OUT OF PLACE & WEM

Come promuovere l’arte contemporanea mettendo a disposizione una fabbrica

 

 

WEM, una galleria d’arte 3.0 che mira alla promozione dell’arte contemporanea e all’ampliamento della fruizione artistica a livello internazionale, attraverso un approccio innovativo che ne rivoluziona le dinamiche di mercato.

OUT OF PLACE è una mostra (visitabile fino al 2 febbraio ad Ornavasso (VB) sul Lago Maggiore) che racconta due storie, quella di Daniele Sigalot, artista romano, di indole nomade e pensiero trasversale (Londra, Berlino, Milano, Barcellona e Napoli le sue ultime residenze) e quella dell'imprenditore Marco Bracaglia, fondatore e direttore di WEM, un nuovo polo espositivo dalle grandi ambizioni nato all'interno di una fabbrica metalmeccanica.

Due storie che si intrecciano nel 2017 per la prima volta, quando Sigalot produce presso la fabbrica piemontese una scultura destinata ad una mostra presso la Reggia di Caserta. Da quel giorno, grazie all'intraprendente iniziativa di Marco Bracaglia, titolare della fabbrica, la collaborazione diventa sempre più sinergica e gradualmente all'interno della grande struttura industriale nasce un'ala interamente dedicata alla produzione di opere d'arte e alla promozione degli artisti. La mostra è la perfetta sintesi di questo processo di collaborazione. 

 

LA MOSTRA

Negli spazi espositivi di WEM, l'artista romano presenta una serie di opere interamente progettate e realizzate all'interno della fabbrica. Tra queste spicca al centro del grande white cube di 250 metri quadrati la monumentale sfera in alluminio che a febbraio è stata esposta presso La Galleria Nazionale a Roma: 720 kg di metallo accartocciato che rappresentano tutte le idee sbagliate prodotte da Sigalot nel corso della sua carriera. Amante dei paradossi, Sigalot fa del contrasto la linea che ci accompagna attraverso tutta la sua produzione più recente. La grande esposizione continua poi in altre sale attigue, dove emerge l'eclettica natura dell'artista, che dalle sculture metalliche passa ai neon, alla fotografia ed infine alla performance, campo nel quale esordisce con il lavoro intitolato “Writer's block” al quale è dedicata una stanza intera. Gli spazi e le energie che WEM riversa nell'ecosistema dell'arte proseguono con altri 500 metri quadrati con sale dedicate ad ognuno degli artisti che la neonata galleria rappresenta. Il percorso espositivo si conclude nell'ex magazzino della fabbrica, dove 12 grandi mappe incise su acciaio lucido, già protagoniste dell'installazione “A portrait of everyone, everywhere” esposta all'aeroporto di Malpensa fino all'anno scorso, trovano una nuova composizione che invita letteralmente lo spettatore a perdersi in ogni dove.

 

LA GALLERIA

WEM Gallery nasce a partire da un programma di residenze d’artista all’interno della fabbrica MEW – Magistris & Wetzel Spa ad Ornavasso (VB), progetto voluto e promosso da Marco Bracaglia, imprenditore e azionista della fabbrica dal 2011. Dopo aver rilevato e ristrutturato l'azienda all'età di 29 anni, Marco a partire dal 2017, inizia a invitare alcuni artisti a produrre opere d'arte all’interno della fabbrica, utilizzandone il know how tecnico produttivo. Le residenze d'artista di M&W hanno sostenuto gli artisti Daniele Sigalot in occasione delle mostre Tutto è già vostro presso la Reggia di Caserta (2017); Biennale Latitudini dell’arte presso il Palazzo Ducale di Genova (2017); Dolom presso il Museo Archeologico di Potenza (2018); Decima Biennale presso MAM – Museo dell’Alto Mantovano (2018); Nicola Evangelisti in occasione della Biennale Light Art presso il Palazzo Ducale di Mantova (2018); Chiara Dynys in occasione di Sabra Beauty

Everywhere presso il Museo Correr di Venezia (2019) e di Enlightening Books presso Il Mattatoio, Roma (2019).

 

LE DICHIARAZIONI

“I lavori di Daniele Sigalot sono connotati da una leggerezza ironica, capaci di dare vita ad atmosfere oniriche e impossibili. Attraverso le sue opere l’artista si serve e mescola immagini e scenari ripresi del quotidiano, sconvolgendo cliché e riferimenti pop sino a conferire nuovo significato. Con un approccio giocoso e acuto alla vita i lavori in mostra strappano un sorriso scoprendo un universo di emozioni e opposizione” le parole della curatrice della mostra Sonia Belfiore.

