INNOVAZIONE E CRESCITA ECONOMICA PER IL TERRITORIO

Intervista esclusiva al Presidente Nicola Tasco

Lazio Innova, punto di riferimento della Regione Lazio, opera con l'obiettivo di promuovere e sostenere le imprese, il territorio e i vari attori dell’ecosistema dell’innovazione della regione, per diffondere buone pratiche e case history legate alla competenza e alla formazione, ai giovani e al valore aggiunto che il mondo delle startup può dare a sostegno sia del privato, che della pubblica amministrazione.  

 

In questo contesto, ho avuto il piacere di confrontarmi con il Presidente Nicola Tasco in un’intervista a tutto campo.

 

Presidente Tasco, direttamente attraverso la sua testimonianza ci può riassumere il ruolo, la mission e la vision di Lazio Innova in merito a quello che è il suo percorso di sostegno ai territori e allo sviluppo della trasformazione tecnologica e digitale? 

Lazio Innova è la società in house della Regione Lazio, partecipata anche dalla Camera di Commercio di Roma, che opera per l’innovazione e la crescita economica del territorio. 
A vantaggio delle imprese del Lazio, eroghiamo incentivi tramite risorse regionali, nazionali ed europee. L’accesso al credito e il rilascio di garanzie, specie in questo periodo particolarmente difficile, è un altro aspetto fondamentale nella nostra azione di sostegno diretto alle imprese. Partecipiamo anche al capitale di rischio di startup e PMI e forniamo anche servizi alle PMI, ad esempio tramite l’internazionalizzazione e la promozione delle reti d’impresa. Gestiamo, inoltre, gli Spazi Attivi della Regione Lazio diffusi su tutto il territorio regionale. 
Questa, in sintesi, la nostra missione e le attività connesse. Ma ognuno di questi ambiti, apparentemente distinti, fa parte di un programma comune in cui l’innovazione dei servizi e degli strumenti attraverso cui operiamo, è finalizzata all’innovazione delle stesse imprese e startup e, dunque, al potenziamento del tessuto socio-economico della nostra regione. 

 

Rispetto alle altre regioni italiane quali ritiene siano i caratteri distintivi che vedono la Regione Lazio e Lazio Innova come valori aggiunti nel proprio percorso di sviluppo, visto che anche i dati testimoniano come la Regione Lazio sia in termini di startup una delle territoriali a maggiore concentrazione di imprese innovative di stampo giovanile.

 

Nel Lazio esiste un ecosistema dell’innovazione unico, fatto di grandi imprese e PMI, università, grandi centri di ricerca nazionali e startup. Con la Regione Lazio, abbiamo messo in rete queste eccellenze che compongono il mondo dell’innovazione attraverso una serie di azioni, misure e bandi che ne favoriscono la messa a sistema. Ritengo che questa sia la grande opportunità di crescita che hanno le startup nella nostra regione: potersi confrontare e collaborare con realtà produttive che difficilmente incontrerebbero in un normale percorso di seed o di scale-up. 

Ci sono poi le opportunità per le giovani imprese offerte dai nostri Spazi Attivi, luoghi pensati per riunire i servizi offerti dalla Regione a imprese, startup e cittadini sul mondo imprenditoriale e maker, su formazione e orientamento al lavoro. Luoghi di incontro, anche in modalità digitale a seguito dell’emergenza Covid 19, aperti ai territori e alla collaborazione tra enti locali, imprese, consorzi industriali, università e centri di ricerca. Ed è proprio qui che nascono alcune azioni per la messa in rete delle eccellenze di cui parlavo, su cui le giovani realtà produttive possono contare: ad esempio con le sfide di Open Innovation attraverso cui offriamo soluzioni per prodotti e servizi alle grandi imprese dalle proposte innovative di startup e creativi, che difficilmente riuscirebbero a emergere dai cosiddetti “scantinati” delle idee senza queste opportunità. Ma il vantaggio è anche per le grandi imprese che spesso faticano a trovare quelle soluzioni al proprio interno. 

 

In considerazione del percorso e degli investimenti fatti, se si dovesse fare un bilancio per l'ultimo triennio, quale ritiene siano stati i progetti più importanti e le azioni che maggiormente hanno distinto il cammino della Regione e di Lazio Innova?

 

Ben prima della pandemia la Regione Lazio aveva già individuato quelli che sono riconosciuti oggi in tutto il Paese come obiettivi comuni imprescindibili per lo sviluppo e la crescita nazionale. Negli scorsi anni la direttrice dell’innovazione ha seguito il solco indicato dalla S3 regionale (Smart Specialisation Strategy) per quanto riguarda temi strategici come, ad esempio, la digitalizzazione, che rientra nel programma regionale di sviluppo innovativo, che unisce crescita economica, responsabilità sociale e sostenibilità ambientale e che ha visto il Lazio anticipare la strategia per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione nazionale indicata dal Piano Italia 2025. 

