Roma come Londra

Quando a contendersi il primato cittadino, c’erano tante società, espressione dei quartieri della Capitale

 

Roma era proprio come Londra. Tante squadre a contendersi negli anni lo scettro della Regina del Centro-Sud. Con gli squadroni del Nord irraggiungibili. Il calcio, lassù, era nato prima. 

Italo Foschi era un uomo politico da sempre impegnato nello sport. Frequentava la palestra dell’Audace, aveva organizzato corse ciclistiche, era stato commissario straordinario della Società di tiro al piattello. La sua passione principale, però, era il calcio. Presidente del Pro Roma, gli fu presto chiaro come la dispersione delle forze fosse il principale ostacolo che impediva alla Capitale di avere una squadra in grado di rivaleggiare con le formazioni del nord. 

Cominciava a prendere piede l’idea di uno squadrone che, unendo le forze, fosse in grado di rivaleggiare con le società del settentrione. Il numero di società romane nel corso degli anni precedenti al 1927, anno in cui prese corpo questo progetto, si era già ridotto, in seguito ad alcune fusioni generate dalle difficoltà economiche dei club. 

L’inverno a cavallo tra il 1926 e il 1927 fu decisivo per il lavoro diplomatico, che portò a un accordo di massima nella primavera del 1927. Rimaneva da convincere la Lazio, che però pose delle condizioni ritenute inaccettabili nella riunione del 6 giugno 1927 svoltasi nei locali del sodalizio biancoceleste in Via Tacito. 

 

Ma prima del 1927? Roma, dicevamo, era come Londra. Oltremanica diciassette squadre professionistiche, sei stabilmente in premier. Chelsea, Arsenal, Tottenham, West Ham, Crystal Palace e Fulham danno vita a dei derby infuocati. 

I membri del  Fulham,  squadra nata nel 1879, hanno il curioso soprannome di “Cottagers”: all’interno dello stadio c’era un cottage, inglobato nella tribuna d’onore dello stadio, il Craven Cottage. Il Tottenham Hotspur, nato nel 1882, ha un gallo come elemento rappresentativo. L’Arsenal, uno dei club più antichi del calcio inglese, fu fondato nel 1886. I suoi giocatori Arsenal, un deposito di armi che riforniva l’esercito britannico e che risiedeva nel Sud di Londra. Il West Ham United è una squadra fondata nel 1895: venivano soprannominati “Hammers”, i martelli o i fabbri, in quanto lavoratori del ferro e costruttori di navi che fendevano le acque del Tamigi. Il Crystal Palace nasce, invece, nel 1905. L’origine di questo nome deriva dal Palazzo di Cristallo, costruito per l’Esposizione Universale del 1851, adiacente al campo sportivo su cui la squadra giocò i primi incontri. Infine, il Chelsea, fondato nel 1905, ha nel suo logo un leone blu rampante, figura legata all’araldica locale della zona di Chelsea. Dal suo colore il soprannome Blues.

Frequentatori più abituali della Football League Championship, la Serie B inglese, sono il Charlton Athletic, fondato nel 1905, il Queens Park Rangers FC (famosa per avere avuto venti stadi diversi), il Millwall, derby di fuoco con il West Ham, e il Char-lton, nel South London. In Football League One e in Football League Two troviamo solitamente il Brentford, il Griffin Park, il Leyton Orient, il Da-genham & Redbridge. L’ombra del tennis copre si-curamente l’AFC Wimbledon, il cui stadio si trova a Kingston, nel Sud di Londra. 

Solo in Argentina a Buenos Aires ci sono lo stesso numero di squadre nella massima serie: Argentinos Juniors, Boca Juniors, Huracán, River Plate, San Lo-renzo e Vélez.

 

E Roma? Andiamo ora alla scoperta delle principali squadre che componevano il variegato mosaico dei derby capitolini. 

A spadroneggiare per lunghi anni è stata la S.S. Lazio. Nasce a Piazza della Libertà nel gennaio del 1900, anche se i suoi soci facevano sport (nuoto, canottaggio, podismo) sul Tevere e sulle sue sponde anche negli anni precedenti. A Luigi Bigiarelli, al fratello Giacomo e ad altri sette atleti, è attribuita la fondazione del club. Il calcio si affaccerà l’anno seguente, nel 1901. Per i primi anni, la Lazio fu la re-gina incontrastata andando a insegnare il “football” anche nell’Italia Centro-Meridionale. Disputò diverse finali nazionali e rivendica oggi lo Scudetto del 1915 assegnato al Genoa ma la cui finale non fu disputata per cause belliche.

