Sport

PUPILLI D'ITALIA

di Silvia Sequi

Nonostante la sconfitta nella finale della prima edizione dei Campionati Assoluti di padel dello scorso novembre, Stefano e Alessandro Pupillo restano i numeri uno della classifica 'Paddle Fit', branca della 'Federtennis' che si occupa della diffusione e regolamentazione di questa nuova disciplina sportiva. «Il padel si impara con facilità e in tempi brevi. E non è necessario saper giocare a tennis». Questa la chiave del suo successo secondo i fratelli Pupillo, componenti della nazionale italiana che ha agguantato la quinta posizione ai recenti Campionati europei 2015. «Il padel può anche rappresentare una sfida per il tennista che - dopo tanti anni, forse un po' stanco, - è alla ricerca di nuovi stimoli. E poi è uno sport divertente e coinvolgente» racconta Alessandro, avvocato. Arrivato in Italia nel 2008, dopo Bologna e Milano il padel sta diffondendosi soprattutto a Roma, esplodendo come nuovo sport tra la primavera 2014 e la scorsa. Secondo i recenti dati della 'Federtennis', a oggi, si contano circa 7.500 giocatori in tutta Italia, di cui 1.500 tesserati. «Numeri importanti e incoraggianti per un movimento sportivo oramai di interesse nazionale» rilevano i fratelli Campioni.

MODA PASSEGGERA O SPORT DEL FUTURO?
«Noi romani abbiamo iniziato a giocare nella città emiliana, poi siamo approdati a Roma - ricorda Stefano, funzionario della Protezione civile e due mondiali nella sua carriera -dove numerosi circoli hanno cominciato a investire nelle strutture di questa nuova disciplina, favorendone la naturale diffusione e la successiva conoscenza». Secondo Alessandro non sarà solo un fenomeno di passaggio, ma è necessaria «un'adeguata progettazione in modo da poter coinvolgere sempre un maggior numero di persone e mantenere vivo l'interesse dei numerosi attuali praticanti». Gli fa eco il fratello Stefano, convinto che tutto dipenderà dalla progressiva crescita della realtà romana che potrebbe essere favorita - per esempio - «mettendo a disposizione campi a prezzi agevolati - spiega Pupillo - e dotando i circoli di istruttori e maestri (categoria, quella dei maestri, non ancora regolamentata, ndr) per far sì che si conosca lo sport. In questo momento, inoltre, ci sono investitori stranieri - soprattutto spagnoli e argentini - che stanno cercando di diffondere questa nuova disciplina sportiva attraverso la costruzione di strutture».

ANCORA POCHI I GIOVANI
Sul fronte dei giovani il padel è ancora poco noto, in primo luogo perché esiste «il tennis che ha tradizioni e radici lontane; poi perché i giocatori stessi sono icone trainanti che diffondono lo sport» - fa presente Stefano. «Secondo me si dovrebbero organizzare giornate dimostrative nelle scuole, stage e centri sportivi. Solo in questo modo i media potranno venire a conoscenza di disciplina sportiva, e dunque parlarne». Indispensabile, poi, «il supporto e il lavoro di persone qualificate che possano avvicinare e far conoscere la bellezza del padel ai ragazzi, cercando così di incentivare il movimento dei giovani che - concludono i fratelli Campioni - rappresentano il futuro di questo sport».