“Anche io sono affascinato dai contrasti come Daniele. Trovo interessante che da una fabbrica tuttora in attività, che oggi compie 70 anni e che appartiene quindi alla old economy, possa nascere un’impresa innovativa. Inoltre, credo possa essere stimolante che da un posto dedito alla produzione di oggetti seriali,

funzionali ma scevri di valore estetico o concettuale, vengano realizzate opere d'arte uniche, prive di una funzione pratica, ma che hanno il compito di invitare a riflessioni più ampie”, aggiunge Marco Bracaglia.

 

L’ARTISTA

Daniele Sigalot è un artista concettuale, il cui linguaggio artistico è allo stesso tempo gioioso, cinico, ironico e assurdo. Nato a Roma nel 1976, si forma creativamente nel campo della pubblicità, dove lavora per 7 anni tra Italia, Spagna e Gran Bretagna. Nel 2007 lascia Saatchi&Saatchi Londra per dedicarsi a tempo pieno alla sua carriera artistica. La sua produzione varia dalle sculture metalliche alle installazioni site specific, tenendo come filo conduttore l'ambiguità tra essenza ed apparenza, sia semantica che semiotica. Dalla sua prima mostra, nel 2007, i suoi lavori sono stati esposti in più di 40 mostre in tutto il mondo. Le esposizioni più importanti includono, la Galleria Nazionale a Roma, la Reggia di Caserta, il Museum of Art and Design di Miami, Palazzo Reale a Napoli, Palazzo Ducale a Genova e la Triennale di Milano. Nel 2019 dopo 10 anni passati a Berlino, Sigalot ha spostato il suo studio “La Pizzeria” a Napoli.

 

L’INTERVISTA

Abbiamo incontrato il padrone di casa Marco Bracaglia, romano dentro e fuori, anche se vive da 20 anni fuori Roma e sempre in giro per il mondo; condivide la sua vita con la moglie Antea e la meravigliosa figlia Ginevra.

Di cosa ti occupi nella vita?

Sono un imprenditore di prima generazione, attualmente il mio gruppo spazia dai servizi finanziari, all’industria.  

Come nasce la tua passione per l’arte?

Amo la vita e vivo l’arte come un modo per indagare, riflettere e celebrare la nostra quotidianità con tutte le sue contraddizioni, la sua durezza ed al contempo le sue meraviglie.

Ci racconti come ti è venuta l’idea di fare questa riconversione “industriale” all’interno della tua fabbrica per trasformarla in uno spazio eventi?

In realtà non c’è stata alcuna riconversione ma una naturale evoluzione che ha comportato  la nascita di una nuova azienda ed anche iniziativa imprenditoriale.

La Magistris & Wetzel spa – M&W esiste, funziona ed ogni giorno realizza assemblati metalmeccanici che sono presenti su camion, treni, macchinari per movimento terra e qualche Lamborghini di cui siamo orgogliosamente fornitori. A partire dal 2015 ho ricercato ed invitato artisti a venire in azienda per dare spazio a le loro idee e produrle sfruttando il nostro know how ed i macchinari, in particolare quelli presenti nei reparti di prototipia e piccole serie che permettono un forte flessibilità produttiva. Nel 2017 abbiamo realizzato le prime opere che sono state esposte alla Reggia di Caserta in una mostra personale di Daniele Sigalot e da lì ci hanno cercato in molti artisti. Non ho mai pensato “questo l’avrei potuto fare anch’io” (e per chi fosse curioso di sapere perché non l’ho mai pensato consiglio di leggere il libro “Lo Potevo Fare Anch’Io” scritto da uno dei più importanti curatori internazionali Francesco Bonami) ma ho pensato spesso questo l’avrei potuto produrre anch’io per quest’artista, poi dopo averci preso gusto a produrre, ho capito che o smettevo o facevo diventare quest’avventura un lavoro e così è nata WEM Gallery che è una società autonoma da M&W a cui ha “rubato” o meglio dire affittato una parte del plant produttivo per riconvertirlo in galleria d’arte, spazio espositivo. Ci tengo a dire che nel 2021 è nata WEM da M&W che proprio in quell’anno ha compiuto 70 anni ed è stato per me meraviglioso far nascere da un’azienda old economy una start up come WEM che sta letteralmente rivoluzionando il mercato dell’arte contemporanea. 

Sogno nel cassetto?

Creare con WEM un modello d’impresa che generi benessere per i suoi clienti e collezionisti, felicità nei suoi stakeholder e sostenibilità economico-finanziaria del modello di business, che per ora sta funzionando ma siamo ancora piccoli, io spero di continuare così e quotarci in borsa nei prossimi… ve lo dirò nella prossima intervista!

 

INFO: wem.it