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Il Torino è campione d’Italia 2015-2016 del Fair Play Finanziario per la Serie A

di Marco Oddino

E’ il Torino la società campione d’Italia del Premio Fair Play Finanziario. I granata succedono alla Juventus nell’albo d’oro e potranno fregiarsi dello Scudetto del FPF. Il premio per il miglior vivaio è invece andato all’Atalanta. Nella serie cadetta è il Cagliari la società che ha ricevuto lo Scudetto del FPF per la Serie B mentre lo Spezia potrà fregiarsi del titolo riservato al miglior vivaio.
Un Salone d’Onore gremito in ogni ordine di posto ha salutato la cerimonia di consegna del Premio Fair Play Finanziario. Alla presenza del presidente del CONI Giovanni Malagò, presidente onorario della Giuria, sono stati illustrati i parametri che hanno portato all’individuazione dei miglior club sotto il profilo del Fair Play Finanziario.
“Quelli che affrontiamo oggi in questa sala, sono temi di enorme pregio e importanza - ha detto il presidente del Coni, Giovanni Malagò - Temi sui quali spendiamo molte energie e che affollano la nostra agenda. E’ un grande errore limitare questo dibattito al mondo del calcio perché dovrebbe riguardare tutto il mondo dello sport e tutte le società sportive perché c’è bisogno di stabilità. Per queste ragioni riconosciamo il merito di un’iniziativa come questa. Il Premio Fair Play Finanziario è uno stimolo ulteriore per approfondire temi quali l’etica e la legalità anche nel mondo dello sport. Sono fermamente convinto che dobbiamo impegnarci nel promuovere e sostenere, in ogni ambito della vita pubblica, una cultura della legalità condivisa.
Un’edizione che ha visto una straordinaria partecipazione, segnale evidente di come il primo award italiano di taglio economico-sportivo sia cresciuto e si sia affermato grazie anche alla partnership con Intralot, uno dei principali fornitori di sistemi integrati e di soluzioni per i processi di transazione nel settore dei giochi.
“La parola chiave che unisce il Fair Play Finanziario e la nostra azienda è il controllo preventivo - ha dichiarato Guglielmo Angelozzi, CEO del Gruppo Gamenet a cui fa capo Intralot Italia, main partner del premio - la quale si fa attraverso un sistema che unisce l’azienda, gli enti pubblici, le federazioni sportive. Tutti insieme possono contribuire ad una maggiore cultura della legalità”.
La Giuria ha preso in esame i bilanci relativi alla stagione 2015/2016. Sono stati esclusi i club con perdita, patrimonio netto e going concern negativo. I parametri presi in esame sono stati Break Even, debiti scaduti (sostituito dai parametri FIGC), net debt/fatturato al netto delle plusvalenze, costo del personale/fatturato netto, patrimonio netto. Oltre a questi sono stati considerati i parametri FIGC. Il punteggio è stato calcolato sulla base del peso del dato singolo del club sul totale dei risultati dei club considerati. E’ stato considerato l’EBT ratificato da ammortamenti infrastrutture e interessi passivi. L’indebitamento netto è ridotto dall’indebitamento dalla parte relativa alle infrastrutture e all’aumento del saldo del calciomercato.
Invece, tra i fattori presi in esame per decretare il miglior vivaio quello dato dall’apporto fornito dai club alle nazionali giovanili, gli atleti che hanno esordito in prima squadra e il risultato sportivo delle squadre giovanili, così come la presenza o meno di un centro sportivo di proprietà.
“Il Torino - spiega Francesco Lepri, Senior Manager PWC - in un pannel di candidati con diverse caratteristiche di business e che hanno tutti nel periodo raggiunto eccellenti risultati, ha evidenziato, in base ad i parametri sopra evidenziati nella nota metodologica, un forte solidità e affinità. Per quanto riguarda l’Hellas Verona, la società ha saputo distinguersi per fattori diversi in base ad i parametri sopra evidenziati nella nota metodologica, ha mostrato potenzialità superiori alla categoria di appartenenza accompagnate da successi sportivi”.
In questa edizione la giuria, presieduta da Angelo Morelli e Marcel Vulpis, ha deciso di individuare una figura che al di là dell'impegno nello sport, possa diventare un modello per il mondo del calcio nella sua interezza; da qui il nome di Sergio Pirozzi, primo cittadino di Amatrice e incarnazione di saldi valori etici e morali.
“Questo premio - ha dichiarato Marcel Vulpis, presidente della giuria Premio Fair Play Finanziario - è un faro acceso da due anni sul tema della sostenibilità economia del calcio e per certi versi può essere applicabile anche al mondo dello sport più in generale. Lo stato di salute del calcio presenta nel 2015-16 dei dati in contro tendenza positivi ma non dobbiamo fermarci questa valutazione perché l’obiettivo è far aumentare le principali aree di ricavo mantenendo sempre sotto controllo la leva dei costi in quanto l’obiettivo primario del Fair Play Finanziario nel 2018 è l’obbligo di pareggio di bilancio”.

