I TENDINI E LO SPORT: QUALI TERAPIE POSSONO AIUTARE GLI ATLETI

A cura di Alberto Bellelli - Direttore della Radiologia Interventistica dell’Ospedale San Pietro di Roma


Quando si pensa allo sport immediatamente si immagina l’allenamento muscolare e la preparazione del muscolo, “il vero motore” degli atleti. Si dimentica spesso che l’azione del muscolo si sviluppa solo e grazie al perfetto funzionamento dei tendini, che sono le vere e proprie cime di ancoraggio all’osso del muscolo-motore dello sport.
Qualunque situazione di affaticamento o di insufficienza o di infiammazione del tendine rende inutile ogni rinforzo o tonificazione del muscolo che non potrà esplicare tutta la sua azione a causa del dolore e dell’impotenza funzionale del tendine. Come dice una nota pubblicità “la potenza senza controllo è nulla”, così la forza e la preparazione muscolare dello sportivo, senza una buona condizione tendinea, è pari al nulla.

Il tendine rappresenta infatti il collegamento naturale tra muscolo e osso e si compone di diverse parti e strutture, che insieme realizzano una vera e propria unità funzionale di biomeccanica : la giunzione mio-tendinea (cioè tra muscolo e tendine) e quella osteo-tendinea (cioè tra muscolo e osso).
Il sovra-affaticamento, i microtraumi ripetuti, le lesioni precedenti, le calzature sbagliate, le pregresse fratture o incidenti possono essere alcune delle cause di patologie tendinee occulte o paucisintomatiche, che durante il periodo di preparazione o durante gli allenamenti possono determinare quadri di tipo infiammatorio o degenerativo spesso causa di dolori articolari e di conseguente arresto dell’attività sportiva.
Che cosa fare allora ? Innanzi tutto il primo consiglio è quello di rivolgersi ad un medico dello sport, ad un medico ortopedico o ad un fisiatra e fare una diagnosi precisa , che oggi è sempre possibile con esami diagnostici tipo l’ecografia o la risonanza magnetica.
Una volta fatta la diagnosi ed identificate tutte le strutture coinvolte si possono individuare dei percorsi terapeutici idonei e efficaci alla soluzione del problema , che sia la più rapida possibile e ovviamente a seconda dei casi, definitiva.

Esistono una serie di trattamenti guidati dalle immagini , per assicurare la massima precisione possibile e quindi la massima efficacia possibile che vanno dall’impiego di farmaci e presidi: l’acido ialuronico, i cortisonici, gli anestetici, l’ozono, a tecniche di trattamento come i forage, il needling o all’impiego dei fattori di crescita autologhi tipo il PRP (Plasma Ricco di Piastrine) prelevato dallo stesso sangue del Paziente.

Quest’ultimo in molti casi di tendinopatie risulta un trattamento molto efficace vicino al 100 % si esegue sotto guida ecografica previa preparazione di un campo sterile e con un prelievo di sangue del Paziente si ottengono le piastrine autologhe (dello stesso soggetto) che iniettate nella sede specifica attivano i meccanismi di riparazione tessutale che spesso portano alla guarigione completa della lesione tendinea evidenziata dagli esami diagnostici.