TENNIS E CUORE, BINOMIO VINCENTE.

Il tennis è uno degli sport più praticati al mondo (il terzo in assoluto dopo calcio e basket) ed è giocato da persone di tutte le età, dai bambini agli anziani.

Le peculiarità di questa disciplina richiedono un’elevata coordinazione neuromuscolare ed un’importante componente atletica in quanto si tratta di uno sport aerobico-anaerobico, ovvero costituito da un alternarsi di fasi di vera e propria attività fisica a periodi di recupero, che richiedono una condizione fisica di fondo sufficiente a mantenere le caratteristiche principali della disciplina: velocità, esplosività e resistenza.

E’ chiaro che uno sport che alterna di continuo fasi di lavoro aerobico a fasi di lavoro anaerobico necessita di una buona condizione cardiovascolare, con continue variazioni della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa (lavoro cardiaco). Il tennis è per tale motivo fortemente allenante per il sistema cardiovascolare, consentendo la riduzione della pressione arteriosa basale e l’aumento della funzione di pompa del cuore ( gittata) a cui consegue una riduzione della frequenza cardiaca.

Lo stress cardiovascolare dipende ovviamente dall’intensità con cui si gioca, con un massimo per la partita in singolo ed un minimo per il palleggio, passando per il doppio come sforzo intermedio.

E’ buona regola, soprattutto per gli “over 40”, eseguire un test da sforzo al cicloergometro una volta l’anno per valutare la risposta del cuore all’aumento del lavoro cardiaco, con un carico crescente fino all’85 % della frequenza cardiaca massimale. In questo modo possiamo monitorare in continuo ed in maniera dettagliata l’andamento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa al variare dello sforzo ed indirettamente valutare lo stato delle arterie coronarie. Un altro esame cardiologico molto utile per chi gioca con regolarità a tennis è l’ecocardiogramma colordoppler, che valuta in maniera specifica la funzione di pompa dell’organo ed il corretto funzionamento delle strutture valvolari.

In uno studio del 2019 promosso dalla Società Italiana di Cardiologia Geriatrica (SICGE) e dalla Onlus Salute e Società, sono stati raffrontati i parametri cardiaci di 145 “over 65” iscritti ad un circolo di tennistico romano con 185 persone della stessa età che non praticano sport (età media 74.5 anni). 

I risultati hanno messo in evidenza che chi gioca a tennis con regolarità ha una prevalenza di pressione alta del 63% contro l’80% ed una frequenza di diabete mellito del 10 % anziché del 21% rispetto alla popolazione sedentaria. I tennisti hanno inoltre un indice di massa corporea inferiore rispetto ai non giocatori. Altri parametri meno diffusi tra i giocatori rispetto ai sedentari sono stati l’ipertrofia ventricolare sinistra (21% contro 52%), l’ictus cerebri (1% contro 4%), l’insufficienza aortica (4% contro 8%).

Questi dati sembrano indicare in maniera evidente che l’attività fisica regolare previene le problematiche cardiovascolari, in questo specifico caso   tra i tennisti. Lo stesso studio indica per gli “over 65” alcuni importanti consigli per lo svolgimento dell’attività: giocare a giorni alterni per non più di un’ora in singolo ed un’ora e mezza in doppio; associare attività aerobica nei giorni di “riposo” come la camminata veloce o il tapis roulant a 5 km/h per 20-30 minuti. Per i cardiopatici, ovviamente, è necessario rivolgersi al proprio cardiologo per valutare l’idoneità.

Insomma, giocare a tennis fa bene al cuore, anche in età avanzata, sempre che si ci si limiti ad uno sforzo adeguato agli anni ed alla propria condizione fisica e che ci si sottoponga regolarmente ad una visita cardiologica di controllo.

Comunque il Torneo Pezzana, nonostante siano trascorsi ben 42 anni, continua a disputarsi e la gente si diverte ancora molto con questo “minicalcio” che ho l’onore di aver inventato.