Una forte spinta all’innovazione arriva poi dai diversi distretti tecnologici di cui siamo partner, assieme alla Regione Lazio, con i ministeri competenti e i grandi centri di ricerca nazionali. Ad esempio quello dell’Aerospazio, settore che nel Lazio ha un ruolo strategico per il sistema Paese, con eccellenze assolute nella ricerca e nella leadership industriale, a livello nazionale, europeo e mondiale. Un comparto di 250 aziende tra grandi imprese e PMI con 23.500 addetti e un fatturato annuo di oltre 5 miliardi di cui 2,2 destinati all’export, 10 primari organismi di ricerca e 5 università con 4 facoltà di ingegneria, 12 dipartimenti e circa 30 programmi universitari di formazione superiore, 3.000 tra professori universitari, ricercatori e altri specialisti coinvolti in attività di ricerca. Ecco, questo è un esempio concreto di come abbiamo messo in rete eccellenze diverse che operano in uno stesso settore per produrre innovazione tramite la space economy, anche a vantaggio di altri comparti. 

E poi il nostro modello di venture capital, altro grande successo in termini di innovazione: siamo i primi in Italia ad aver capito come le risorse pubbliche dei fondi europei potessero e dovessero co-investire, assieme a capitali privati, nel capitale di rischio di imprese e startup innovative. 

 

In considerazione di questo anno legato alla pandemia quali sono state le azioni e i progetti che sono stati messi in campo per porre le basi per il rilancio economico e sociale del territorio all'insegna dell'innovazione e della sostenibilità? 

Mi riaggancio alle due risposte precedenti: il nuovo indirizzo segnerà anche i prossimi anni della nuova programmazione 2021-2027, che ci porterà nella post pandemia: sfida a cui siamo pronti proprio grazie alla capacità di fare sistema per innovare. 
Una capacità riconosciuta anche dall’Ue che, visto che il quarto report della Commissione europea a cura di Eurostat sull’Indice di Competitività Regionale (RCI) dei Paesi Ue, poco prima della pandemia, ha definito il Lazio la regione più innovativa in Italia: l’indice misura i principali fattori di competitività negli ultimi dieci anni per le regioni di tutta l’Unione europea. 
Come dicevo, quelle azioni e progetti che in altri territori sono nati per rispondere alla crisi socio-sanitaria, nel Lazio nascono in tempi antecedenti il Covid. Oggi tutte quelle azioni messe in campo ci hanno aiutato a individuare con più facilità i capisaldi della prossima programmazione, a migliorarli e svilupparli, anche attraverso il processo partecipativo di imprese e cittadini. 

A proposito, a che punto è la programmazione 2021-2027 dei fondi europei? 

Insieme alla Regione abbiamo delineato le linee strategiche per lo sviluppo a medio termine tenendo conto delle priorità dovute all’emergenza, non solo sanitaria, portata dal Covid, degli indirizzi dell’Unione europea e anche dell’Agenda 2030 dell’Onu.

Significa che, basandoci sull’esperienza del periodo 2014-2020 che sta per chiudersi, intendiamo creare le condizioni per costruire un modello di sviluppo sempre più intelligente, sostenibile ed equo, dove questi tre pilastri si tengono insieme e non possono prescindere l’uno dall’altro.

E, per rispondere ai bisogni emergenti, abbiamo coinvolto i nostri partner economici e sociali: imprese, sindacati, associazioni, università e ricerca, enti locali, offrendo a tutti l’opportunità di formulare proposte e suggerire idee attraverso incontri che hanno coinvolto tutte le province e che sono stati integrati nel documento d’indirizzo per lo sviluppo sostenibile e la riduzione delle diseguaglianze, approvato dal Consiglio regionale lo scorso dicembre.

Ora bisogna definire i Programmi Operativi per ciascuno dei Fondi strutturali e d’investimento europei (FSE+, FESR e FEASR) che cofinanzieranno la politica di coesione nei prossimi anni. Proprio in questi giorni si tengono i tavoli di partenariato per ciascun fondo: la Regione terrà conto delle indicazioni scaturite da questi incontri partecipati per definire il contenuto dei Programmi. Va comunque ricordato che è in corso il negoziato per definire l’ammontare complessivo di risorse che sarà destinato alla nostra regione, per ora stimato intorno a 6,4 miliardi, di cui circa il 54% viene da fondi europei. Entro dicembre i Programmi saranno poi approvati dalla Commissione europea.

 

In conclusione, qual è il suo messaggio a tutti i giovani innovatori italiani in base anche alla sua esperienza e al suo prestigioso ruolo come presidente? 
 

La nostra società evolve e cambia grazie alle nuove tecnologie che toccano tutti i settori e le attività umane: svago, lavoro, salute e benessere, ambiente. Si tratta adesso di utilizzare le opportunità offerte dalle tecnologie e dalla ricerca per portare innovazione in ogni settore e, dunque, migliorare ogni ambito delle nostre vite. È una sfida complessa ma che si può vincere, a patto però che si faccia squadra e con il concorso partecipativo di tutti, specie i giovani. Il nostro impegno e contributo vuole favorire proprio questa nuova direzione. In ultimo, da avvocato le faccio presente che esiste ormai anche un “diritto a innovare”. I giovani che hanno interesse, lo facciano valere.