teatro

La bisbetica domata... di nuovo!

Nancy Brilli porta in scena un classico Shakespeariano, reinventato con scene, costumi e musiche che richiamano la modernità.

Chi meglio di Nancy Brilli può vestire oggi i panni di Caterina, il prototipo delle donne caparbie e indipendenti? La frizzante attrice romana sarà protagonista di "Bisbetica" il riadattamento della commedia di William Shakespeare che, dal 1 al 20 dicembre prossimi, terrà la scena al Teatro Quirino di Roma. Questa versione, tradotta e curata nella drammaturgia da Stefania Bertola, mantiene gli elementi base della commedia elisabettiana, aumentandone gli spunti comici, "contaminando" la classicità della pièce con elementi della nostrana Commedia dell'Arte. Ad oltre 400 anni dal debutto dell'originale, questo spettacolo vuol essere moderno e aperto ai gusti dei giovani presentando un contesto tutt'altro che impaludato, con le scenografie minimal, ma suggestive, di Giacomo Andrico; le luci vibranti di Massimo Consoli e le musiche originali di Alessandro Nidi, che utilizza anche la musica pop per far cantare, dal vivo, i personaggi in scena.
Nancy Brilli in mezzo a tutto ciò è una leonessa altera e ruggente, sarcastica e ovviamente bellissima: una Caterina letteralmente coi pantaloni, esaltata dai bei costumi di Nicoletta Ercole. Con lei sul palco Matteo Cremon, Valerio Santoro, Federico Pacifici, Gianluigi Igi Meggiorin, Gennaro Di Biase, Anna Vinci, Dario Merlini, Brenda Lodigiani e Stefano Annoni danno vita alla varia umanità creata dalla fantasia del grande drammaturgo inglese: Caterina, appunto, la donna fiera e scostante che nessun uomo vuole corteggiare a causa del caratterino pepato; Bianca, la sorella "santarellina"; Battista, il padre egoista che vuole a tutti i costi maritare la figlia "scomoda"; Ortensio e Gremio, i pretendenti di Bianca che tramano per trovare un marito a Caterina; Petruccio, lo spasimante opportunista interessato solo alla dote. La regia di Cristina Pezzoli gioca con gli equivoci e i travestimenti di cui è ricca la trama, esalta i momenti comici e cerca di attualizzare la morale originale del classico: ai tempi di Shakespeare il bardo, pur ironizzando sul "mercato" matrimoniale che si faceva con le giovani dame, suggeriva a queste che aspirare a un buon matrimonio fosse preferibile a un comportamento sbarazzino; oggi la prospettiva è più femminile, e a far la figura peggiore sono i genitori materialisti e gli spasimanti doppiogiochisti.