Intelligenza artificiale: funzioni e applicazioni all’insegna dell’innovazione e delle nuove tecnologie

Sono tante le parole che ruotano attorno al tema dell’intelligenza artificiale, ma non tutti sono riusciti a comprenderne ancora appieno il significato e l’importanza. Diverse applicazioni dell’IA sono anche entrate nella nostra vita quotidiana e con la continua crescita delle nuove tecnologie, queste faranno sempre più parte del nostro modo di vivere nella società.

In modo semplice possiamo definire l’intelligenza artificiale come l’abilità di un sistema tecnologico di risolvere problemi o svolgere compiti e attività tipici della mente e dell’abilità umane. Guardando al settore informatico, potremmo identificare l’AI come la disciplina che si occupa di realizzare macchine (hardware e software) in grado di “agire” autonomamente (risolvere problemi, compiere azioni, ecc.). In altre parole la capacità delle macchine di svolgere compiti e azioni tipici dell’intelligenza umana (pianificazione, comprensione del linguaggio, riconoscimento di immagini e suoni, risoluzione di problemi).

Sono molteplici gli ambiti applicativi dell’intelligenza artificiale in Italia e nel mondo: aziende come Facebook, Google, Amazon, Apple e Microsoft stanno lavorando per portare al proprio interno startup innovative nel campo dell’AI ma anche avviare progetti di ricerca di cui già oggi vediamo alcuni frutti. Nel mondo del business la maturità delle soluzioni tecnologiche ha portato la potenzialità dell’AI in molti segmenti, tra cui: assistenti vocali/virtuali (chatbot, Siri di Apple, Cortana di Microsoft, Alexa di Amazon) che sfruttano l’Intelligenza Artificiale sia per il riconoscimento del linguaggio naturale sia per l’apprendimento; il pregio di migliorare molti sistemi tecnologici già in uso da persone con disabilità (per esempio i sistemi vocali che permettono una comunicazione del tutto naturale anche a chi non è in grado di parlare); Applicazioni di modelli innovativi per la prevenzione, la diagnosi e la cura di tumori e malattie rare; la prevenzione delle frodi dove l’Intelligenza Artificiale si concretizza attraverso analisi molto sofisticate che correlano dati, eventi, comportamenti ed abitudini per capire in anticipo eventuali attività fraudolente; l’ottimizzazione e la gestione della catena di approvvigionamento e di distribuzione che con l’applicazione dell’IA permette di connettere e monitorare tutta la filiera e tutti gli attori coinvolti (come il caso del Supply Chain Management relativo alla gestione degli ordini);

L’Intelligenza Artificiale è da tempo sui tavoli di lavoro dell’AgID ed è uno dei temi ampiamente dibattuti e studiati nell’ambito dell’Agenda Digitale Italiana per comprendere la diffusione e i potenziali applicativi, ma anche le conseguenti implicazioni sociali, in quanto non si può non toccare aspetti etici come quelli legati al lavoro e all’occupazione dato che i timori nella comunità globale crescono (come il caso dei robot nelle fabbriche). Timori giustificati se si pensa che la metà delle attività lavorative di oggi potrebbe essere automatizzata entro il 2055. A mettere un freno ai timori che da mesi viaggiano via web e social sulla responsabilità dell’Intelligenza Artificiale nel “distruggere” posti di lavoro arrivano diversi studi, i quali confermano la creazione di nuove posizioni all’interno delle aziende se si applica un’efficace cooperazione uomo-macchina.

Una delle ultime novità di Amazon ad esempio può dare un’idea di come le grandi aziende si stanno sviluppando sotto il segno dell’IA e della robotica, come il nuovo supermarket robot, aperto a Seattle nei giorni scorsi. Qui, nel nuovo super negozio Amazon Go Grocery, si mettono nel carrello fisico gli acquisti che, attraverso un network di sensori, telecamere, scanner e l’utilizzo di algoritmi, intelligenza artificiale e machine learning, vengono direttamente caricati nel carrello virtuale della app di Amazon sullo smartphone. A conclusione della spesa, il totale gli viene addebitato sulla carta di credito.

In conclusione, è necessario sottolineare la consapevolezza che in ogni caso sono le persone che fanno la differenza, senza il pensiero autonomo dell’uomo la tecnologia non potrà mai fare la differenza. Si deve puntare semplicemente ad una sana collaborazione intelligente tra uomini e macchine, in cui si possa utilizzare la tecnologia per aumentare la produttività, ma anche per lavorare meglio e migliorare la qualità della propria vita.