Non esiste un grande vino senza un grande territorio

di Luca Degl'Innocenti

Questa è l’impronta che Silvano Brescianini, presidente del Consorzio per la tutela del Franciacorta, nonché direttore generale della cantina Barone Pizzini, ha voluto dare al suo mandato sin dal giorno dell'elezione a metà dicembre del 2018. Nato nel 1967 a Erbusco, nel cuore della Franciacorta, Brescianini ha il vino nel suo Dna: il suo tris-nonno era produttore di locale. Una passione alimentata prima dalla assidua e attenta frequentazione adolescenziale dei filari, seguita poi dalla consapevolezza di un approfondito corso da sommelier, esperienze nel settore della ristorazione e poi il percorso di successo in Barone Pizzini, pioniera del vino biologico.
Grandissimo viaggiatore (soltanto seguirlo sui social fa venire mal di testa), non ama perdere tempo: è un uomo concreto e curioso. E orgoglioso: se gli parlate dei vini di questo territorio come spumanti, lui arriccia un po’ il naso: “Sì, perché spumante è un concetto che non definisce il nostro metodo di produzione, né la zona: i nostri prodotti sono figli di un territorio contraddistinto da condizioni climatiche e geologiche rese uniche dall’abbraccio a Nord del Lago d’Iseo”. Il 5 marzo si festeggiano i 30 anni del Consorzio, una grande cena celebrativa all’interno della rinnovata sede (2.7 milioni l’investimento): erano 29 produttori allora; oggi sono 115. Nel tempo gli ettari vitati sono aumentati esponenzialmente fino ad attestarsi sugli attuali 2.900 per una produzione che, lo scorso anno, ha superato le 18 milioni di bottiglie. Una lunga strada da quel “brindar mordace” raccontato in testi Rinascimentali raccolti in un magnifico volume di ricostruzione storica che ogni appassionato può scaricare gratuitamente dal sito del sodalizio. “La Franciacorta - spiega Brescianini - è questa di oggi, non crescerà più o quasi. Ci siamo dati delle regole ferree di rispetto del territorio. Alzando di anno in anno l’asticella della qualità da proporre al consumatore. In sintesi: bassa resa, tempi lunghi e massima attenzione in fase di pressatura”. E il mercato premia questo impegno: i dati dell'Osservatorio Economico confermano la costante crescita estera e risultano incoraggianti a livello generale, con un aumento dei volumi di vendita complessivo del +3%. L’export pesa per circa l’11% e il principale mercato è oggi rappresentato dalla Svizzera che con il suo 18,7% sul totale dell'export supera persino il Giappone (17,5%), storicamente al primo posto nell'export di Franciacorta; a seguire Germania (13,9%) e Stati Uniti (11,2%). “Per crescere ancora stiamo investendo con attenzione ai mercati di oltre Europa come Nord America e Asia”, chiosa Brescianini. Ma tutto questo sarà possibile solo se il Consorzio riuscirà a spingere su un aspetto nodale della sua esistenza: la sostenibilità. In una provincia, quella bresciana, altamente industrializzata il rispetto ecologico-ambientale è diventato di cogente necessità: generare ricchezza lasciando l’area meglio di come la si è trovata è un imperativo categorico. “Siamo la regione leader per quanto riguarda la percentuale di vigneti condotti in modo biologico: parliamo del 75% del totale e il numero è in costante aumento. Non solo: stiamo già puntando molto su una biodiversità funzionale. Stiamo conducendo un puntuale lavoro di zonazione affinché si possano sovrapporre le informazioni su piovosità, luce del sole, temperature e luce solare, temperature. Nel nostro disciplinare, di recente, abbiamo inserito la possibilità di utilizzare anche l’Erbamat (antico vitigno autoctono dalla maturazione lenta e tardiva) da accostare a Chardonnay, Pinot nero e Pinot bianco”. E ancora: “La 
Franciacorta è stata la prima area in Italia a calcolare, su vasta scala, l’impronta di carbonio nella gestione del vigneto, dotandosi di uno strumento in grado di stimare le emissioni prodotte durante l’intero processo produttivo, dalla vigna fino alla commercializzazione del prodotto, così da individuare azioni correttive necessarie a una loro drastica riduzione”. E così arriva al consumatore un prodotto di eccellenza in cui l’impronta dell’uomo è ridotta al minimo necessario che allo champagne ha solo da invidiare due cose: i 
numeri commerciali e lo storytelling legato al territorio. Uno storico grande produttore locale, patron di una delle più importanti cantine, ama ripetere: “Siamo aziende tutte accomunate da un solo azionista di 
maggioranza: il Padreterno”.
Andiamo a scoprire alcune della cantine più importanti del consorzio...

