enofilo

Le bollicine di Natale

Ci siamo quasi , arrivano le Feste e quindi è tempo di brindisi. Con cosa ci prepariamo a brindare?
Sicuramente con delle buonissime bollicine, ma da enofilo praticante devo assolutamente darvi qualche dritta per far si che i brindisi siano perfetti.
Innanzitutto spiego subito che il prezzo di una bollicina è sinonimo di qualità, al di sotto di alcune cifre è impossibile bere bene, almeno che la vostra idea di bollicina combaci con quella di un mio carissimo amico napoletano che afferma semplicemente “ basta che fa o buott”.
Se avete un approccio diverso , e magari avete fatto la fila in pescheria per prendere proprio quel pesce freschissimo, o siete andati in quella bottega particolare a comprare la migliore pasta fresca della città, oppure che avete girato 10 pasticcerie per acquistare il panettone artigianale top. Che fate mi cadete sulla bollicina? Al di sotto degli 8/9 euro è veramente difficile bere bene.
Quindi spieghiamo subito che le bollicine sono riconducibili a due grandi famiglie :
la prima è quella dello Charmat ovvero il vino rifermenta in grossi serbatoi e li acquista la sua piacevole gasatura, più a lungo rimane a fermentare migliore sarà il prodotto, e costerà di più. Questo è il caso del PROSECCO, o del MOSCATO d’Asti che poi ha varie tipologie fondamentalmente legate a quanto zucchero rimane nel vino rendendolo più o meno secco. In linea generale il Prosecco è adatto ai vari piatti dall’antipasto al secondo di pesce ma non va bene con i dolci. Con i dolci è invece perfetto il Moscato . Quindi scegliete anche in base all’uso previsto. Questa è la categoria delle bollicine meno costose. La seconda famiglia è quella dello Champenoise o metodo classico ovvero il vino si mette in ogni bottiglia che fermenta per conto proprio, e normalmente il tempo varia dall’anno e mezzo in poi. A questa categoria appartengono i vini più blasonati dallo CHAMPAGNE, al CAVA, al FRANCIACORTA, al TRENTO DOP. Anche qui abbiamo una suddivisione legata al residuo zuccherino cha varia dal “nature “ in cui non si aggiunge nessun liquor ( la sapiente miscela che ogni cantiniere immette in bottiglia a base di vino e zucchero), si passa all’extra brut, poi al brut, extra dry, dry , demisec e sec in un crescendo di zucchero presente. Il lavoro è molto più complesso e quindi aumentano anche i costi di queste bottiglie, ma che sono sicuramente più interessanti da bere.
Cosa consigliare?
Una cantina emergente nel cuore dell’area del Prosecco e dei piccoli produttori di Champagne. A Farra di Soligo Martina e Cristian Piazzetta, supportati da Gilberto Forner e dall’enologo Enrico Rana, gestiscono con entusiasmo, passione e competenza la Cantina Progetti divini. Ogni nuovo vino è un’emozione, per chi lo degusta così come per chi lo crea.
Il vino scorre nelle vene di questa famiglia da più generazioni avendo già la nonna di Martina vigne nell’asolano, da cui oggi ancora si vinificano buonissimi vin i rossi.
Per impiantare la cantina è stata scelta l’antica Villa Brandolini D’Adda, un tempo di proprietà della nobile famiglia insediatasi nel territorio di Soligo all’inizio del Novecento. L’azienda, specializzata nella produzione di vini di alta qualità, esalta gusti, aromi e profumi della tradizione vinicola delle colline di Soligo, nel cuore della Valdobbiadene Prosecco DOCG.
Tutte le uve vengono raccolte rigorosamente a mano, messe in cassetta e portate in cantina nel più breve tempo possibile, in modo da evitare di compromettere l’integrità del frutto.
Circa 10 ettari di terreno vengono lavorati per ottenere un’uva qualificata da fragranze fresche e floreali che, trasferite in bottiglia, restituiscono caratteristiche autoctone e naturali.
Oggi producono varie tipologie di Prosecco, dal Cartizze al Treviso DOC, passando per il Prosecco DOCG Extra Dry che ha vinto la Gran Medaglia d’Oro come migliore prosecco metodo Charmat al Vinitaly 2015. E’ nelle intenzioni di Martina e Cristian far diventare Progetti Divini una piccola maison che produca soprattutto prosecco di altissimo livello, con prezzi estremamente accessibili.
Io continuo a perorare questa e tutte le cause in cui il produttore punti sempre al massimo livello di qualità produttiva, probabilmente servirà del tempo in più per far capire questa filosofia al consumatore, ma di sicuro chi arriverà a bere un prosecco di Progetti Divini non tornerà più indietro.
Se penso allo Champagne, i penso a KR Wine Trade Champagne lounge, giovane e dinamica azienda di Roma che importa tre piccoli produttori di CHAMPAGNE . Katia e Riccardo animano questa nuova realtà che ha come obiettivo quello di far conoscere gli “altri Champagne”.
Le tre maison provengono dalla sottozona della Marne e sono: Baron Albert che si trova nel comune di Charly Sur Marne, Dom Caudron sita nel comune di Passy Grigny, infine Guy Charbaut di Mareuil sur Ay. DOM CAUDRON era il parroco del villaggio di Passy Grigny, quando nel 1929 diede ai vigneron locali l’idea di unire le forze per produrre il loro Champagne. Diede loro 1000 franchi per partire, e dai 20 vignaioli iniziali oggi si è arrivati a 80 che coltivano 130 ettari. Il Pinot Meunier è la loro uva preferita che è piantata in oltre l’80 % dei vigneti. PREDICTION va assolutamente bevuto.
BARON ALBERT è una piccola maison giunta alla terza generazione. Fondata da Albert Baron con sua moglie Beatrice nel 1946 , è passata ai loro figli Gilbert, Gervais e Claude che hanno sviluppato il progetto dei genitori. Oggi sono le figlie di Claude Claire, Lise e Aline ha portare avanti il progetto passato da un ettaro ai cinquantacinque attuali.
Champagne Baron Albert crede nella conservazione del suo patrimonio al fine di lasciare alle generazioni future una terra sana. Le sorelle Baron sono orgogliose di essere tra i pionieri della viticoltura sostenibile in Champagne e una delle prime aziende agricole certificate "HVE", Alto valore ambientale. Queste pratiche rispettose dell'ambiente sono applicate all'intero vigneto di famiglia, che ha uve Pinot Meunier, Chardonnay e Pinot Nero. Punta a migliorare costantemente la qualità dei suoi champagne.
Da provare l’UNIVERSELLE.
GUY CHARBAUT producono vino da padre in figlio da tre generazioni, l’anno di inizio attività è il 1936, i membri della famiglia Guy Charbaut hanno mantenuto il carattere familiare della loro cantina al fine di perpetuare il prestigio del marchio e la qualità della loro produzione. Nel 1936, il nonno André sfruttò i suoi primi vigneti a Mareuil-sur-Ay, la maggior parte dei quali si trova nelle zone privilegiate classificate dal 90 al 100% nella scala di Crus. Il vigneto, costituito da uve Pinot Nero, Meunier e Chardonnay, copre oltre venti ettari. La maggior parte si estende nel territorio dei villaggi di Premier Crus Mareuil-sur-A, Bisseuil e Avenay, gli altri nei villaggi di Viviers-sur-Artaut e Landreville. BLANC DE BLANC BRUT 1ER CRU è la bottiglia che preferisco.
Ultimo consiglio, cercate di assaggiare sempre prima di comprare. Solo così sarete sicuri di bere una cosa che vi piacerà.
E ora in alto i calici.
Salute e tanti auguri