La Boreale, da Ponte Milvio alla ribalta nazionale

di Claudio Briganti

Ripercorriamo le principali tappe della storia della gloriosa maglia viola

Un’avventura partita nel 1946 e che si rinnova ogni anno da 74 anni a questa parte. Una Società sportiva che ha mantenuto fino a oggi lo spirito per cui è nata. La Boreale, infatti, non ha mai dimenticato, nel corso della sua storia, di interessarsi dei giovani, di far crescere loro in un ambiente sano e di insegnare ai ragazzi un’educazione sportiva e morale. Negli anni ’40, infatti, arriva a Roma a Tor di Quinto Don Marino Marani. In questo quartiere, complice la guerra, la gioventù è abbandonata a se stessa. Don Marino fonda un’associazione mariana: i “Legionari della Madonna di Fatima” e una polisportiva “La Boreale” che funge da richiamo per centinaia di giovani che il sacerdote educa cristianamente come figli.

 

“Siamo nel 2020 – dice il Presidente Leandro Leonardi – e tanta acqua è passata sotto i ponti da quel lontano 1946, ma ancora oggi la nostra mission, prima di raggiungere qualsiasi risultato, è di lavorare per creare una mentalità Boreale. Per noi il rispetto degli avversari e degli arbitri è fondamentale e per questo i nostri dirigenti, tecnici e giocatori sono “istruiti” affinché le nostre squadre si pongano sempre con educazione verso gli altri. E’ un aspetto del calcio per noi molto importante che non sottovalutiamo e che mettiamo al primo posto”.        

 

Finita la guerra, vede finalmente la luce la polisportiva sognata. Entrano così in scena Bernardino Passi e Vittorio Soldini, fondatori con lo stesso sacerdote e con Orazio Marchetti dell’Unione Sportiva Cattolica Boreale. Nello stemma brilla la stella Polare, anch’essa punto di riferimento che indica il nord. Il colore sociale sta a indicare l’umiltà con la quale la Boreale intende calcare le scene sportive. “Siamo a Roma nord – prosegue Leonardi -  e la Società ha dovuto cambiare diverse sedi prima di arrivare a quella odierna di via della Camilluccia all’interno del Centro Sportivo Don Orione. Comunque sempre nella zona di Ponte Milvio, che troviamo nell’attuale stemma, e al quale abbiamo aggiunto la scritta “in hoc signo vinces” con un lupo arrampicato sull’elmo di un antico romano. Anche noi sogniamo di vincere come Costantino - prosegue il Presidente -  ma per noi vincere significa lavorare per costruire qualcosa per i giovani, non ottenere dei meri risultati, che sono importanti, ma non l’unico obiettivo da raggiungere”. 

 

La costruzione del campo “Lipartiti” dà modo a Don Marino e ai suoi ragazzi di iniziare un’attività sportiva con tutti i crismi dell’ufficialità: s’iscrive la Boreale al campionato di “II Divisione” riservato agli adulti mentre i più piccoli al campionato “Ragazzi”. Oggi la Boreale è cresciuta notevolmente perché ha una squadra nel campionato d’Eccellenza, e sette nelle giovanili (Under 19 élite, Under 17 regionale, U16 élite, U15 élite, U14 regionale e due Under 14 provinciali). Un grande passo avanti se pensiamo all’iscrizione nel 1948 al campionato di “II divisione” e nel 1956-57 a quello di “I divisione”. Da tre anni si chiama Boreale DonOrione per effetto di una fusione con il Centro Sportivo Don Orione costituendo una Società che vanta tra agonistica e scuola calcio un movimento di quasi 600 atleti. La Boreale è ormai un polo di riferimento per chi fa calcio a Roma. Crescita dei giovani e risultati camminano di pari passo. E allora non è un caso se Edoardo Bove, prodotto della scuola calcio della Boreale, è finito alla Roma in giovanissima età e oggi, a 18 anni, è titolare della A.S. Roma Primavera, così, come  Samuele Sorrentino, 17 anni, è al Benevento  Calcio, mentre a 16 anni aveva già esordito nel campionato di Eccellenza con la maglia della Boreale. “In pochi anni –spiega Leonardi - abbiamo fatto molta strada nello sviluppo del settore giovanile; abbiamo la Juniores U19 e l’under 16 e 15 nel campionato di Eccellenza, la qualità dei nostri allenatori è elevata, sia dal punto di vista tecnico, sia umano, mentre la scuola portieri, guidata da Igor Jankole, sta facendo migliorare i nostri piccoli numeri 1. Sotto l’aspetto atletico e funzionale il progetto del Prof. Cesidio Rufo e del suo staff sta coinvolgendo tutti gli atleti. Abbiamo iniziato un lavoro di mental coaching sportivo, per i ragazzi dell’under 14 e under 15, con il Prof. Tamorri, che ha dato risultati interessanti e che sarà esteso a tutti i gruppi squadra”. Le richieste per i ragazzi della Boreale si sono intensificate anche negli ultimi mesi. Daniele Tondi (2004) ha suscitato l’interesse del U.C. Albinoleffe, mentre il 2005 Filippo Palladino e i 2006 Getu Corrado e Gabriele Bosio con la Ternana Calcio. “Sono prodotti – conclude Leonardi – del nostro vivaio e per noi è motivo di grande soddisfazione sapere che alcuni dei nostri giovani possano finire i società professionistiche”.