Design

IL PALETERO AVIA

STORIA DELLA BORSA ARTIGIANALE CHE MISURA LA PASSIONE

Si chiama “Paletero”, derivazione messicana della parola “Pala” che significa racchetta. Non provate però a tradurre in italiano perché potrebbe uscire qualcosa di improponibile come “racchettero”. La borsa di uno sportivo è sacra. La prepara direttamente il giocatore. A casa, da solo - in religioso silenzio - senza intromissioni di fratelli, sorelle, mogli, figli e mamme. E’ in quel momento che inizia la partita perché più tardi nello spogliatoio devi ritrovare tutto quello che serve per scendere in campo, giocare e sentirsi bene. Stefano De Santis , presidente di Avia, ha interpretato tutte queste sensazioni ideando una borsa disegnata espressamente per il giocatore di Padel ed aggiungendo quello che mancava alle aziende del settore. Anima, passione e personalizzazione. In poco più di una stagione le borse Avia si sono imposte sul mercato grazie ad un’attenta programmazione e ora sono ovunque. Le trovate poggiate a terra sulla grata di un campo in attesa che i proprietari finiscano la partita oppure portate sulle spalle a zaino grazie alle imbracature.
Le borse sono prodotte artigianalmente, una per una, nella Factory di Formello. Un’ambiente moderno, techno-minimalista in cui i tessuti prendono corpo nel disegno, colori e accessori. Non ci sono limiti alla creatività. In produzione ci sono dodici modelli per ogni esigenza ma tutte le borse non tradiscono la caratteristica principale: la grande tasca laterale con chiusura a zip dove mettere la racchetta. Il resto è a discrezione del cliente, un po’ come farsi una giacca su misura. Il Paletero Avia è un inno all’artigianalità italiana. E’ un grande e comodo zaino che è diventato uno degli elementi che fanno tendenza per riconoscere un vero giocatore di Padel.
Stefano De Santis, come ti è venuta in mente questa idea?
“Ho studiato Giurisprudenza ed ho fatto per due anni l’avvocato ma la mia passione era il disegno. Ho cominciato a fare lavori per alcune aziende ma non mi sentivo realizzato perché non riuscivo a trasmettere quello che sentivo. Così ho cominciato a produrre nel garage di casa alcune mie idee. Ho studiato e imparato con grande umiltà, frequentando alcune scuole di modellistica. Così, piano piano è nata Avia. Ho aperto un primo laboratorio in Veneto ma logisticamente non era l’ideale. Nel 2011 ho aperto qui a Roma uno spazio di 500 metri quadri e un altro a Rovigo dove produciamo solo per l’equitazione. Qui a Formello invece siamo specializzati nel Padel. Siamo cresciuti ed ora Avia è una vera e propria azienda con circa 50 operai e 2.000 metri quadrati di linee di produzione.”
Intorno a te c’è una squadra di ragazze formidabili…
“Si, è il team che studia, concepisce e realizza i prototipi: Marcella, Patrizia, Cinzia e Carolina. Siamo sempre insieme nel Laboratorio principale. Carolina è figlia di un amico di famiglia. Era a casa senza fare nulla. Le ho detto di venire a vedere cosa facciamo. All’inizio incollava soltanto, ora cuce e quando io non ci sono gestisce l’azienda.”
Quanto sei impegnato?
“Sono molto impegnato. Sto partendo per Miami dove il Padel sta diventando un fenomeno sociale come qui a Roma…”
Ma riesci ancora a giocare qualche partita?
“Soltanto una volta la settimana - purtroppo - ma respiro Padel tutti i giorni grazie alla nostra produzione e sono felice.”