SCHEDE CANTINE


BARONE PIZZINI. Fondata nel 1870, Barone Pizzini è una delle più antiche cantine della Franciacorta ed è la prima a produrre Franciacorta da viticoltura biologica. L’obiettivo primario è quello di produrre vini di qualità strettamente legati al territorio. Nel 2006 viene costruita l’attuale cantina che rispetta importanti criteri di bioedilizia. Ogni scelta architettonica garantisce un basso impatto ambientale e risparmio energetico. Nel 2009 Barone Pizzini inizia a misurare l’impronta carbonica. 
Nel 2012 Barone Pizzini ottiene la certificazione UNI ISO 14064. Nel 2015 consegue l’attestato “Biodiversity Friend” che certifica la biodiversità in agricoltura dopo la valutazione della qualità di suolo, acqua e aria nella 
sua proprietà. Nel 2018 si ricordano i vent’anni dalla scelta bio intrapresa nel 1998 con un vino che nasce dalla riscoperta e dallo studio di un antico vitigno autoctono, l’Erbamat, in grado di dare ai vini grande freschezza e carattere.


CA’ DEL BOSCO
La storia di Ca’ del Bosco ha le sue origini a metà degli anni Sessanta, quando Annamaria Clementi Zanella acquista a Erbusco, in Franciacorta, una piccola casa in collina, chiamata localmente “Ca’ del bosc”, immersa in un fitto bosco di castagni. La favola di Ca’ del Bosco è scritta nei suoi vini, nell’estesa trama dei suoi vigneti, nel successo sognato, voluto e realizzato dal suo autore. Maurizio Zanella ha saputo riconoscere nella Franciacorta la terra che avrebbe generato i frutti migliori, per la produzione di vini di alta qualità: la sua azienda per prima e meglio ha saputo esprimere il potenziale qualitativo di questa terra vocata. Una posizione raggiunta grazie all’entusiasmo e alla passione di Maurizio Zanella che all’inizio degli anni ‘70 ha capito e seguito la sua vocazione “artistica”, facendosi protagonista del rinascimento enologico italiano e trasformando “una casa in un bosco di castagni” in una delle più moderne e avanzate cantine scrigno anche di una importantissima collezione d’arte.


BELLAVISTA
La storia della famiglia Moretti si intreccia a quella di Erbusco e della Franciacorta, tanto che antichi carteggi testimoniano la presenza in zona già nel 1400. Nel 1977 Vittorio Moretti decide di dedicarsi al mondo del 
vino. Avvia l’azienda e costruisce la casa in cui vivere in località Bellavista, dopo aver acquistato piccoli appezzamenti da 30 diversi proprietari. Oggi il marchio Bellavista è sinonimo di eleganza e finezza. 
Ogni bottiglia racconta la storia della cantina, il territorio che l’accoglie e lo stile che la distingue. Rispetto delle tradizioni e sguardo proiettato nel futuro. La filosofia Bellavista è fatta di precisione maniacale, 
semplicità, ossessiva ricerca del bello e del buono. Ogni dettaglio è seguito con cura e ogni gesto, anche il più piccolo, è considerato determinante. L’eccellenza è un obiettivo da perseguire nel quotidiano, un 
metodo per raggiungere le espressioni di finezza, equilibrio ed eleganza che forgiano lo stile Bellavista.


BERLUCCHI
Poche altre cantine possono vantare un legame così stretto con il territorio che le circonda come la Guido Berlucchi con la Franciacorta. Da oltre mezzo secolo, nella sua sede storica di Palazzo Lana, si coltiva un sogno diventato realtà nel 1961 quando Franco Ziliani, giovane e dinamico enologo, dette vita con Guido Berlucchi al primo metodo classico della Franciacorta, aprendo così la strada ad un intero territorio e dando vita a una DOCG che rappresenta oggi un fenomeno enologico internazionale. L’azienda - guidata 
oggi dai tre figli di Franco: Cristina, Arturo e Paolo – continua a seguire i princìpi del fondatore incentrati - prima che in cantina - su un’attenta cura e rispetto della terra, e ha iniziato già dal 2000 a perseguire 
obiettivi improntati prima di tutto alla qualità e alla sostenibilità ambientale. L’impegno dell’azienda non si ferma qui, il 2019 ha visto la nascita d “Academia Berlucchi – Il circolo virtuoso del sapere”: una moderna 
agorà, un come moderna Agorà, come luogo di confronto e scambio con l’obiettivo di restituire al territorio il beneficio e le risorse ricevute, stimolando il confronto oltre l’ambito della produzione agricola ed enologica grazie al contributo ed alla visione di persone illuminate.


MOSNEL
Giulio e Lucia sono la quinta generazione della famiglia Barboglio che, dal 1836, gestisce la storica proprietà di Camignone: un borgo cinquecentesco, con annessa villa, perfettamente restaurato, aperto ai visitatori e agli eventi. Il nome MOSNEL significa “pietraia” e, in quel giardino ordinato di questa antica azienda franciacortina, i sassi sono vere e proprie pepite di minerali che donano ai vini nerbo, spessore, eleganza e longevità. Tenendo fede alla passione e all’impegno della madre, Emanuela Barboglio, pioniera della Franciacorta, Giulio e Lucia elaborano una gamma di otto Franciacorta che comprende tre Senza Annata, tre “millesimati” e una speciale Riserva Pas Dosé nata per sfidare il tempo.