UCCIO per SPORTING CLUB

  1. Con oltre vent’anni di carriera a livello locale e nazionale, tu ti definisci “comico per vocazione”, per i pochi che ancora  non ti conoscono, puoi raccontare ai lettori di SPORTCLUB il tuo stile e la tua personalità di artista?

In realtà sono vent’anni che nasce Mudù, il programma che mi ha reso popolare. Mi definisco “Comico per vocazione“ da quando ero bambino perché ho sempre amato il teatro e lo spettacoli anche sei mio padre voleva che facessi il medico mentre mia madre voleva che facessi l’avvocato. Pensa se fossi diventato medico come mio padre, “dottorUccio” o avvocato “avvocatUccio” oppure farmacista, “farmaciUccio”.  Insomma, sono contento di aver intrapreso questa carriera ed il nome Uccio è perfetto per un’artista. Con la mia semplicità e spontaneità sono riuscito a farmi voler bene da tutti. Non amo la comicità volgare, l’uomo travestito da donna o la donna travestita da uomo, le finte cadute. A volte, basta un’espressione per arrivare al pubblico. 

 

  1. La tua carriera inizia da subito in ambito televisivo con la felice intuizione dei cortometraggi della sitcom “Mudù” di Telenorba che ti hanno portato al successo anche oltre i confini della Puglia. Ci racconti il tuo rapporto con la televisione?

 

Ho avuto l’opportunità di fare il programma “Mudù” dopo che ho vinto il premio Gino Bramieri a “La sai l’ultima?” nel ‘97 come barzellettiere d’Italia. Anziché raccontarle le barzellette, le ho fatte diventare un programma. E’ stata fin da subito un’idea semplice ma funzionale. Il successo nasce inizialmente su Telenorba e quindi nel territorio pugliese, molisano e lucano ma grazie ai social sono riuscito ad uscire dai confini pugliesi. La mia popolarità è maggiore di molti artisti che vediamo spesso in TV nazionali. 

 

  1. Dal 22 al 26 aprile sarai sul palco del Teatro Olimpico di Roma, un importante obiettivo artistico raggiunto, come ti stai preparando a questo passaggio nella capitale?

 

Non è la prima volta che sono a Roma, ma, per la prima volta, affronterò cinque serate al Teatro Olimpico di Roma. Mi hanno detto che il pubblico romano è molto attento e che appena riconosce la professionalità e la serietà di un’artista non lo molla più. In effetti è stato proprio così con me, il pubblico romano mi ha seguito tantissimo e di questo sono molto contento. Le improvvisazioni sul palco sono sempre diverse, motivo per cui spesso il mio pubblico ha avuto il piacere vedere più di una volta il mio spettacolo. Non mi dimenticherò la prima volta che misi piede a Roma, una coppia di romani (e non pugliesi) si divertirono così tanto e capirono che ogni spettacolo era diverso dall’altro e tornarono dopo sette giorni. Mi auguro che questa mia presenza al Teatro Olimpico sia un punto di partenza per lavorare ad una programmazione di tre settimane per l’anno prossimo. 

 

 

  1. Entriamo nei particolari dello spettacolo, perché il titolo “Non so che fare prima?”

 

“Non so che fare prima” è una frase che utilizzo venti volte al giorno e quando ho dovuto pensare al titolo, credimi, ho pensato subito a questa espressione che uso quando sono impegnato con la registrazione di “Mudù“ o nella preparazione di uno spettacolo teatrale. Rispecchia molto il mio stile perché è ricco di improvvisazioni e cambiamenti. Infatti, cambiando l’impostazione dello spettacolo il risultato non cambia. Saranno sempre due ore di comicità che cerchiamo di offrire senza sapere che fare prima.

 

  1. Negli anni tu hai creato uno splendido rapporto con il tuo pubblico con oltre 1.200.00 follower, quale è il messaggio che manderesti ai tuo fan per non perdersi lo spettacolo dell’Olimpico? 

 

L’arma vincente sui social sono i video. Questo programma che non è nato per i social sembra quasi che sia, invece, nato proprio per i social. Sono pillole di comicità da trenta secondi non  impegnative da guardare, si avvicinano alla realtà e sono, per per così dire, eleganti. Un messaggio per gli spettatori dell’Olimpico? Lo spettacolo è un insieme delle mie migliori performance e gag televisive degli ultimi venti anni. Non perderei l’occasione di conoscere il protagonista di questi cortometraggi perché dal vivo ha tutto un altro fascino. Quindi, perché non venire di corsa all’Olimpico a gustare questo spettacolo? Vi aspetto e non vedo l’ora di conoscere gente che non ho mai visto.