FAIR PLAY VUOLE DIRE ANCHE MATCH FIXING

Intervento dell’Ing. Guglielmo Angelozzi - Amministratore Delegato Gruppo Gamenet SpA

Innanzitutto sono stato davvero felice di aver partecipato a questo importante evento, la cui finalità è promuovere, in un’ottica sostanziale e non puramente formale, i valori del fair play, che passano anche attraverso la ricerca del giusto equilibrio tra dimensione sportiva e sostenibilità economica dei club.
M fair play vuol dire appunto tante cose.
Abbiamo sentito parlare durante l’evento delle metodologie di verifica del Fair Play finanziario, ad esempio, che è un aspetto molto importante della questione.
Io vorrei, però, cogliere l’opportunità che mi è stata data nel partecipare come main partner e relatore, per parlare brevemente di un fenomeno che, in quanto azienda del settore scommesse sportive, ci sta particolarmente a cuore: il contrasto al match fixing.
Il match fixing è evidentemente, uno dei fenomeni che più sono in contrasto con i valori del fair play in ambito sportivo, oltre che della legalità.
Lo sport è strettamente correlato all’idea di divertimento, di competizione leale, di sfida ai propri limiti e presuppone il rispetto di se stessi, degli altri e delle regole.
Il match fixing è l’opposto di tutto questo ed è un “cancro” che può minare in profondità la fiducia nel sistema sportivo e nei valori che questo rappresenta.
Che il match fixing sia una cosa negativa è abbastanza scontato, il tema vero è: come si combatte e quali sono le condizioni in cui è ipotizzabile un contrasto efficace?
Entriamo quindi solo un attimo nell’argomento per ripercorrere come funziona il contrasto al match fixing nel sistema del gioco legale in concessione, perché è importante capire la complessità della tematica.
Il primo pilastro è il monitoraggio continuo del mercato da parte dei concessionari delle scommesse sportive: parliamo di controllare in tempo reale dati e correlazioni tra migliaia e migliaia di eventi e migliaia e migliaia di scommesse su ciascuno di questi eventi.
Nel momento in cui, nel corso del monitoraggio, il concessionario intercetta degli avvenimenti con distribuzione di gioco “irregolare”, definita tale in funzione di caratteristiche legate all’importanza ed al rilievo delle singole manifestazioni quotate, comunica ai Monopoli di Stato tutte le informazioni relative ai volumi, al canale di acquisizione e alle tempistiche, alle dinamiche delle quote sull’avvenimento, oltre che la provenienza geografica.
A questo punto entrano in gioco sofisticati modelli matematici e l’esperienza insostituibile dei risk manager dell’azienda, i quali, a seguito di un’analisi sulle modalità di gioco, in termini di quantità di denaro investito e tempo di esecuzione delle scommesse, valutano il rischio di anomalia degli eventi monitorati.
Nei casi in cui si rileva un rischio elevato, si procede con la sospensione in tempo reale del gioco su tali avvenimenti e si informano i Monopoli che, in genere, dopo aver valutato le segnalazioni che arrivano dai vari concessionari, avviano le proprie indagini segnalando agli organi sportivi preposti le partite sotto osservazione.
Ovviamente questo sistema può funzionare solo in relazione ai flussi di gioco generati all’interno del circuito concessorio italiano.
Evidentemente la stessa attività di monitoraggio, prevenzione ed intervento non può essere effettuata per quanto riguarda il gioco che passa attraverso le reti illegali e parallele al sistema concessorio, che sono, tra l’altro, svincolate dal palinsesto regolato dai Monopoli di Stato.
In questo senso il presidio dei concessionari dello Stato e dei Monopoli rappresenta un elemento fondamentale ed irrinunciabile rispetto alla possibilità di controllare questo mercato ed assicurare quella fiducia nel “sistema” senza la quale il sistema stesso semplicemente non potrebbe esistere.
Il recente protocollo d’intesa, siglato il 5 aprile 2017 tra Monopoli di Stato, Lega Pro e Sportradar, è un esempio importante di come la collaborazione tra i diversi stakeholder e l’unione delle rispettive competenze negli scambi reciproci di informazioni sia indispensabile per contrastare il fenomeno.
La situazione complessiva è perfino più complicata, perché è evidente che in Italia non si scommette solo su eventi italiani.
Per questa ragione è indispensabile un coordinamento a livello più alto, transnazionale, che consenta di identificare anomalie nei flussi di gioco che possono verificarsi in paesi differenti da quelli in cui hanno luogo gli eventi sportivi.
C’è bisogno, cioè, che i vari mercati internazionali del gioco regolato collaborino tra di loro e che le varie federazioni sportive di riferimento si coordinino ad un livello più alto di quello nazionale.
Se è difficile immaginare che le reti alternative a quelle del gioco legale in concessione siano in grado di monitorare efficacemente il fenomeno su base nazionale, quando saliamo di un livello capiamo che, semplicemente, non esiste alcuna possibilità, al di fuori dei circuiti del gioco regolamentato nei vari paesi, di contrastare il match fixing e quindi di preservare quella fiducia nel sistema sportivo che è indispensabile per il suo funzionamento.
Questo spiega la sensibilità con cui gli organismi sportivi, come la Fifa e la Uefa nel caso del calcio, stanno affrontando questa problematica, e le collaborazioni, sempre più numerose, tra operatori del settore del gioco e federazioni: a questo riguardo mi fa piacere citare che qualche mese fa il Gruppo Intralot (Intralot Italia fa parte del Gruppo Gamenet) ha aderito all’Early Warning System, attraverso il quale condividerà in tempo reale con la Fifa le informazioni riguardanti i casi di flussi di scommesse sospette per prevenire i tentativi di manipolazione delle competizioni calcistiche.
Un’ulteriore dimostrazione, se ce ne fosse stato bisogno, che approcci proibizionistici ed ideologici alla relazione tra mondo dello sport e mondo del gioco legale non solo non aiutano a risolvere i problemi, ma anzi li accentuano.
Ed è un nostro preciso impegno, come spero lo sia di tutti, contribuire a mettere a fattor comune il meglio dei due settori perché da questa collaborazione crescano sempre di più i valori del fair play, sotto ogni aspetto.
Sicuramente questo manifestazione e questo importante premio, sono degli esempi virtuosi che vanno chiaramente in questa direzione e da continuare a coltivare e sostenere.

info: premiofairplay.com