10 cose che non sai di Bruno Barbieri

di Elena Oddino

è lo chef più temuto della tv. Ironico ed elegante, nei suoi abiti stravaganti. Perfezionista e geniale in cucina. Bruno Barbieri è il primo “cuoco” italiano ad aver conquistato 7 stelle Michelin, ed ora in tv e sui social spopola e miete fans. Vogliamo iniziare il nuovo anno con il re di “Masterchef”, un personaggio che sa prenderci per la gola, indurci in tentazione a tavola, conquistarci con le sue ricette creative. Barbieri, il cultore del tortellino perfetto, l’inventore del “mappazzone” che, dietro la faccia da buono e i modi gentili, nasconde un carattere intransigente. La sua storia parte da un paese in provincia di Bologna e attraversa il mondo, dal Libano al Brasile alla Turchia, mantenendo però cuore e radici ben piantate nella sua terra. Il 12 gennaio Barbieri compie 60 anni, e noi vogliamo festeggiarlo  rivelandovi 10 cose che, di lui, proprio non conoscete.   

1 – Le origini – Barbieri nasce a Medicina il 12 gennaio 1962 sotto il segno del Capricorno. Il papà, quando Bruno aveva 7 anni, si trasferì in Spagna per lavoro e lì rimase per 15 anni. Barbieri è cresciuto con le sue due sorelle in una famiglia tutta di donne. La mamma, Ornella, lavorava nel tessile a Bologna, ed è stata lei a trasmettere al figlio la passione per la moda. Dalla nonna invece ha preso la passione per la cucina. Racconta, Bruno, di essere cresciuto con i nonni, anni stupendi, legati alla terra, al ritmo delle stagioni. All’epoca non si comprava niente perché si faceva tutto in casa, dal pane al latte, ai formaggi. Persino la pasta, le conserve e la carne. Nonna Mimì era una “tosta” e fu la prima a capire quale sarebbe stato il destino del nipote. “Lei aveva una forza incredibile, si occupava di tutto”, ha raccontato Bruno. “Mi ha insegnato tantissimo, che in cucina non si smette mai di imparare, e l’importanza della fatica, della tenacia, dello svegliarsi all’alba ogni giorno”.

2 - Gli inizi – da piccolo Barbieri pensava più a giocare a pallone che a studiare, così dopo un tentativo con l’ Istituto per geometri, si iscrisse alla scuola alberghiera di Bologna diplomandosi nel 1979. Subito dopo, a 17 anni, fece la sua prima stagione a Milano Marittima, nello storico ristorante “Zì Teresa”, dove, ricorda lo chef, si lavorava tantissimo con turni massacranti, ma lui aveva imparato in famiglia sin da  bambino a rimboccarsi le maniche. Il 16 dicembre 1979 Barbieri salpò su una nave da crociera come terzo cuoco e lavorando sodo per un anno e mezzo girò il mondo, America Latina, Caraibi, Stati Uniti, scoprendo nuovi sapori e materie prime mai sentite. 

3 - La carriera - Tornato in Italia Bruno iniziò la vera carriera da chef. Prima alla Locanda Solarola, a Castelguelfo, nel ravennate, poi ad Argenta, dove nel 1983, con l’amico e maestro Igles Corelli, aprì un ristorante che cambiò la storia della cucina italiana: il Trigabolo, locale innovativo che attirava famosi critici da tutta Italia, come Giorgio Pinchiorri o Gualtiero Marchesi, curiosi di assaggiare piatti unici, come il budino di cipolla al fegato grasso, o il piccione al forno al cacao e broccoletti. A metà degli anni ‘90 arrivò “La Grotta di Brisighella”, nel ravennate, e poi in Valpolicella, a San Pietro Cariano, Barbieri aprì il ristorante Arquade nell’Hotel Villa del Quar-Relais & Châteaux. Nel luglio del 2010 lo chef decise di lasciare l'Arquade per trasferirsi in Brasile, e nel 2012, tornato in Europa, aprì a Londra il ristorante “Cotidie” (che un anno dopo cede allo chef Marco Tozzi per i troppi impegni di lavoro). Nel 2016 inaugura a Bologna il nuovo bistrot “Fourghetti” (che nel 2020 cederà a Erik Lavacchielli). Della sua carriera Barbieri dice:” E’ stata ricca di soddisfazioni e riconoscimenti. La più importante, per chi fa il mio mestiere, è la stella Michelin, ed io ne ho ricevute 7 in 40 anni. Un grande onore!”

