MARCELA FERRARI

Ha rotto pregiudizi e vecchie consuetudini allenando la coppia numero 1 al mondo Bela-Lima. Ora è stata nominata Coach della Nazionale Italiana Femminile. Instancabile lavoratrice dai modi gentili.

Arriva puntualissima – anche qualche minuto prima - con il suo Maggiolino cabrio tutto nero, un po’ infangato. Sul parafango qualche “simpatico” graffio da parcheggio catalano rende il tutto meno perfetto ma vero. Marcela Ferrari scende dalla sua vettura parlando al telefono, prende un paio di racchette e velocemente entra nel club dove la stanno aspettando Toccinì-Palmieri e dove più tardi arriverà Belasteguin. Saluta tutti con un sorriso coinvolgente, l’impressione è di una donna molto impegnata, manager di se stessa, aiutata in parte – per quanto abbiamo visto – da Andrea Balducci, il motore principale del traffico Italia-Barcellona. Marcela fa tendenza. E’ lei che allena la coppia numero 1 al mondo: Bela/Lima e molti altri. Trovare spazio nella sua agenda non è facile. Marcela fa tendenza anche sul campo con i suoi modi dolci e mai strillati. Abbigliamento curato al punto giusto. Sciarpa al collo (in verità è un semplice scaldacollo ma su di lei è molto fashion), viso da bambina, occhi profondi ed espressivi e un’elegante giacca celeste. Marcela è mancina, in campo prende posizione dietro i suoi allievi con cui parla continuamente consigliando atteggiamenti e correggendo posture e movimenti. Suggerisce e motiva. Sembra di essere in partita. Uno spettacolo. Il ritmo può essere infernale perché Marcela ha la capacità di tirare un numero spaventoso di palle dal cesto.
Dall’altra parte della rete ci sono gli “sparring” che si alternano ogni 20 minuti. L’allenamento diventa vario ma i tempi li detta sempre lei. Recentemente è stata nominata C.T. della Nazionale Italiana femminile.
“Sono molto felice e ho una gran voglia fare bene. Ho accettato perché è un progetto serio che spero si realizzerà.”
Cosa conosci dell’Italia?
“Il cibo, la cucina, la gente e molti giocatori che sono venuti qui a Barcellona per allenarsi, tutti tramite Andrea Balducci che è il nostro ponte con l’Italia. Conosco abbastanza Roma perché lo scorso anno ci sono stata per un fine settimana. Mi piace la gente , il modo di fare e mi piace come state vivendo il Padel.”
Quanto tempo hai bisogno per migliorare il padel italiano?
“Io da sola non posso fare nulla, c’è bisogno che tutte le componenti crescano insieme. Ci vuole il tempo necessario. L’obiettivo comunque è quello di migliorare la squadra italiana femminile, di farla crescere. Bisogna impostare anche un lavoro per i ragazzi che sono fondamentali in tutti i progetti. E’ un lavoro profondo, i risultati non arrivano subito. “
Una donna deve allenarsi solo con le donne oppure deve cercare di giocare anche con gli uomini?
“Per me tutti devono giocare con tutti. Ovviamente la velocità della pallina è differente ma la cosa più importante è allenarsi seriamente seguendo anche una preparazione fisica e un’alimentazione adeguata. Bisogna riuscire a lavorare molto sulla testa, sulla mentalità e sulla maturità. Premesso questo, si può giocare e allenarsi con chiunque. Bela e Lima per esempio si allenano con tanti giocatori che gli fanno da sparring. Cambiano continuamente ma non perdono mai di vista l’obiettivo di ogni singolo allenamento. Prima di un torneo le donne devono giocare fra loro per abituarsi alla palla”.
Cosa ti ricordi della tua Argentina?
“Sono venuta via molto presto, avevo solo cinque anni. Parlo spesso al telefono con mio zio e gli amici. Per me è sempre un grande piacere, è la terra dove sono nata anche se oramai mi una ragazza di Barcellona.”
Toccini e Palmieri….?
“Li chiamo Gianmarco e Save. Sono due grandi persone, hanno tanta voglia di lavorare. Hanno una grande personalità e voglia di migliorare e un’altissima considerazione del Padel. Stiamo facendo un buon lavoro insieme”.
Quanto possono migliorare?
“Tanto, credo che in Italia non ci sono tante persone che seguono una vita da giocatori professionisti. Si accontentano di come sono perché già così si tolgono diverse soddisfazioni. Gianmarco e Save invece no, loro vogliono mettersi in discussione”.
Marcela come hai fatto a diventare così importante nel mondo del Padel, tu alleni la coppia numero 1 al mondo Bela e Lima…
“Non mi sento importante, per me la cosa più importante sono i giocatori. Un allenatore va e viene. Quando avevo 12 anni andai a vedere per la prima volta un torneo del “Padel Pro Tour”, circuito precedente al World Padel Tour, e pensai: “io voglio sedermi lì, dove sono le giocatrici”. Era il mio sogno e ho lavorato tanto per raggiungerlo. Bisogna essere consapevoli però ci sono momenti molto belli e altre meno. Ora ricevo tante richieste e questo mi inorgoglisce ma rimango con i piedi per terra perché ho lavorato duro.”
Hai rotto le cattive consuetudini e i pregiudizi, hai dimostrato che una donna può allenare i migliori giocatori del mondo. Questo è un messaggio bellissimo e fortissimo per la gente. Questa è una vittoria grandissima. Mi fai venire in mente quelle navi rompighiaccio che con la prua spaccano la banchisa. Tu sei come una nave rompighiaccio.
“Non l’ho mai pensato ma il paragone mi piace e mi riempie d’orgoglio anche se mi innervosisce. Credo che nel mondo ci sia spazio per tutti, ho sempre lavorato duramente e non ho mai pensato se la gente mi trattava come una donna o un uomo. Non dobbiamo dare troppa importanza a questo aspetto ma alla qualità del lavoro che si fa.”
Mandi un messaggio alle donne che giocano a Padel?
“Llega Marcela (arriva Marcela), non sono magica ma mi impegnerò al massimo per portare il più alto possibile il Padel Italiano. Non prometto nulla ma vi assicuro lavoro, lavoro e lavoro. Aiuterò tutte le donne del Padel italiano a migliorare.”