E le altre? Il Foot Ball Club di Roma, fondatori scozzesi e detto il “Roman” venne fondato nel gennaio 1901. I colori sociali: giallo e rosso. 

Il Club Sportivo Audace era un’appendice del più celebre Audax Podistico Italiano e nacque il 15 ottobre 1901 nel quartiere Ludovisi, per iniziativa di alcuni soci laziali e alcuni della “Forza e Coraggio”, da cui mutuarono i colori biancorossi. Come stemma aveva uno scudo a strisce biancorosse sormontanto dalla Lupa capitolina.  

La bianconera Virtus si formò attorno a una costola laziale composta da Venarucci, Bale-strieri, Golini, Massa, Mesones, Monarchi, Venier e Zanchi, che si staccò nel 1903 per sciogliersi poi nel 1909, confluendo nella Fortitudo e nell’Alba e dando vita e colori alla Juventus romana

L’Alba, nacque grazie a un gruppo di studenti e artigiani dei quartieri San Lorenzo e San Giovanni.

La Società Ginnastica Fortitudo. «Rossa come il sangue e blu come il cielo», era l’emanazione dell’Associazione del Sacro Cuore di Gesù in Borgo e perseguiva lo scopo della formazione cristiana dei giovani del rione. Nel 1926 assorbì la Pro Roma (bianca in onore della Pro Vercelli), divenendo Fortitudo-Pro Roma, per poi confluire nella Roma.

 

Squadre nella storia

Ecco molte delle società presenti a Roma nel periodo d’oro del calcio pionieristico. Di alcune di queste non sono rintracciabili i colori

Lazio, biancoceleste, Piazza della Libertà

Audace, biancorossa, Corso Umberto

Forza e Coraggio, biancorossa, Via XX Settembre

Ginnastica Universitaria Romana, Via Cernaia

Veloce, bianca, Via della Pietra

Esperia, biancoverde, Via Orazio

Libertas, blu, Via Cola di Rienzo

Fulgor, Via Principe Amedeo

Lampo, Porta Portese

Roman, giallorossa, Porta Pinciana

Virtus, bianconera, Via Pompeo Magno

Aiglon, Piramide Cestia

Atalanta, Via Catone

Vigor, Piazza D’Armi

Cristoforo Colombo, Prati

Enotria, Via del Mascherone

Spes, biancoblu, Montesacro

Virentes, Prati

Vis, Piazza D’Armi

Alba, biancoverde, Via Principe Eugenio

Ardor, Piramide Cestia

Ausonia, Piazza Navona

Robur, rossonera, Piazza D’Armi

Voluntas, Via Po

Augustea, gialloblu, Piazza

 

La storia del derby in libreria

“Il grande libro del derby di Roma”. Un volume scritto da Fabio Argentini e Luigi Panella. L’opera, di trecento pagine (edizioni Ultra Sport), narra oltre novant’anni di battaglie tra Roma e Lazio. Una storia affascinante, a tratti incredibile, che si dipana attraverso immagini di straordinaria suggestione, raccontando ogni dettaglio di una sfida che va ampiamente oltre la domenica e mette a confronto due tifoserie che condividono lo stesso territorio ma sono tra loro molto diverse e sfoggiano orgogliose le loro peculiarità.

In questo libro c’è tutto: emozioni, partite (tutti i tabellini), identità, avventure da raccontare, calciatori e stadi. 

Il libro, frutto di un lavoro di squadra, con una grafica d’eccellenza curata da Alberto Brunella e curato da Enrico Sarzanini e Niccolò Costanzo, è arricchito dall’introduzione di un giornalista di lungo corso, Italo Cucci, che nella sua carriera ha raccontato tanti derby, e dalle prefazioni di due storici capitani di Roma e Lazio, Francesco Totti e Alessandro Nesta. 

“Con la Lazio ci sono cresciuto. Tanti anni con quella maglia indosso. Del derby ho ricordi belli e anche brutti: perché le battaglie in campo sono un po’ lo specchio della vita, si vince e si perde”, così ha spiegato Nesta. 

“Dei miei derby da calciatore conservo tante fotografie, una l’ho perfino scattata con il cellulare dopo un gol. Negli anni ho imparato che il derby è una roulette e non conosce regole: vive sui nervi e sugli episodi”, ha scritto nella sua prefazione Totti.