4 - Il rapporto col papà -  lo ha recuperato solo da grande. Da piccolo Barbieri ha sentito la mancanza del papà sempre lontano, in Spagna. Intorno ai 20 anni andò anche in analisi, era in crisi, diventare cuoco è stata una sua scelta, e se poteva contare sulla mamma, che lo aveva sempre lasciato libero, temeva che il padre, che lo voleva ingegnere, non fosse d’accordo. Con il tempo, da grande, Bruno ha cercato di riavvicinarsi al padre, ed ha ristabilito un rapporto. 

5 - La mamma – con lei Barbieri ha da sempre un rapporto di grande amore. «L’ho sempre adorata, avrei vissuto attaccato alla sua sottana e lei, nei miei confronti, è molto protettiva”, ha confessato lo chef. “Grazie ai vestiti che mi confezionava per Carnevale, vincevo sempre il primo premio. Un anno mi fece un abito da maragià con il turbante in seta, le penne di pavone e i pantaloni di lamé, che spettacolo!». 

6 - Passioni – Barbieri ha sempre avuto grande passione per la moda e per la cura dell’aspetto fisico, tanto che si allena con costanza in palestra. Quanto alle giacche e ai completi decisamente originali che sfoggia nelle sue trasmissioni, sono creati dal suo stilista personale, Gabriele Pasini, nel suo atelier a Bologna. Altra grande passione di Barbieri è il  motocross. E poi i viaggi. Lui si definisce un  esploratore del gusto perchè ogni volta torna sempre a casa con un bagaglio di nuovi sapori, ingredienti, ricette. Ama scoprire la storia che c’è dietro ogni prodotto e ogni preparazione, e in ogni suo piatto c’è il ricordo dei suoi viaggi. 

7 – “Masterchef” – E’ l’unico dei tre giudici rimasti in trasmissione sin dagli inizi. L’ avventura a “MasterChef” iniziò con una telefonata, cercavano uno dei tre giudici e al primo colloquio per scherzo gli fecero assaggiare tre piatti e riconoscere l’unico che era stato preparato da un vero chef, cosa che ovviamente gli riuscì facilissima. Da allora sono trascorse 11 edizioni di “MasterChef” Italia, e Barbieri, che su Sky conduce anche il programma “4 hotel”, continua a mietere consensi. Stare in tv lo diverte ma soprattutto gli ha permesso di mostrare il lato comunicativo del suo carattere. E scoprire che, come ha affermato lui stesso, l’Italia è un paese ricco di talenti, storie e passioni. Ed è per lui di grande soddisfazione riuscire ad aiutare, con l’insegnamento,  chi sogna di diventare chef a trovare la sua strada. 

8 - Curiosità - Tifoso dell'Inter, Barbieri da giovane giocava a calcio, sport che ha praticato a buoni livelli fino a 20 anni. “E penso che ce l’avrei fatta a emergere anche come calciatore perché ero maniacale, come in cucina: curavo le scarpe con il grasso di foca, cambiavo i tacchetti a seconda della temperatura”, ha confessato lui stesso. Quanto alla cucina, pare che le migliori ispirazioni in fatto di ricette Barbieri le abbia di notte, soprattutto quando piove: l’acqua lo stimola a creare. Altra curiosità, quando era negli Usa, negli anni ’70, lo chef ha cucinato anche per Andy Warhol. Ora Barbieri ha due sogni nel cassetto: cucinare per la Regina Elisabetta e conquistarla con i suoi tortellini perfetti, e fare un film sulla cucina con Johnny Depp. Barbieri desidererebbe essere anche almeno 10 centimetri più alto del suo metro e 71, soprattutto perché suo padre è più di 1 metro e 85, ma per questo desiderio non si può fare nulla. 

9 - Vita privata – sul privato Barbieri è impenetrabile. Non ne parla, è molto schivo e gli piace mantenere l’assoluta riservatezza. Mai sposato e senza figli, in alcune interviste ha detto di aver scelto il lavoro alla  famiglia, ma che ora desidererebbe una figlia. “ Sono un single incallito e anche un po’ viveur”, ha confessato, “però adesso vorrei una figlia, sono cresciuto circondato da donne e lo vedo quanto mi diverto con le mie nipoti quando le porto fuori, a fare shopping, i maschi giocano solo ai videogiochi!”. Sulle chiacchiere girate sulla sua omosessualità ci scherza sopra. “Mai avuto rapporti omosessuali”, ha detto lo chef in una intervista. “Comunque con Cracco non scapperei mai, magari con Bastianich!”.

10 - La “sua” cucina – Barbieri vive a Bologna, e il regno, nella sua casa, è ovviamente la cucina. Arredata in modo rigoroso e minimal, con quasi tutti gli strumenti a vista su scaffali e carrellini di acciaio. Dove tutto deve essere sempre assolutamente in ordine e al giusto posto. I colori? Nei toni del bianco, dai pensili, alle travi del soffitto, al pavimento.