teatro

Heinz Beck

Come si diventa uno dei migliori al mondo

Di Fabio Sieni

Qual è stato il percorso che ti ha portato ad essere il grande professionista che sei oggi?
E’ ovviamente iniziato con la scuola alberghiera. E’ fondamentale studiare con grandi maestri. Il percorso deve cominciare imparando le tecniche di base e poi solo in un secondo momento si può passare ai piatti più complessi. Se non si ha una buona conoscenza delle tradizioni e delle tecniche si rischia di fare dei brutti errori.
Quale definiresti il momento fino ad ora più importante della tua carriera?
Spero non sia ancora arrivato!
Come sei riuscito a portare alla Pergola le tre Stelle Michelin?
Le tre stelle sono state tappe raggiunte con un percorso impegnativo e molto bello. Ovviamente un grandissimo lavoro, non solo di creatività ma anche di sostanza, in cui sono stato affiancato da un team di professionisti. Come in una squadra di calcio, serve sì un fuoriclasse in grado di fare gol, ma prima di tutto occorre un collettivo forte e funzionante che faccia girare la palla per mettere l’attaccante nelle condizioni di segnare. Allo stesso modo, lavoriamo ogni giorno per raggiungere l’obiettivo, che nel nostro caso è fare felici i clienti.
Cosa consiglieresti ad uno sportivo dal punto di vista alimentare?
La primissima cosa da consigliare ad ogni sportivo, secondo la mia opinione, è avere un allenatore competente, che abbia un occhio di riguardo anche alle condizioni fisiche future. Lo dico perché ho visto molti sportivi avere problemi fisici penalizzanti derivanti dall’allenamento seguito nel corso della carriera. L’allenamento deve cominciare in modo blando e salire gradualmente, in modo di permettere alla muscolatura di crescere, per poi fare una dieta indirizzata allo sport di riferimento. Non tutti gli sport hanno bisogno della stessa alimentazione, è fondamentale non sbagliare i diversi tipi di pietanze da abbinare e fare questa scelta con criterio aiuterà sicuramente a raggiungere risultati e a prevenire problemi fisici. Va inoltre considerato che mentre negli sport maggiori, come il calcio, c’è sempre un nutrizionista che prepara la dieta agli atleti, negli sport minori spesso si deve fare da sé. La scorsa estate è venuta da noi la campionessa olimpionica di judo Rosalba Forciniti, nell’ambito di un programma realizzato in vista delle Olimpiadi di Rio. E’ una persona squisita, abbiamo cucinato assieme ed è stata davvero una bella esperienza.
Obiettivi futuri?
Abbiamo tantissimi obiettivi, ma è meglio sempre parlare a progetto finito perché tante volte esporsi prima di avere risultati significa fare una brutta figura se poi questi non arrivano. Specialmente quando si fanno progetti con più persone ci sono troppe variabili da considerare. L’esperienza mi ha portato a non parlare mai dei progetti se sono ancora a metà.
Cosa consiglieresti ai giovani che vorrebbero intraprendere la tua stessa carriera?
Prima di cominciare consiglio di essere sicuro che questo mestiere sia ciò che si vuole veramente. Non dobbiamo dimenticare che la vita è lunga e a volte si pensa di aver scelto il lavoro ideale, poi arrivano le difficoltà e ci si rende conto che il lavoro non era come ci si aspettava. E ci si ritrova a ricominciare dall’inizio. Il lavoro è una cosa seria e deve essere portata avanti con professionalità. Io a qualsiasi giovane direi di fare un piccolo stage di qualche settimana per capire com’è veramente fare un determinato mestiere (non parlo in questo caso solo del mio). Una volta capito se è il lavoro che si vuole fare per tutta la vita, allora bisogna iniziare un severo percorso di studi e approfondimento, seguendo gli insegnanti più preparati.