Le Paraolimpiadi hanno dato coraggio a tutto lo sport italiano

Di On. Daniela Sbrollini

Vicepresidente XII Commissione Affari Sociali e Sanità

Responsabile Sport e Welfare PD

La delegazione italiana per le Paraolimpiadi Rio 2016 è tornata trionfante a Roma.  Atleti, tecnici e dirigenti delle varie federazioni sono rientrati in Italia dopo aver conseguito straordinari risultati. 
Le medaglie dell’Italia sono state bellissime, tutte risultato di storie personali e sportive che dovrebbero esser raccontate in tutti i circoli del nostro Paese.
  Bebe Vio, Alex Zanardi, Federico Morlacchi  e tutti gli altri erano i tutti grandi attesi a questi Giochi  non hanno mancato di regalarci enormi soddisfazioni. Tutte le loro sono state medaglie sudate, vinte in condizioni difficilissime e con grande pressione addosso.  Le incredibili gesta rimarranno per sempre nella storia olimpica ed hanno mostrato al mondo, ancora una volta, come lo sport paraolimpico sia sport di straordinario livello.
 Questi atleti, ora che sono finiti i Giochi, devono continuare a rappresentare un’ispirazione per migliaia e migliaia di persone. Lo sport può essere uno strumento eccezionale di inclusione, di crescita della persona per il miglioramento della sua condizione fisica e mentale. Tutti dovrebbero poterlo praticare, per questo serve anche un radicale cambio di mentalità anche da parte di tutti i circoli sul territorio, le strutture sportive,  pubbliche e private, dovrebbero essere completamente accessibili a tutti, per far compiere  quel salto di qualità allo sport che lo renda veramente universale.
 Il Governo Renzi nel Consiglio dei Ministri di fine agosto ha decretato che il Comitato Italiano Paraolimpico (CIP) diventi un ente di diritto pubblico,  un passo avanti importantissimo verso il pieno riconoscimento della funzione pubblica e  sociale dello sport, in particolare dello sport organizzato per chi ha disabilità. È un atto politico, concordato con il Parlamento, attraverso il quale questo Governo intende riconoscere pienamente la dignità del Comitato Italiano Paraolimpico e dello sport rivolto a tutti. Se lo sport vede riconosciuta la sua funzione sociale ecco che allora è il segnale che stiamo veramente cambiando le cose e che le potenzialità di tutto il settore sportivo intravedono la chance di manifestarsi. Serve una cooperazione tra politica, enti locali, associazioni sportive e famiglie per accelerare un cambiamento ormai doveroso.Non potrà più mancare in futuro il pieno sostegno all’attività paraolimpica, che riesce come poche altre organizzazioni a trasformare in meglio la vita di migliaia e migliaia di giovani nel nostro Paese.