120 anni e non sentirli

Intervista al Presidente della FIB, Marco Giunio De Sanctis

Si è concluso un altro anno di sport: come definirebbe, con un aggettivo, quello della Federbocce?
Impegnativo. Abbiamo continuato, in questo 2018, il cambiamento sia sul lato tecnico sportivo, sia su quello promozionale che maggiormente interessa una Federazione come le bocce. Quindi, tanti progetti scolastici ed extrascolastici approvati, tante idee e iniziative atte a sviluppare le tematiche più rilevanti della federazione su tutti i fronti. Si è cercato, soprattutto, di avvicinare tutte le specialità e le discipline che erano molto distanti fra loro.
Sono numerosi i successi che hanno caratterizzato la stagione agonistica 2017/2018. Quali l’hanno resa più orgogliosa?
In senso assoluto sceglierei i “120 Anni” per come sono stati organizzati e realizzati, nonché per l’importante ritorno di immagine che c’è stato per la prima volta nella storia delle bocce. Un periodo di 15 giorni in cui si è parlato di Fib in quasi tutta Italia, inoltre reputo sensazionale il grande successo impronosticabile ottenuto ad Olbia all’Open della boccia paralimpica con la medaglia d’argento di Mirco Garavaglia e quella di bronzo della squadra. Pertanto ritengo che questo successo possa rappresentare un viatico straordinario per continuare, in quest’ultimo anno e mezzo di preparazione, la strada della qualificazione di almeno uno o due atleti per i giochi Paralimpici di Tokio 2020. Sarebbe un risultato veramente strepitoso, forse il più grande e inaspettato visto che abbiamo iniziato questo percorso da appena due anni all’interno della Fib e da cinque anni in Italia, che non ha mai partecipato, ai Giochi Paralimpici, nella disciplina della boccia.
Il movimento femminile e quello giovanile sono in costante crescita. Dopo il “triplete” delle Azzurre della Raffa agli Europei di Sondrio sono fioccate anche le medaglie al campionato del mondo della specialità Volo, in Cina…Un suo commento, Presidente?
Il commento sull’attività femminile è lusinghiero dal punto di vista dei risultati tecnici, assolutamente rilevante, sotto tutti i punti di vista, dal comportamento in campo ai risultati agonistici compreso. Sicuramente non fa da contraltare l’attività promozionale in quanto il numero delle donne potrebbe essere molto più elevato attraverso progettualità mirate agli istituti scolastici, cercando di indirizzare le studentesse verso i nostri bocciodromi. È questo il grande lavoro che bisogna sviluppare e, naturalmente su questa direttrice, non siamo certamente all’altezza della situazione o di quello che è il potenziale del settore femminile.
La Petanque sorride grazie ai risultati mondiali di Diego Rizzi e degli altri giovani: anche in questa specialità, Presidente, solo note positive?
La petanque è cresciuta moltissimo sotto il profilo dei risultati tecnici maschili e femminili, il terzo posto in Cina, ottenuto lo scorso anno, è straordinario. Diego Rizzi rappresenta il movimento, gli fanno da contorno atleti come Fabio Dutto e Alessio Cocciolo che fanno ben sperare non solo per i prossimi appuntamenti internazionali, ma soprattutto in proiezione di Parigi 2024, reputando la petanque la specialità con più chance per entrare nel programma dei Giochi Olimpici del 2024.
La Fib sta lavorando alacremente nel tentativo di unificare le tre specialità. I prossimi passi?
A questo proposito abbiamo creato tutti i comitati tecnici unitari: seniores, giovanile per raffa, volo e petanque, femminile. Tutto ciò per far sì che ognuno non si occupi solo del proprio settore ma di tutti i settori indistintamente. In questo modo possono avvicinarsi maggiormente le tre specialità, uniformando la parte regolamentare che, su macro tematiche, deve avere una normativa generale uguale per tutte le specialità, lasciando le differenti specificità soltanto nell’ambito degli aspetti tecnici.
Tra i temi centrali che lei sta portando avanti c’è quello della formazione e della scuola. Quali sono i progetti e le iniziative della Fib in questo contesto?
Reputo la formazione una componente essenziale per tutti gli sport, e a maggior ragione per la Federbocce che non ha mai investito sull’attività formativa ed educativa, se non marginalmente, non creando una vera cultura sportiva, un’identità nazionale quanto ad obiettivi da perseguire, da quelli più squisitamente agonistici, a quelli sociali ludici ed integrativi. A tale proposito, oltre la formazione per i tecnici (istruttori giovanili, istruttori di specialità, istruttori e allenatori) la Fib porterà avanti un’importante attività corsuale per i dirigenti territoriali e societari.
Uno dei settori chiave di una Federazione sportiva è quello della comunicazione: quali investimenti ha compiuto e intende compiere la Fib per promuovere l’immagine delle bocce?
Nella comunicazione stiamo investendo tantissimo, si era fatto poco in quanto abituati ad una comunicazione interna, poco rivolta ai media, alle istituzioni e all’opinione pubblica. Stiamo rendendo la Fib un prodotto federale appetibile a tutti, in ordine al quale possa convergere una considerazione generale di tutti gli stakeholder. Per fare ciò l’azione deve essere altamente sinergica, dalla gestione del sito federale al mondo dei social, creando rapporti solidi, come si è fatto, con importanti network, vedi Gazzetta dello Sport, Tuttosport e Corriere dello Sport. Sono incline a ritenere che una costante azione capillare sul territorio con tutti i referenti della comunicazione, in rapporto con l’ufficio centrale, possa rappresentare il quid pluris più rilevante per l’affermazione di una Federazione troppo spesso etichettata come lo sport degli anziani.
I giovani e le bocce. Può illustrarci i progetti che ha in serbo la Fib per avvicinare i più piccoli a questo sport?
Il settore giovanile è un focus centrale della Fib che ha messo fondi a disposizione per le gare élite dei giovani, ha assegnato contributi alle società sportive capaci di sviluppare al loro interno il settore giovanile, avviando rapporti importanti con le scuole e gli istituti scolastici, per far sì che una pletora rilevante di giovani studenti conoscano ed apprezzino le bocce, se ne appassionino e, anche in assenza di una grande fisicità, possano diventarne campioni.