anni fa ho visto due campi da Padel nel centro sportivo del Don Orione, dove mi alleno a basket. La curiosità per quella gabbia - in cui la palla non muore mai - mi ha affascinato sin da subito. 
 
Qual è l'aspetto che più ti piace del Padel? 

 Negli altri sport, per esempio nel basket il normodotato deve giocare in carrozzina, adeguandosi al disabile mentre il Padel è l'unico sport dove il normodotato scende in campo e gioca in piedi con un disabile contro un'altra coppia mista. E questa è una condizione che mi piace tantissimo. 
 
Com'è nato il progetto della squadra di Padel del C.C. Aniene? 

 Due anni fa ho inviato una mail al presidente del Comitato Padel, Gianfranco Nirdaci che prontamente rispose, contattando diversi Club. Il progetto venne subito accolto dal Circolo Canottieri Aniene: oggi siamo cinque atleti e da luglio 2018 ci alleniamo con Roberto Agnini (selezionatore della nazionale italiana Senior, ndr). 
 
Agnini, una realtà nuova quella dei Padelisti in carrozzina?  

 Assolutamente. E' un gruppo di autentici appassionati. Io ho portato la mia esperienza di allenatore e selezionatore e loro mi hanno aiutato moltissimo a capire come approcciare un metodo di insegnamento ad hoc. E' stato un aiutarci reciproco. 
 
Quali i progetti futuri? 

 In primo luogo l'acquisto di carrozzine sportive e poi l'intenzione di andare in Spagna per conoscere più da vicino la realtà del Padel in carrozzina. Sarebbe un sogno avere una nazionale di giocatori in carrozzina e rappresentare l'Italia nel mondo. Non è semplice, ma passo dopo passo potremo realizzarlo. 
 

 Gli fa eco Alessandro di Bella, dirigente sportivo del Padel Team C.C.A. che sottolinea l'importanza del progetto che «sarà portato avanti con la passione e la dedizione con cui seguiamo i campionati a squadre. La direzione intrapresa è quella giusta, creare una realtà dedicata come quella del tennis in carrozzina, sarebbe il non plus ultra».
 * capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi